Il confronto tra Allegri e Motta dopo 7 giornate sulla panchina della Juventus: non ha alcun senso logico e non fa bene
CALCIO, SERIE A - Dopo 7 giornate di campionato con Thiago Motta in panchina, la Juventus ha raccolto 13 punti, è rimasta imbattuta, ha segnato 10 gol e ne ha subito soltanto uno. Il pareggio col Cagliari ha però portato alla riproposizione di un confronto, anche statistico, con la Juve di Max Allegri. Ecco cosa dicono i numeri, ma anche i motivi del perché non abbia senso tale confronto.
Motta: "In questa Juve non esistono "vice", tutti devono voler essere titolari"
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Alle prime difficoltà della Juventus, si sprecano i raffronti tra la gestione tecnica di Thiago Motta e quella di Massimiliano Allegri. Confronti impossibili se si parla di gioco, ma plausibili invece in termini di numeri. Perché i numeri, pur non raccontando tutto (anzi) di una singola partita o di un'intera stagione, restano comunque oggettivi. A differenza di analisi basate su credo calcistici personali o teorie prive di alcun fondamento. Ha senso un confronto? No, neppure se oggettivo.
Ossia neanche se riferito alle prime sette giornate di campionato disputate dai due allenatori sulla panchina bianconera, analizzando varie statistiche ma anche costruzione della squadra. In sostanza, pur pensando si scrivere con l'ausilio dei numeri, si rischia comunque di passare per pennivendoli. Troppo facile adesso sparare infatti a zero su Allegri, oppure lasciare il carro-Motta alle prime avvisaglie di difficoltà. Serve coerenza per ammettere che un confronto non ha ragione d'esistere.
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Motta: "Il calcio è semplice: 11 che attaccano contro 11 che difendono"
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allegri-motta: le prime 7 gare di campionato alla juve
Allegri arrivò a metà luglio 2014, dopo l'addio inatteso di Conte a ritiro estivo già iniziato. Il nome non scaldava il tifo juventino, né tanto meno gran parte della stampa, eppure Max ereditò una squadra che l'anno prima aveva vinto lo Scudetto dei record (102 punti e 33 vittorie su 38 gare), la Supercoppa Italiana e si era fermata in semifinale di Europa League (quasi un'onta per diversi tifosi). Non potè beneficiare di un mercato importante, al netto comunque degli arrivi di Kingsley Coman, Patrice Evra, Álvaro Morata, oltre ad alcuni prestiti (Roberto Pereyra, Romulo) e riscatti (Mauricio Isla e Luca Marrone). Ciò nonostante, la partenza in Serie A fu di quelle sprint. Sei vittorie consecutive, con cinque clean-sheet di fila prima del 3-2 sulla Roma alla sesta giornata, e poi il pareggio (1-1) col Sassuolo: 19 punti conquistati su 21 disponibili, 14 gol fatti a fronte di tre reti subite e Carlos Tevez mattatore con sei gol (due doppiette, peraltro consecutive, contro Atalanta e Roma).
Motta è stato annunciato a metà giugno 2024 e ha dovuto attuare un ampio restyling della rosa insieme al direttore sportivo Cristiano Giuntoli. Il mercato è stato importante, sia in entrata che in uscita. Sotto la voce arrivi, troviamo Juan David Cabal, Francisco Conceição, Michele Di Gregorio, Nico González, Pierre Kalulu, Teun Koopmeiners, Douglas Luiz e Khéphren Thuram. Cifra complessiva investita, inclusi obblighi di riscatto e bonus accessori (e considerando pagamenti dilazionati negli anni futuri)? Circa 243 milioni di euro, da cui bisogna ovviamente sottrarre le valutazioni di alcune contropartite tecniche - si pensi ai 17 milioni per Samuel Iling-Junior all'Aston Villa - e ricordando gli scaglioni di pagamento. La partenza in campionato è, sotto tanti punti di vista, molto buona: doppio 3-0 a Como e Verona, poi tre 0-0 di fila, altro largo successo (3-0) sul Genoa e infine 1-1 col Cagliari. Tre vittorie e quattro pareggi, 13 punti fatti su 21 disponibili, 10 gol realizzati e uno solo subito.
