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Inchiesta Ultras, cosa rischiano Inter, Milan e i tesserati intercettati: scenari e tempistiche della procura Figc
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Pubblicato 01/10/2024 alle 12:32 GMT+2
SERIE A - Nelle ore immediatamente successive al blitz della procura di Milano e agli arresti dei 19 esponenti di Curva Nord e Sud il procuratore della Figc Giuseppe Chinè ha richiesto gli atti per verificare la condotta dei club e dei tesserati. Tutto ruota intorno agli articoli 4, 27 e 25 del codice di giustizia sportiva che normano lealtà, correttezza e probità.
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Estorsione e vendita di biglietti, pizzo sui parcheggi intorno al Meazza, cartelli comuni delle due frange ultrà per spartirsi i proventi sulle vendita di bibite e gadget dalle 568 pagine delle due ordinanze emerge che Inter e Milan siano la parte lesa nell’inchiesta che ha portato a 19 arresti (16 in carcere e 3 ai domiciliari) dei membri di spicco di Curva Nord e Curva Sud. La Procura di Milano (come vi abbiamo spiegato in questo articolo) ha comunque avviato un "procedimento di prevenzione" nei confronti di Inter e Milan che - nella giornata di ieri, hanno manifestato alla magistratura la disponibilità a collaborare – dal punto di vista puramente teorico rischiano di finire in amministrazione giudiziaria, se non dovessero dimostrare di non avere alcun legame che configuri forme di sudditanza e assoggettamento nei confronti delle tifoserie organizzate. Si tratta dello scenario più drastico che potrebbe configurarsi a livello amministrativo. A livello di giustizia sportiva, invece, cosa rischiano i due club e i tesserati che – dalle intercettazioni – sono stati pizzicati intrattenere rapporti o incontri con gli ultrà arrestati? Proviamo a scoprirlo...
Quali sono i tempi tecnici della procura federale e cosa rischiano i due club a livello sportivo?
Giuseppe Chinè e la procura della Federcalcio subito dopo il blitz dei magistrati della Procura di Milano si sono subito attivati richiedendo gli atti in modo da verificare la condotta di tesserati e l’operato dei club. Il procuratore della Federcalcio scandaglierà le carte dell’inchiesta provando a vedere cosa possa riferirsi agli articoli 4, 25 e 27 del codice di giustizia sportiva, ossia i commi che normano i principi di lealtà, correttezza e probità in ogni rapporto accostabile con l’attività sportiva. Dal divieto di contribuire con interventi finanziari o altre utilità al mantenimento dei gruppi di tifosi, all’osservanza delle norme emanate dalle pubbliche autorità in materia di distribuzione o cessione dei tagliandi d’ingresso allo stadio o eventuali comportamenti contrari ai principi di correttezza. In particolare l’articolo 25 del Codice di Giustizia Sportiva vieta le interlocuzioni con il tifo organizzato e di intrattenere rapporti con “gruppi di sostenitori” non facenti parte delle associazioni convenzionate. In caso di violazione Inter e Milan rischiano di essere punite o con una multa o – nei casi più gravi in cui emerga una responsabilità oggettiva del club – anche con punti di penalità in classifica. Secondo il Corriere della Sera però appare uno scenario improbabile e il rischio più probabile è quello di una ammenda pecuniaria. Staremo a vedere.
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Un immagine della sede della FIGC: il procuratore Chinè e i suoi collaboratori nelle prossime settimane saranno chiamate a verificare eventuali responsabilità di Inter e Milan nell'inchiesta Ultras
Credit Foto Getty Images
E le tempistiche? Qui è un po’ più facile provare a fare chiarezza. La Procura Figc ha 60 giorni a disposizione dall’acquisizione delle pratiche e massimo due proroghe, verosimilmente dunque entro 3 mesi per effettuare le proprie determinazioni sulla vicenda. La procura del Coni è pronta eventualmente ad intervenire in un periodo successivo.
E quali sono i rischi per i tesserati dei due club?
Dalle prime intercettazioni rilanciate in queste ore sono emersi alla ribalta i nomi del tecnico interista Simone Inzaghi, del capitano milanista Davide Calabria e dell’ex difensore nerazzurro (ora al PSG) Milan Skriniar. Chiné e i suoi collaboratori avranno il compito di analizzare tali telefonate e appurare se i tre tesserati abbiano ricevuto o meno delle intimidazioni. Tutto ruota intorno al già citato articolo 25 del codice di giustizia sportiva che sottolinea come: “Durante le gare o in situazioni collegate allo svolgimento della loro attività, ai tesserati è fatto divieto di avere interlocuzioni con i sostenitori o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che costituiscano forme di intimidazione, determinino offesa, denigrazione, insulto per la persona o comunque violino la dignità umana". In caso di violazione le sanzioni vanno dalla multa alla squalifica di una o più giornate (in caso di “particolare gravità” la sospensione non è mai inferiore ai 4 turni) mentre per i dirigenti il rischio è quello di incappare in un’inibizione temporanea.
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