Napoli, ufficiale la firma di Mazzarri fino a giugno 2024. Esonerato Rudi Garcia. Annuncio De Laurentiis: "Bentornato"

Walter Mazzarri al Napoli, capitolo due. Dopo , il club partenopeo ha ufficializzato l'accordo con il tecnico toscano, che torna così a guidare la squadra di Aurelio De Laurentiis per la seconda volta dopo l'esperienza maturata tra il 2009 e il 2013. Mazzarri, libero dopo lo sfortunato epilogo della parentesi vissuta nel 2021-22 con il Cagliari, ha firmato un contratto di sette mesi, con scadenza al termine della stagione in corso. Nel suo trascorso con il Napoli, Mazzarri ha conquistato la Coppa Italia del 2012 battendo la Juventus in finale per 2-0 con i gol di Cavani e Hamsik, e ha portato la squadra a raggiungere gli ottavi di finale in Champions League per la prima volta nella storia: partendo dalla quarta fascia, il Napoli superò la fase a gironi eliminando Manchester City e Villarreal ma fu poi fermato dal Chelsea, capace di rimontare (nei tempi supplementari) la sconfitta per 3-1 della gara d'andata. Come nell'ottobre 2009, quando subentro al posto di Roberto Donadoni alla 7ª giornata, il tecnico livornese torna alla corte di ADL, insieme al quale si è tolto le migliori soddisfazioni della sua carriera e che ora gli ha offerto ora la possibilità di cimentarsi nuovamente su una panchina di primo piano, dopo alcune avventure finite male fra esoneri prematuri e rendimenti al di sotto delle attese. De Laurentiis invece con Mazzarri trova un traghettatore, che conosce l'ambiente e la piazza e che gli permette di avere mano libera in estate, quando verosimilmente il Napoli - sia a livello di organico giocatori che a livello di guida tecnica - cambierà tante cose.

"La Società Sportiva Calcio Napoli ha deciso di revocare l’incarico di responsabile tecnico della prima squadra al signor Rudi Garcia. A lui e al suo staff il ringraziamento per la collaborazione resa fino a oggi. Il nuovo allenatore del Napoli è Walter Mazzarri".

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Rudi Garcia lascia il Napoli dopo 12 giornate di campionato e un bilancio di 6 vittorie, 3 pareggi e 3 sconfitte (tutte in casa - contro Lazio, Fiorentina ed Empoli - e curiosamente tutte prima della soste per le Nazionali). Rispetto a un anno fa gli azzurri hanno 11 punti in meno: nel 2022-23 la squadra di Spalletti veleggiava al comando della classifica a quota 32. Confortante, invece, il cammino in Champions League, dove la squadra è in piena corsa per la qualificazione agli ottavi di finale: dopo quattro giornate il Napoli è secondo nel Girone C a 7 punti, a +4 sul Braga terzo.

Al di là dei risultati altalenanti e di una qualità di gioco mai del tutto convincente, Garcia paga a caro prezzo un feeling mai nato con squadra e città. Diciamolo subito: ripetere la storica impresa di Spalletti sarebbe stato impossibile per qualsiasi allenatore, non solo per il francese. L'ex Roma e Lione, tuttavia, ci ha messo del suo per complicare ulteriormente le cose. Due, in particolare, le accuse che gli vengono mosse. La prima è la poca chiarezza su ruoli e moduli: il 4-3-3 spallettiano era un meccanismo perfetto in cui ognuno sapeva cosa fare e in cui tutti remavano dalla stessa parte. Garcia avrebbe dovuto entrare nello spogliatoio in punta di piedi senza toccare quello che funzionava. Non è andata così.

Il 4-2-3-1 predisposto contro l'Empoli, con Kvaratskhelia tenuto incomprensibilmente fuori dall'undici titolare e schierato solo a inizio ripresa quando ormai la partita era bloccata, è stato l'emblema della confusione in cui è rimasto intrappolato Garcia. Fin dall'inizio, inoltre, l'allenatore francese ha avuto un rapporto difficile sia con Kvaratskhelia che con Osimhen, due colonne della squadra da record del 2022-23. Le plateali reazioni di disappunto del georgiano e del nigeriano al momento delle sostituzioni nei minuti finali di Genoa-Napoli e Bologna-Napoli sono stati i primi indizi di uno spogliatoio agitato, che probabilmente non ha mai riconosciuto fino in fondo la leadership del tecnico il cui esonero, soprattutto dopo quanto visto domenica contro l'Empoli, è apparso come una scelta inevitabile da parte di De Laurentiis.

Mazzarri ha battuto la concorrenza di Igor Tudor, che sembrava essere saldamente in pole position fino alla serata di ieri, lunedì 13 novembre. De Laurentiis avrebbe preferito virare su un allenatore con conoscenza pregressa dell'ambiente e, soprattutto, privo di richieste su un'eventuale opzione di rinnovo del contratto in scadenza a giugno. L'idea è quella di un Mazzarri "traghettatore" prima di una scelta importante per una figura di prestigio cui affidare un nuovo progetto e ciclo nel 2024-25. Secondo 'Calcio&Finanza' De Laurentiis e il Napoli, nel benaugurato caso in cui il ritorno di Mazzarri produca risultati all'altezza delle aspettative, si sono riservati di inserire nel contratto una clausola per un rinnovo annuale, dal valore di un milione di euro, comprensivo di premi. Ad oggi però l'ipotesi più probabile è quella di un matrimonio di convenienza, fino al 30 giugno 2024 e basta.