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Vincenzo Vivarini, l’ex collaboratore di Sarri che piace a Mourinho e insegue la A con l’Empoli

Stefano Dolci

Aggiornato 30/09/2017 alle 12:05 GMT+2

Alcune settimane fa Vincenzo Vivarini, 51enne ex tecnico di Teramo e Latina, ha ricevuto una telefonata di complimenti da Manchester da José Mourinho: “Ti seguo, continua così…”. Una bella sorpresa per un allenatore che ha lavorato anche con Sarri nel 2006, ha vinto 3 campionati, una panchina d’oro, lanciato in orbita Lapadula ed ora sogna a 51 anni di guadagnarsi la chance di allenare in Serie A.

Vincenzo Vivarini, Empoli, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Spulciando nel passato di José Mourinho e concentrandosi sulle dichiarazioni che hanno reso ancor più leggendario uno dei tecnici più vincenti del panorama europeo, è facile trovare un numero veramente massiccio di frasi piccate e al vetriolo indirizzate ai danni dei colleghi. Da Wenger a Tito Vilanova passando per Rijkard, Spalletti, Conte e Guardiola lo Special One nella sua carriera ha polemizzato veramente con moltissimi allenatori e uomini di calcio. Nel corso degli ultimi anni però l’allenatore di Setubal ha cambiato un po’ la sua strategia comunicativa, diventando più malleabile e predisposto a porgere l’altra guancia anche ad ex acerrimi nemici come Claudio Ranieri (elogiato a più riprese ai tempi del miracolo Leicester).
Quando però ad Empoli, qualche settimana fa, hanno saputo che Mou voleva complimentarsi al telefono con Vincenzo Vivarini, 51enne tecnico della formazione toscana, in tanti hanno pensato di essere seriamente sul set di scherzi a parte. In realtà l’attuale manager del Manchester United è ancora in buonissimi rapporti con Andrea Butti (dg dell’Empoli da quest’estate ma che lavorò col portoghese ai tempi dell’Inter del Triplete) e alla vigilia dello start del campionato di Serie B ha voluto fare il suo in bocca al lupo all’ex tecnico di Teramo e Latina, che quest’anno è chiamato a riportare la compagine toscana (che sabato scorso col Cittadella ha perso l’imbattibilità rimanendo però a 2 punti dal primo posto, ndr) in massima serie…
Mourinho mi ha chiamato a inizio campionato posso confermarlo, il direttore Butti ha un gran rapporto con lui e mi ha fatto questa sorpresa. Mi ha detto che mi tiene d’occhio e che devo continuare così, perché non posso sbagliare. Insomma mi ha messo pressione anche lui. Il resto della chiacchierata? Me lo tengo per me

L’ex attaccante venuto dalla gavetta che ha lavorato con Sarri

Originario di Ari, comune di poco più di 1100 abitanti della provincia di Chieti, Vivarini è il classico allenatore che si è dovuto guadagnare sul campo, a suon di promozioni, la possibilità di allenare in categorie superiori. Se Mourinho a 33 anni era già vice allenatore di Bryan Robson al Barcellona e a 40 anni con il Porto vinceva campionato portoghese, Coppa di Lega e Coppa Uefa, Vivarini a 33 anni era un ex attaccante, costretto a mollare il calcio professionistico a poco più di 30 anni a causa di brutti infortuni (due crociati rotti e svariati strappi muscolari), che faceva il ragioniere e studiava da allenatore. Come calciatore era arrivato fino alla Serie B (6 presenze col Cosenza nel 1990) e non appena appese le scarpe al chiodo si è subito buttato a capofitto sulla carriera da tecnico allenando due stagioni ad Ortona e poi intraprendendo la carriera di viceallenatore al Giulianova (una stagione) e al Pescara.
Alla corte dei biancazzurri arriva nell’estate del 2004 con Gianni Simonelli, in panchina, che lo inserisce nel suo staff di collaboratori e gli affida il compito di preparare dettagliati profili e video sugli avversari. La stagione per i Delfini è tutt’altro che esaltante: retrocessione sul campo evitata solo tramite i ripescaggi. Il lavoro di Vivarini però, nonostante i risultati sul campo, viene apprezzato tanto che l’anno seguente il nuovo tecnico, Maurizio Sarri, lo vuole nel suo staff e gli affida anche compiti più specifici, a più stretto contatto con la squadra.
Dalla prima volta in cui ci siamo incontrati ho capito subito di avere di fronte un ragazzo molto intelligente. Una persona chiara, pulita e capace. Se può arrivare ad allenare in A? Non ho dubbi sulle sue capacità (Maurizio Sarri su Vivarini, il Centro maggio 2015)
Dai metodi e dalla preparazione di Sarri, Vivarini resta piacevolmente impressionato: la sua filosofia, la meticolosità nel lavoro, la cura del dettaglio e la ricerca del risultato attraverso il gioco diventano dei capisaldi nel suo modo di allenare. Il Pescara di Sarri si salva tranquillamente e il tecnico toscano l’anno seguente si guadagna la chiamata dell’Arezzo. Vivarini invece resta a Pescara e, dopo l’esonero di Ammazzalorso, insieme a De Rosa prende le redini della prima squadra, curando gli allenamenti in prima persona e sobbarcandosi la stragrande maggioranza del lavoro tattico. Purtroppo dopo un buon inizio (10 punti in 4 gare), le turbolenze societarie del club impediscono alla squadra di lavorare in maniera tranquilla e serena, e a fine stagione la squadra dopo essere retrocessa, addirittura fallisce.
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2006, Vincenzo Vivarini ai tempi della sua militanza come vice allenatore a Pescara, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Dopo questo triennio di apprendistato, Vivarini a 41 anni si sente pronto per iniziare la carriera da allenatore capo, la prima società che gli affida una panchina è il Luco Canistro nella pausa natalizia del 2007: Vivarini prende in mano una squadra sfiduciata e che sembra condannata alla retrocessione in Eccellenza. Nel girone di ritorno però il Canistro, dopo due sconfitte, inanella una lunga serie di vittorie e strappa una salvezza insperata. A Canistro, Vivarini crea anche il suo staff di collaboratori fidati (il preparatore atletico Del Fosco e il preparatore dei portieri Zambardi) che lo seguiranno ovunque (ancora oggi ad Empoli sono al suo fianco). Dopo un’annata un po’ tribolata alla Renato Curi Angolana, Vivarini vince il suo primo campionato nel 2009-2010 riportando il Chieti dopo 23 anni fra i professionisti. Ci riesce grazie a un girone di ritorno monstre (38 punti) e riuscendo a compattare una squadra e una tifoseria che sembravano spaccate a metà (dopo un ko esterno a Canistro, addirittura alcuni tifosi entrarono negli spogliatoi ed aggredirono con schiaffi e pugni alcuni giocatori). A Chieti Vivarini rimane anche la stagione seguente in Lega Pro Seconda Divisione, sfiorando l’accesso ai playoff, e chiudendo l’annata con un onorevole 6° posto e il terzo attacco più prolifico del torneo. Nel 2011-2012 Vivarini passa all’Aprilia, sempre in Seconda Divisione, con cui arriva a un passo dalla finale playoff e la stagione seguente viene esonerato a febbraio mentre è in piena corsa per i playoff, dopo un filotto di 4 sconfitte di fila.

