Totti: "Pirlo? Troppe aspettative per un debuttante"
DaEurosport
Aggiornato 01/09/2020 alle 17:25 GMT+2
L'ex capitano storico della Roma parla del prossimo allenatore della Juventus, nonché suo compagno ai tempi della Nazionale. E dice anche un paio di cosine sulla Roma che verrà.
Francesco Totti ha un pregio: dice sempre quello che pensa, anche quando deve dire cose un po' scomode. Totti è grande amico di Pirlo, ma sa anche che il compito che gli è stato affidato è di quelli gravosi: ecco le sue parole a Repubblica.
Pirlo? Deve essere un fuoriclasse anche in panchina
Pirlo alla Juventus? È una tendenza nata dal successo di Zidane. Quando parla un allenatore che è stato un campione, lo spogliatoio ascolta perché lo rispetta. Naturalmente deve esserci una capacità tecnica, se il campione è un bluff viene scoperto e finisce tutto. Però il rispetto per il tuo passato ti garantisce un po’ di tempo in più, e Gattuso per esempio l’ha sfruttato benissimo. Pirlo? È una persona d’oro, spero sinceramente che ce la faccia e devo dire che la Juve difficilmente sbaglia una scelta. Ma non mi aspettavo un passo così deciso, non è normale che un debuttante riceva un incarico gravato da simili aspettative. Andrea dovrà essere Pirlo, vale a dire un fuoriclasse, anche in panchina. E da subito
Conte alla Roma? Quasi...
Conte alla Roma? Pensavo di avercela fatta, chieda a Fienga, anche lui ormai si stava convincendo. Parlai con Antonio per dieci giorni in modo sempre più dettagliato, voleva sapere tutto, giocatori da cedere e giocatori da prendere, clima interno allo spogliatoio, ricordo che pretendeva soltanto tre figure a contatto con la squadra, gli altri tutti lontani, e l’avremmo accontentato. Ci rimasi male, quando alla fine scelse l’Inter
Zaniolo diventerà un grande con Pellegrini
Zaniolo può diventare un grandissimo. È il talento più cristallino della nuova generazione, deve maturare come persona e in campo ma è inutile farla troppo lunga, succede a tutti i ventenni. Il consiglio migliore che gli posso dare è quello di legarsi a Lorenzo Pellegrini, perché è la persona che è, e perché da romano sa gestire bene privilegi e rischi del giovane campione in una città così differente dalle altre
Chiamale se vuoi...emozioni
Mi sono commosso quando ho visto il mio documentario in usicta. Ma sa quando è arrivata un’altra botta? Due settimane fa, quando abbiamo preso nella nostra agenzia Mattia Almaviva, proprio il ragazzo a cui consegnai la fascia da capitano. Non ci eravamo più rivisti da allora e mi sono emozionato ad ascoltare il suo racconto. Quel giorno venne allo stadio senza sapere niente, non doveva toccare a lui ma al capitano dei più piccoli. Siccome però gli esordienti avevano una gara distante e non facevano in tempo a rientrare all’Olimpico lo informarono che sarebbe toccato a lui. Non so a chi dei due tremassero più le gambe, quel pomeriggio.
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