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Recuperato Dusan Vlahovic, riperso Federico Chiesa: Max Allegri non può essere il futuro della Juventus

Roberto Beccantini

Pubblicato 26/02/2024 alle 15:07 GMT+1

SERIE A - Dal Circo Max-imo al Circo Minimo il calcio resta tromba o tomba a seconda delle pance. È bastato il Frosinone di Eusebio Di Francesco per ribadire quanto la Signora, risultatista nell’anima, continui a sbattersi su livelli oggettivamente avari. Ritrovato il centravanti serbo, ha perso di nuovo Federico Chiesa.

Allegri: "Rinnovo in bianco? Ora non firmerei niente, ho un contratto fino al 2025"

Sotto il vestito, poco. Pochissimo. I due gol di Dusan Vlahovic, già a quota 15; gli assist di Weston McKennie; la rasoiata di Daniele Rugani in mischia, al 95', capace di esaltare il tifoso di Nichelino (ma non di Pechino, temo): la Juventus - anche «questa» - non muore mai, nel ricordo delle volate, sempre agli sgoccioli degli sgoccioli, con l'Hellas, a Monza e a Salerno.
Dal Circo Max-imo al Circo Minimo il calcio resta tromba o tomba a seconda delle pance. È bastato il Frosinone di Eusebio Di Francesco per ribadire quanto la Signora, risultatista nell'anima, continui a sbattersi su livelli oggettivamente avari. Ritrovato il centravanti serbo, ha perso di nuovo Federico Chiesa. Punta larga nel 3-5-2 d'ordinanza. Un dribbling, forse. E un tiro. Stop. Sostituito. Eppure il 16 settembre 2023, la Juventus liquidava la Lazio di Maurizio Sarri con una doppietta di Vlahovic e un acuto di Fede. Che fosse sbocciata una coppia? Sono sincero: Chiesa «libero d’attacco» non mi dispiaceva.
Più Massimiliano Allegri butta via giacche e cappotti, più la Vecchia brancola nel solito brodo. La striscia di 16 partite utili (13 vittorie, 3 pareggi) dalla sconfitta per 4-2 del Mapei, con il Sassuolo, al 3-0 di Lecce, è stata ingoiata dallo scorcio che, inaugurato dal rosso di Arkadiusz Milik, ha prodotto 2 pareggi e 2 sconfitte. Nel dettaglio: 1-1 con l’Empoli, 0-1 a San Siro con l’Inter e in casa con l’Udinese, 2-2 al Bentegodi. Nell'ultimo campionato, prima che l’altalena delle penalizzazioni ne smorzasse la tenuta e il morale, si era assistito a qualcosa di simile: otto successi di fila, fra i quali un probante 2-0 all'Inter e un rotondo 3-0 alla Lazio, e poi, improvvisa, la batosta di Napoli: 1-5 la sera del 13 gennaio 2023. E domenica 3 marzo, andrà in onda, al Maradona, proprio Napoli-Juventus.
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Allegri puntualizza: "Champions obiettivo, non 'obiettivo minimo'"

Ciò che ha colpito persino con il Frosinone è stato il ritmo: lento, statico, annaffiato da un idrante di retro-passaggi. Non esattamente cadenze da squadra che non ha l'Europa fra i piedi. Per lunghi tratti, sono stati i ciociari - con Marco Brescianini in modalità De Bruyne; lui, più di Matias Soulé - a tenere la trama in pugno. Fantasia, per carità. Pressing, zero. E occasioni, reti a parte, zero virgola. A suo tempo avrei confermato Sarri: figuriamoci, dunque, se penso che l’allenatore giusto possa essere, ancora, Allegri. Che, fra parentesi, si era invaghito di Romelu Lukaku. Il contratto gli scade nel 2025 e la società, a cominciare dai padroni, ha tali e tanti problemi che il nodo del tecnico non occupa certo la cima della lista. Non si tratta di isteria popolare; si tratta di pesarne il triennio sulla bilancia di una manovra che, al netto di un organico probabilmente sovrastimato, spinge alla malinconia, all’inedia, al cilicio.
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Allegri: "Rinnovo in bianco? Ora non firmerei niente, ho un contratto fino al 2025"

L’obiettivo fin troppo strombazzato rimane la zona Champions e, quindi, il quarto posto. E dal momento che oggi la Juventus è seconda, il bersaglio sembrerebbe largamente alla portata. Uso il condizionale non per darmi un tono, ma perché conosco i miei polli. Il guizzo di Rugani è un cerotto su un taglio profondo. La crisi di gioco. Di equilibrio: più gol fatti (5 in due gare), più gol presi (4). Se gli eventi impongono di essere domatori e non belve in agguato, sono dolori. Contro tutte, non solo contro le grandi. E il calendario s’impenna: finita la «ricreazione» con i rivali di medio-basso livello, iniziano le salite. Gli infortuni di Adrien Rabiot e McKennie tengono in allarme la rosa. E A Kenan Yildiz - 18 anni, mai dimenticarlo - non si può chiedere la luna.
Brutto segno, quando le analisi rimasticano gli stessi concetti. Il 4-3-3 restituirebbe Chiesa a un ruolo più consono - e, in particolare, cancellerebbe gli alibi - ma Allegri non lo ha nelle corde. Il destro di Tommaso Baldanzi ha spento la luce. Vlahovic è la torcia che aiuta a orientarsi nel buio. Ne servono altre. L’ideale sarebbe un elettricista. E qui, con Allegri, siamo da capo.
Per commentare o fare domande potete inviare una mail a roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto Beccantini http://www.beckisback.it.
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