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Andrea Cambiaso: "La Juventus è il mio Real Madrid. Motta è un visionario, ad Allegri voglio un bene dell'anima"
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Pubblicato 18/10/2024 alle 10:41 GMT+2
CALCIO, SERIE A - Andrea Cambiaso si racconta a 360° in una lunga e interessante intervista al Corriere dello Sport. Dal rapporto con Thiago Motta all'importanza di Max Allegri, passando per il suo essere jolly tattico e l'interesse del Real Madrid. Ecco tutte le risposte più salienti del classe 2000 bianconero.
Cambiaso scherza con tutti: "Io la so la formazione, ma non la dico"
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Titolarità assoluta nella Juventus. Imprescindibilità pure in Nazionale. E ora anche l'interesse del Real Madrid. La parabola ascendente di Andrea Cambiaso è la rappresentazione perfetta di chi parte dal basso e - tramite lavoro, disciplina, mentalità e spirito di sacrificio - arriva fino alle stelle. Il jolly bianconero si è raccontato sulle pagine del Corriere dello Sport, in un'intervista che ne ha ancor più confermato lo spessore umano, restituendoci un ragazzo genuino e pieno di valori.
Cambiaso elogia Thiago Motta come un "visionario", ma al contempo ribadisce il suo debito di riconoscenza nei confronti di Max Allegri. Si dice lusingato dall'interesse dei Blancos, ma considera la Juventus il "mio Real Madrid". Prende a modello gli All-Blacks come gruppo-squadra, cercando di avvicinarsi ai valori sportivi (e non solo) che la leggendaria squadra di rugby tramanda da decenni. Insomma, un Cambiaso a 360°. Ecco allora le risposte più interessanti della sua intervista.
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Motta: "In questa Juve non esistono "vice", tutti devono voler essere titolari"
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L'interesse del real madrid
"Solo il fatto che io sia stato accostato a un club come il Real Madrid, mi sembra una cosa più grande di me. Sono orgoglioso degli estimatori che potrei avere, è gratificante e stimolante sapere che qualcuno ti apprezza. Proposte non ne ho ricevute. In qualsiasi caso, la Juve è il mio Real. Rappresenta la storia del calcio italiano, una seconda famiglia e un grandissimo punto di arrivo per la mia carriera".
Thiago Motta come mentore
"Dal punto di vista tattico, già a Bologna mi ha fatto scoprire cose che non avevo mai visto. L'ho ritrovato ancora più determinato: con lui non abbiamo ruoli, ma occupiamo lo spazio. Ha inoltre un suo metodo di gestione del gruppo: non ci fa mai capire chi gioca fino a poche ore prima della partita e questo alza il livello degli allenamenti e della competizione interna. Poi ha la "mottata" sempre in canna. E se fin qui le ha prese tutte, significa che è un visionario".
Max Allegri fondamentale
"A Max voglio un bene dell'anima, anche Landucci mi è stato sempre vicino. Quello che mi ha lasciato Allegri è l'equilibrio mentale: ricordo che all'inizio della scorsa stagione volevo spaccare il mondo e lui mi diceva "calma, calma". Troppa foga mi portava fuori giri, è stato il primo a darmi due scarpe comode per andare lontano".
La Juve è forte, ma non la favorita
"Siamo da primissimi posti e la Juve deve sempre giocare per vincere. L'Inter è favorita e tra due domeniche c'è lo scontro diretto. Chissà... Prima però ci sono Lazio e Stoccarda, due montagne altissime. Siamo tra le migliori".
Il suo essere un vero jolly
"Ho iniziato da trequartista, ho fatto la mezzala, il regista e l'attaccante. Non vi dirò che gioco dove mi mette il mister, una banalità assoluta, ma che gioco dove vogliono i compagni per essere utile alla squadra. Il calcio va in una direzione ben precisa: i ruoli contano ormai solo da un punto di vista difensivo, poi nelle azioni offensive ognuno con la propria intelligenza va a trovarsi lo spazio giusto".
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Motta: "Pogba? Valuterà la società. È stato un grande, ma non gioca da tanto tempo"
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