Lapadula ha svoltato grazie a lui

Nell’estate del 2013 torna in Abruzzo ingaggiato dal Teramo, dell’ambizioso patron Luciano Campitelli. Vivarini in due anni vince due campionati, ottiene una striscia record di 24 risultati utili di fila, brevetta il 3-5-2 (lo schema che è diventato il suo marchio di fabbrica e permette alle squadre di essere solide ma anche efficaci) e lancia in orbita Gianluca Lapadula che nel 2014-2015 segna 21 gol e forma con Alfredo Donnarumma la coppia di attaccanti italiani più prolifica del panorama professionistico italiano (44 reti).
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Vincenzo Vivarini incita capitan Bucchi (LaPresse)

Credit Foto Eurosport

Purtroppo Vivarini e i tifosi del Teramo non potranno mai assaporare la Serie B a causa dello scandalo calcio scommesse che travolge i vertici del club abruzzese e il patron Campitelli, condannato per responsabilità diretta per aver combinato la decisiva sfida promozione con il Savona. Per amore della piazza e senso di riconoscenza verso una tifoseria e una città sconfortata dall’umiliazione di veder sfuggire la storica Serie B per calcio scommesse, Vivarini resta al timone della squadra in Lega Pro guidando i biancorossi alla salvezza nonostante i 6 punti di penalizzazione. Nel marzo del 2016, i colleghi allenatori, lo premiano con la Panchina d’oro Lega Pro, il riconoscimento annuale riservato al miglior allenatore della passata stagione. Un parziale risarcimento per il lavoro di un tecnico preparato e a cui la terza serie inizia a stare stretta.
Vivarini è l’allenatore più bravo che ho avuto in carriera. Riesce ad ottenere il meglio da qualunque giocatore, instaura grandi rapporti umani e mi ha insegnato davvero tanto. Gli sarò sempre grato (Gianluca Lapadula, 22/11/2015)
L’approdo in Serie B per il tecnico di Ari arriva nell’estate 2016, quando il Latina lo chiama a guidare la formazione pontina. La fortuna però continua a non assistere Vivarini, visto che fra scandali giudiziari (arresto del presidente Maietta), punti di penalizzazione e stipendi non pagati: la società ad aprile viene dichiarata fallita e il mese successivo la squadra retrocede in Lega Pro. Nonostante le vicissitudini anche in Serie B, Vivarini mostra di sapere il fatto suo: le sue squadre sono sempre corte ed organizzate, tutti gli aspetti sono curati nei minimi dettagli e gli attaccanti vengono sempre messi nelle condizioni di segnare tanto. Per tutti questi motivi l’Empoli non ha indugiato quest’estate a puntare su di lui e ad accontentarlo regalandogli tanti giovani interessanti e due attaccanti potenzialmente devastanti per la categoria come Caputo e il fido Alfredo Donnarumma.
Quando vinsi l’ultimo campionato col Teramo uno dei primi messaggi di complimenti che ricevetti fu di Sarri. C’era scritto ‘ ti aspetto in A’ (Vincenzo Vivarini, intervista Il Centro maggio 2015)
Chissà che da Empoli fra qualche anno non possa spiccare il volo,un altro tecnico venuto dal basso e capace di stupire anche al massimo livello. Le premesse ci sono. E anche Mourinho dall’Inghilterra se n’è accorto…
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