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Supercoppa Italiana - Made in Italy a Riad tra il razzismo di Udine e i brividi di Napoli-Inter

Roberto Beccantini

Aggiornato 22/01/2024 alle 15:02 GMT+1

SUPERCOPPA - Napoli e Inter si giocano il primo trofeo della stagione a Riad, dove andrà in archivio la prima edizione con il formato della Final Four. Nerazzurri favoriti, campani che cercano un lampo in una stagione complicata. L'ultimo precedente ha premiato largamente la squadra di Inzaghi.

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Il passato non passa mai. «La vergogna di Udine»: non una parte per il tutto ma il tutto per una parte, come si titola in circostanze così squallide. I cori razzisti dei curvaioli a Mike Maignan durante Udinese-Milan (2-3); la partita sospesa per cinque minuti, lo sdegno, l’invito alla fermezza: dalla chiusura dello stadio allo 0-3 a tavolino. Gabriele Gravina e, a ruota, Gianni Infantino: prognosi, terapie, proclami. E’ questa la colonna sonora che il made in Italy esporta a Riad, dove lunedì sera, alle ore 20, Inter e Napoli si contenderanno la Supercoppa di Lega. Una monarchia non esattamente in cima alla classifica dei diritti civili, ma le «scimmie» di sabato suggeriscono agli ospiti di volare basso.
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Non è la prima volta che si gioca in Arabia. E’ la prima volta che si gioca con la formula «spagnola», semifinali e finale. Vittorio Zucconi scriveva: «Le opinioni sono come il sedere. Tutti ne abbiamo uno, ma non è detto che interessi agli altri». Ammesso che interessi la mia, eccola: una boiata pazzesca. Resto fedele al modello inglese: coppe e buoi dei paesi tuoi. Cioè: loro a Wembley, noi all’Olimpico. Se il piatto strilla, si vada pure nel deserto ma almeno si asciughi il protocollo. Il 18 gennaio 2023, sempre a Riad, l’Inter travolse il Milan per 3-0. Era l’anno dei cinque derby vinti.
Simone Inzaghi è abbinato ai tornei corti, come certifica la bacheca delle tre Coppe Italia (Lazio 2019; Inter 2022, 2023) e delle quattro Supercoppe (Lazio 2017, 2019; Inter 2021, 2022). Se il 3-0 del Napoli di Walter Mazzarri alla Fiorentina di Vincenzo Italiano era scaturito più dagli episodi che dalla forza, il 3-0 di Inzaghino alla Lazio di Maurizio Sarri («Prendi i soldi e scappa») non si presta ad alcun dibattito: un dominio totale.
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Per quanto l’atto unico possa camuffare differenze e lontananze, a cominciare dai 20 punti che li dividono in campionato, è difficile immaginare un pronostico che non baci l’Inter. Anche se Aurelio De Laurentiis sta imperversando sul mercato invernale, da Pasquale Mazzocchi, subito titolare, a Hamed Traorè e Cyril Ngonge; anche se Piotr Zielinski è più di «là» che di «qua»; anche se Mazzarri si è liberato dell’eredità spallettiana e ha abbracciato l’amore di una carriera, la difesa a tre che spesso consideriamo sterco del diavolo quando, viceversa, non è né l’uno né l’altro, ma un modulo, uno come tanti. I topi d’archivio ricordano che il 3-5-2 di Antonio Conte, alla Juventus, nacque proprio a Fuorigrotta, e proprio al cospetto del mister labronico. Per emulazione, per convenienza.
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Il 3 dicembre scorso, al Maradona, il Napoli decollò con baldanza salvo arrendersi alle parate di Yann Sommer, al taglio british dell’arbitro e ai gol di Hakan Calhanoglu, Nicolò Barella e Marcus Thuram. Il 3-0 dell’Inter sembrò oggettivamente obeso, ma il calcio è come l’ombra: se la fuggi ti insegue, se la insegui ti fugge. Ai campioni d’Italia mancheranno Victor Osimhen e Zambo Anguissa, impegnati in Coppa d’Africa. Che ci sia poca gente (come per Napoli-Fiorentina) o abbastanza (come per Inter-Lazio) non è argomento dirimente. Conta, esclusivamente, il monte-premi di 23 milioni di euro. L’Arabia dei Cristiani è l’ultima frontiera, l’ultimo Eldorado. Occhio, però, ai noiosi tormenti di Karim Benzema, a conferma che forse, e sottolineo forse, c’è vita oltre lo sfarzo.
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Il successo di Madama a Lecce ha scalzato l’Inter dal «trono» domestico, dettaglio che, per la maturità acquisita dalla rosa, non dovrebbe condizionarne comunque il rendimento o la tenuta psicologica. Lautaro Martinez da una parte, Khvicha Kvaratskhelia dall’altra: il migliore del periodo all’esame di chi lo era stato sino a maggio. Mors tua, coppa mea.
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Per commentare o fare domande potete inviare una mail a
roberto.beccantini@fastwebnet.it o visitare il blog di Roberto
Beccantini http://www.beckisback.it.
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