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Pirlo: "Allegri pensava non fossi più da Milan ma ho dimostrato che non ero un giocatore finito. Mi rivoleva Berlusconi"

Luca Stamerra

Aggiornato 14/10/2023 alle 23:20 GMT+2

SERIE A - È giorno di confessioni al Festival di Trento e anche Andrea Pirlo ha portato il suo storico tra calciatore ed allenatore. Uno dei temi del suo discorso a Trento è stato l'addio al Milan, un addio causato dall'allenatore Allegri che non lo considerava più da Milan, da quel Milan. Poi Pirlo ha parlato anche della delusione vissuta - ai tempi della Juve - con la finale persa in Champions.

Pirlo: "L'addio al Milan? Allegri non pensava fossi importante e sono andato alla Juve"

Andrea Pirlo a 360 gradi. Il tecnico, ora alla Sampdoria, ha parlato davvero di tutto. Dalla sua esperienza alla Juventus da allenatore, subito esonerato per il ritorno di Allegri, ai suoi tanti anni di successi da calciatore tra Milan, Juventus e Nazionale. La vittoria della Champions col Milan a Manchester contro la Juventus è il record più bello della carriera da calciatore, la sconfitta di Berlino - questa volta con la maglia della Juventus - è stata invece una delle più grandi delusioni per il 'Maestro'. E dopo quel ko, infatti, Pirlo decise di lasciare la Juventus... Ora, invece, c'è la Samp, ma non è poi così falso che Maldini lo chiamò per andare ad allenare i rossoneri al posto di Pioli.

Maestro? Baggio era un Maestro, il mio Maestro

In tutto il mondo mi chiamano Maestro. Il mio di maestro è stato Roberto Baggio, un idolo con cui ho avuto la fortuna e l’onore di giocare. Ma anche Mazzone, a cui devo tanto perché fu lui a mettermi in mezzo al campo. Per lui ero il suo Falcao, me lo diceva sempre. Sono stati speciali anche Ancelotti, con cui al Milan abbiamo vinto tutto, e Giovanni Trapattoni. Il Trap è stato il primo ad avermi convocato con la Nazionale maggiore. Poi Conte che ha saputo darmi tante motivazioni e una nuova giovinezza con la sua Juventus
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Il rapporto con Allegri e l'addio al Milan

Con Allegri ho avuto un rapporto normale nonostante siano state dette e scritte tante cose. Siamo stati insieme due anni, uno al Milan e l’altro alla Juventus. Lui pensò che non ero più un calciatore per quel Milan e decisi di andare via, alla Juventus invece finimmo un bel ciclo vincente. Andai via perché non volevo essere un peso per nessuno e di essere messo da parte per le partite importanti. Io volevo giocare sempre, quindi andai via e fu una mia decisione. Lo dico sempre anche adesso ai miei calciatori che in questo sport nessuno ti regala niente. Credo nelle regole, nel sapere stare in gruppo e la squadra che viene sempre prima del singolo. Questo è quello che cerco di trasmettere costantemente. I giocatori fanno il lavoro più bello del mondo, ma devono essere ambiziosi e non accontentarsi mai

Quali sono i ricordi più belli della carriera?

La prima Champions League con il Milan è stata una delle soddisfazioni più belle in assoluto. Non avevo mai giocato quella competizione, fu un percorso lunghissimo iniziato addirittura dai preliminari. È stata la vittoria più bella ottenuta col Milan, la prima Champions non si scorda mai. Eravamo un gruppo straordinario, così come emozionante è stato vedere tutti quei tifosi a Manchester. Il segreto di quel Milan era il gruppo, ci piaceva stare bene e vivere la quotidianità di Milanello. Parlavamo di tutto, cazzeggiavamo, discutevamo di vita quotidiana. Bei momenti
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Andrea Pirlo insieme a Carlo Ancelotti - Milan 2007

Credit Foto Getty Images

Come è andata al Milan?