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Motta: "Pogba? Valuterà la società. È stato un grande, ma non gioca da tanto tempo"
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Il confronto è a favore di Allegri in quasi tutte le voci statistiche, tranne in quella riguardante le reti incassate. Dove risiede allora la discriminante? Per Allegri, nel differente mercato estivo portato avanti dalla società; a favore di Motta, nel gruppo squadra rilevato. Acciuga subentrò a Conte, ereditando una squadra a cui mancava indubbiamente mentalità vincente in Europa ma che non difettava certo in termini di gioco collaudato, centrocampo fenomenale e conoscenza reciproca pressoché assoluta. L'ex tecnico del Bologna ha raccolto il testimone da Max, dovendo invece ricostruire da zero le idee di base (tecniche e tattiche) di un gruppo da plasmare e reduce da un'annata molto complessa, per utilizzare un eufemismo. La differenza è abbastanza evidente, senza voler affatto sminuire l'immenso lavoro fatto da Allegri nella stagione 2014-15.
Allegri 2023-24 vs Motta 2024-25
Se prendiamo come metro di paragone le prime sette giornate degli ultimi due campionati, commettiamo una chiara fallacia argomentativa, ma riusciamo comunque a snocciolare altri numeri. Elemento ormai fondante di una società in cui, almeno secondo alcuni, l'algoritmo Moneyball sembra essere il futuro del calcio e gli xG (expected goals) rappresentano la chiave di lettura (sic!) delle partite. Ma ritorniamo al punto: le prime sette di campionato 2023-24 di Allegri, contro le prime sette di Motta nel 2024-25. Quelle di Thiago le abbiamo già snocciolate: tre vittorie e quattro pareggi, 13 punti fatti su 21 disponibili, 10 gol fatti e uno solo subito, con Dusan Vlahovic autore di cinque reti e miglior marcatore. Quelle di Acciuga invece sono: quattro vittorie, due pareggi, un ko (pesante 2-4 col Sassuolo), 14 punti conquistati su 21 disponibili, 12 gol fatti a fronte di sei subiti, e Vlahovic sempre top scorer ma con quattro reti all'attivo.
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Motta: "Vlahovic è un leader, un attaccante deve pensare alla squadra e non ai gol"
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Variazioni minime, esclusi cinque gol subiti di differenza. Entriamo allora nel dettaglio degli expected goals, statistica che sembra mostrare quanto una squadra sia in grado di realizzare gol - in modo grezzo e non poi così parametrato ad altri fattori - e di differenziare qualità/quantità dei propri tiri rispetto a un altro club. Consideriamo soltanto le prime sette giornate di ogni campionato: quelli 2014-15 e 2023-24 per Allegri, il 2024-25 invece per Motta. E aggiungiamoci anche gli xGA (expected goals against), ossia una statistica inversa agli xG e basata sulla qualità/quantità dei tiri che gli avversari potrebbero trasformare in gol, e gli xPTS (expected points), altra statistica ben spiegata in un approfondimento di Alberto Comana su Eurosport, risalente all'ottobre 2022. * fonte understat.com
| Stagione | xG | xGA | xPTS |
| 2014-15 | 14,8 | 4,5 | 17 |
| 2023-24 | 11,7 | 6,7 | 13 |
| 2024-25 | 10,4 | 3,7 | 14 |
Il raffronto di statistiche avanzate conferma soltanto quanto non abbia senso paragonare il rendimento della Juventus nelle prime sette giornate di campionato al primo anno della gestione Allegri e al primo anno della gestione Motta. Ma offre anche un altro spunto di riflessione, soprattutto a chi vuol sempre demistificare la realtà. Rispetto alla Juventus 2023-24, quella attuale fa meglio soltanto per gol subiti. Quasi uno scherzo del destino, visto che Allegri ha sempre fatto della solidità difensiva il punto di forza delle sue Juventus. Ci sarà comunque chi interpreterà questi numeri per suffragare la sua personale tesi, in una difesa - peraltro non richiesta - della bontà del lavoro di Allegri, o della ventata di freschezza portata da Motta. La realtà è però soltanto una. I numeri, come tanti altri aspetti, servono a creare rumore nel calcio, più che in altri sport.
Bisognerebbe allora fermarsi a valutazioni semplici, ma inattaccabili sul piano della logica e della coerenza. Allegri ha fatto la storia della Juventus, pagando pure per colpe non sue, ma nel tempo ha comunque mostrato un calcio sempre più anacronistico e insipido, specialmente per i raffinati palati contemporanei. Motta è invece il novellino della panchina bianconera, dotato però di talento, idee e soprattutto carisma; la sua rivoluzione copernicana è soltanto agli inizi - non è peraltro detto che sfocerà in risultati o a una teoria calcistica affermata in casa Juventus - e necessita di tempo per essere debitamente valutata. Tutto il resto rientra in quegli esercizi di stile fine a se stessi, utili a creare dibattiti da bar dello sport. Sicuramente belli e appassionanti, ma quasi mai centrati o realistici.
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Allegri-bis, 3 anni turbolenti alla Juve: le sue conferenze in 6 minuti
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