Inter, Chivu pre Genoa: "Dicevano che eravamo falliti, finiti, ma noi siamo ancora lì: sull'Inter vengono messe troppe etichette"

SERIE A - Il tecnico dell'Inter Cristian Chivu ha parlato alla vigilia della trasferta di Marassi contro il Genoa: "Siamo partiti sotto la lente d'ingrandimento, ci dicevano che eravamo falliti o finiti ma siamo sempre lì. Io non valuto solo una vittoria o una sconfitta per il processo di crescita. Non mi piacciono le etichette e all'Inter se ne mettono troppe".

Cristian Chivu, allenatore Inter

Credit Foto Getty Images

Il tecnico dell'Inter Cristian Chivu ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della sfida dei nerazzurri a Marassi contro il Genoa. Così Chivu sulla partita: "Dovrà essere una partita perfetta anche dal nostro punto di vista. Da quello che sarà l'atteggiamento, la nostra voglia di fare bene contro una squadra che ha ritrovato entusiasmo con il nuovo allenatore. A Genova per l'Inter non è mai stata semplice, servirà fare una gara con tutto quello che si ha".

Su come la squadra ha vissuto il post Liverpool

"Con la stessa serenità che ha contraddistinto il cammino da inizio stagione. Siamo consapevoli di dover mettere in campo il meglio che si ha in quel giorno, aggiungendo qualcosina dal punto di vista dell'attenzione, della responsabilità, della passione e del divertimento. Nonostante quello che si diceva, dal mio punto di vista stiamo facendo una grande stagione. Con alti e bassi, vogliamo togliere quei bassi ma siamo fiduciosi per il lavoro in campo e non solo per i risultati".

Su come vive la sfida con il suo ex compagno De Rossi

"Ho vissuto quattro anni meravigliosi a Roma, era più giovane di me però si è integrato subito nella realtà. Era capitano senza fascia essendoci ancora Totti, ma si è sempre messo a disposizione. Di lui ho sempre ammirato l'intelligenza fuori dal comune, posso parlare bene di lui perché è vero e leale, lo stimo molto".

Su come ha lavorato sulla squadra dopo le sconfitte

"Dobbiamo continuare a fare le stesse cose, migliorando negli errori fatti. Ma non dobbiamo perdere la consapevolezza che stiamo facendo una grande stagione. Sono 21 partite, escludendo il Mondiale per Club dove abbiamo sbagliato due tempi ma non le partite. Questo gruppo sa stare, vuol essere dominante e continuare ad avvicinarci ai nostri obiettivi. La realtà del campo è diversa da quello che qualcuno vuole raccontare".

Su cosa chiede alla squadra per fare l'ultimo step

"Chiedo tante cose, poi è la loro percezione e voglia a essere più importante di quello che voglio o quello che si dice. Siamo partiti sotto la lente d'ingrandimento, ci dicevano che eravamo falliti o finiti ma siamo sempre lì, con la determinazione di un gruppo che ha sempre messo la faccia dal punto di vista dell'organizzazione e della qualità. Sono cose importanti, non era scontato visto quello che si diceva in estate. Abbiamo margine di miglioramento ma non abbiamo mai voluto perdere l'identità, la fame del gruppo; la voglia di essere dominanti in Serie A e in Europa. Siamo sulla strada giusta e possiamo ancora migliorare e questa è la cosa importante". 

Sul fatto che quando l'Inter vada sotto, spesso non rimonti

"Abbiamo sbagliato due tempi, con l'Udinese e col Napoli. Per il resto abbiamo sempre provato a essere propositivi, senza speculare. Poi magari qualcuno mi dirà che speculare vuol dire portare a casa qualcosa, ma io non voglio perdere la nostra identità. Imparando dai nostri errori".

Sulle fatiche profuse fin qui

"Dal punto di vista dell'impegno col Liverpool abbiamo aggiunto qualcosa rispetto al Como. Poi l'avversario è diverso, ha qualcosa di più rispetto al Como; ma sono felice di quello che abbiamo portato in campo perché non abbiamo abbassato il livello. Poi in Champions League è diverso, con tutto il rispetto per il Como che è una realtà sana, loro non sono il Liverpool e non hanno speso 150 milioni per un giocatore. Ma dal punto di vista del gioco non siamo stati inferiori al Liverpool e abbiamo aggiunto qualcosina. Poi col Como abbiamo vinto e col Liverpool, ma mi tengo quanto di buono abbiamo fatto". 

Sulle pressioni che sta subendo, si parla molto di lui

"Non ho sassolini da togliermi ma dobbiamo parlare della realtà. Poi se vogliamo parlare del perché non si vince uno scontro diretto, come della percezione estiva su di noi. Sono qui da 20 anni, le aspettative sono diverse dalla realtà; si deve vincere sempre ed è giusto che sia così. Ma io non valuto solo una vittoria o una sconfitta per il processo di crescita. Non mi piacciono le etichette e all'Inter se ne mettono troppe".

Su come stanno i giocatori

"Acerbi non è disponibile, come Darmian, Dumfries, Palacios e Di Gennaro; Calhanoglu non ha ripreso ad allenarsi".
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