Ho avuto un grande rapporto con il Milan, Berlusconi mi richiamò dopo che decisi di lasciare la Juventus. Fu una bella testimonianza di affetto. Nella vita però si fanno delle scelte e io dopo dieci anni ambivo a nuove motivazioni. E volevo anche dimostrate al Milan che non ero un giocatore finito, ma in grado di incidere in nuovo corso. Infatti, visto quello che è stato fatto nel nuovo corso della Juventus, ho avuto ragione io. Il progetto che mi illustrò Andrea Agnelli era quello di un club che voleva tornare a vincere, era molto stimolante e rifiutati anche alcune possibilità all’estero. Il primo ritiro a Philadelphia con Conte fu molto duro. C’erano 40 gradi, qualcuno uscì dal campo in barella. Ma da quel ritiro nacque una grande Juventus

Quanto rammarico le resta per la Champions sfumata con la Juve?

A Berlino pensavo che quella finale contro il Barcellona avremmo potuto vincerla. La Juventus giocava contro una squadra importante, fortissima. Per me uno dei Barcellona più forti. Ci abbiamo creduto, ci sono state anche occasioni per vincere, ma purtroppo è andata male. Fu una delusione e dopo quella partita decisi di andare altrove
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Allegri Pirlo - Juventus vs Napoli - Supercoppa italiana 2014 (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Alla Juventus da allenatore: si aspettava subito l'esonero?

Io devo solamente ringraziare la Juve per avermi dato quella chance. Credo che avremmo potuto fare meglio negli anni successivi, ma non ci sono rimasto male. Ho continuato a fare il mio lavoro, forse quella esperienza da allenatore della Juve mi ha dato una etichetta diversa. Con i calciatori c’era un bellissimo rapporto ed è stata una soddisfazione vedere crescere i vari Chiesa, Kulusevski, de Ligt, Fagioli, Frabotta. E Cristiano Ronaldo? È un professionista esemplare con tutti, solare e sempre sorridente. Non abbiamo mai avuto problemi anche se lui voleva giocare sempre per inseguire tutti i suoi record personali

È vero che Maldini la voleva portare al Milan?

Ne abbiamo parlato, ma è stata giusto una chiacchierata fra amici. A qualcuno comunque ha dato fastidio il fatto che abbia iniziato la mia carriera da allenatore della Juventus senza aver fatto la gavetta. Io preferisco far parlare il campo e so che questa cosa non piace nemmeno ai giornalisti che qualche volta sono prevenuti in partenza. Sia ben chiaro, accetto tutte le critiche, ma non attacchi personali. All’inizio non pensavo di voler fare l’allenatore, ma poi facendo i primi corsi ho cambiato idea e ho deciso di intraprendere questa carriera

La sua nuova sfida si chiama Sampdoria

Quella con la Sampdoria è una sfida dove la società mi ha chiesto di creare un progetto insieme. Non ho guardato la categoria, i problemi che c’erano all’esterno, ma solamente la voglia di fare un campionato dignitoso. Vogliamo uscire da un momento difficile, sappiamo che siamo soli, ma siamo determinati a cambiare la situazione

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Dispiace perché sono ragazzi giovani, patrimonio del nostro calcio. Vedere questi ragazzi all'interno di queste situazioni è una cosa spiacevole. Ne ho parlato anche oggi coi miei calciatori. Speriamo che non ci siano altri casi. I giocatori svolgono il mestiere più bello del mondo, è veramente brutto buttarsi via e buttare via il talento per queste cose

Chi vince il campionato di Serie A?

Milan, Inter e Juve stanno facendo un ottimo campionato. Magari ci saremmo aspettati qualcosina in più dal Napoli Campione d'Italia, ma col cambio di allenatore forse la squadra ha perso qualche automatismo. Avrà però sicuramente il tempo per riprendersi. Direi che le tre che stanno davanti stanno facendo quello che devono fare. Sono tre squadre attrezzate per poter vincere il campionato. Adesso il Milan è in testa, ma se la giocheranno tutte fino alla fine
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