E' il peggior Leao di sempre, ma questo Milan non ne può fare a meno
CALCIO - In casa Milan, tiene banco il caso Leao: dopo la seconda panchina consecutiva in campionato ci si comincia a chiedere se il metodo utilizzato da Paulo Fonseca nei suoi confronti sia il migliore per recuperare il ragazzo. Intanto i numeri dicono che si tratta della sua partenza peggiore di sempre.
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Video credit: SNTV
Due indizi fanno una prova: per la seconda gara di campionato consecutiva, Rafa Leao è rimasto seduto in panchina all'inizio del match. Era successo contro l'Udinese (quando non era nemmeno entrato in campo), ma quella era una circostanza a metà tra quanto era accaduto a Firenze e alla vigilia della Champions; contro il Napoli invece si è trattato di una vera e propria scelta tecnica, dovuta al fatto che contro il Bruges, appena uscito il portoghese autore della solta prova a sprazzi, Okafor (davanti ai suoi occhi) e Chukuweze (dall'altra parte del campo) sono stati subito capaci di fare male all'avversario. Contro il Napoli però, la scelta non ha pagato: Okafor, complice una difesa napoletana molto chiusa, non ha saputo creare grosse difficoltà agli avversari; anzi l'unica vera parata di Meret in tutta la partita è avvenuta su una fiammata di Leao all'83', dopo che il portoghese aveva fatto il suo ingresso in campo a inizio ripresa. Ancora una volta però il portoghese non è andato a referto e putroppo per il Milan non è una novità in questa stagione.
Leao: numeri in picchiata
Serie A 2024/25 - Un gol nelle prime nove giornate (una partita in panchina)
Serie A 2023/24 - Tre gol nelle prime 9 giornate
Serie A 2022/23 - Quattro gol nelle prime 9 giornate (una gara saltata per squalifica)
Serie A 2021/22 - Quattro gol nelle prime 9 giornate
Serie A 2020/21 - Due gol nelle prime 9 giornate (ne ha saltate tre, due per infortunio)
Serie A 2019/20 - Un gol nelle prime 9 giornate (due volte è partito dalla panchina)
Le statistiche riportate da Milannews parlano chiaro: 1 gol e 4 assist in 11 partite (Champions compresa), il portoghese ha subìto un'involuzione evidente nella sua prima parte di stagione. Questo, legato al fattore comportamentale non sta certo disegnando un quadro ideale per lui. Oltre al fattaccio dell'ormai famoso cooling break dell'Olimpico, Leao è spesso molle in campo, svogliato e - al momento delle sostituzioni (tante quest'anno) mette sempre il broncio. Un atteggiamento che non va giù né ai tifosi né al mister, che in questo periodo sta cercando - a modo suo - di metterci una pezza. "Non c’è nessun conflitto con Leao - ha spiegato Fonseca - Mi aspettavo di aver qualche punto in più in classifica e non così tante difficoltà nel cambiare modo di giocare, anche se questo cambiamento si inizia a vedere. Non so se con gli assenti avremmo fatto meglio oggi. Non prego nessuno".
Questo Milan può fare a meno di Leao?
Fonseca sta facendo di tutto per recuperare Leao, questo pare ovvio, resta da capire se sia il metodo giusto. Feeling non scattato? Impossibile. Il mister - portoghese come lui - sa perfettamente che ha a che fare con l'elemento di maggior talento della rosa a sua disposizione, ma si è accorto anche che su di lui non si può fare affidamento al 100%: indolente, anarchico, poco dedito alla causa. Mettetela pure come volete, ma la missione è una e una soltanto: fare di tutto per recuperarlo. "Far giocare ieri Leao voleva dire mettere Okafor a fare il trequartista. Se la prima panchina era stata un segnale, quella di ieri è stata una scelta tecnica. Però a lungo termine non si può pensare di fare a meno di Leao. Sicuramente anche lui deve aiutarsi. Va trovata la chiave per non dare al ragazzo un alibi ulteriore: quando succede che il giocatore più forte della squadra sta fuori è un segnale, ora ci sono il Monza e il Real Madrid e una chiave per reinserirlo va trovata". (Ambrosini su Leao)
La risposta alla domanda precedente - "Questo Milan può fare a meno di Leao?" - è "no". Se si trattasse di un Milan "stellare", Leao potrebbe fare da contorno, ma nel Milan attuale purtroppo per Fonseca, Rafa deve essere sia la ciliegina che la torta.
Atteggiamento, l'unica cosa che conta
Non c'è niente di "normale" a tenere fuori il proprio giocatore migliore, nonché il più pagato: questo lo sa Fonseca e lo sa anche il tifoso del Milan, che al ragazzo portoghese (perchè questo è) chiede una cosa soltanto, che cambi atteggiamento. Per il tifoso l'atteggiamento è tutto: si può essere più o meno bravi, più o meno talentuosi, ma se il tifoso vede un giocatore dare tutto sul campo è già conquistato. Chissà se Ibrahimovic, che lo aveva già fatto nelle vesti di giocatore e compagno di squadra, saprà rientrare nella testa di Leao, questa volta con i panni del dirigente, dando una mano - per una volta - al suo mister.
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Video credit: Eurosport
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