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11.000 tifosi in Serie D e la difesa più forte d'Italia: la rincorsa del Bari per tornare grande

Stefano Fonsato

Aggiornato 05/12/2018 alle 18:28 GMT+1

Dal doloroso fallimento della scorsa estate alla dura realtà del calcio interregionale, che i galletti oggi comandano in cima al girone I guidati da capitan Brienza, mister Cornacchini e la straordinaria spinta del San Nicola. Dopo l'acquisiszione della Filmauro si guarda al futuro con entusiasmo rinnovato, grazie agli investimenti della famiglia De Laurentiis. Fascetti: "La A nel giro di 3 anni".

Bari-Nocerina, Serie D girone I, 2018-2019 - La coreografia della tifoseria del Bari (facebook)

Credit Foto facebook

Primo posto in classifica a 5 punti dalla Turris inseguitrice, undicimila spettatori per una partita di Serie D, un amore che - mai come per questa realtà - va al di là di ogni categoria: il (o "la", meglio) Bari ha ricominciato a sognare. Ripartendo dal basso, che per gli standard di una piazza da 325mila abitanti, fa rima con "sprofondo". Ma da qualche parte si doveva pur ripartire. Ed è giusto che l'entusiasmo del capoluogo pugliese - corroborato dall'hashtag societario #siamotutticonvocati - sia il carburante primario per una squadra che miscela al meglio elementi di esperienza a giovani particolarmente interessanti.

La tribolazioni del fallimento e la grande rinascita

Ma è chiaro come occorra fare un passo indietro. Da quel match di playoff per l'approdo in Serie A: la doppia eliminatoria contro il Cittadella, che premia i veneti, dà il la a un'estate di passione. Il Bari era arrivato "all in" all'appendice post regular season, che tifosi e dirigenza speravano - a giudicare dai valori della rosa - meritevole di promozione diretta. Una gestione tecnica mai del tutto convincente da parte di mister Fabio Grosso (ora all'Hellas Verona) e qualche prestazione a tratti indolente, avevano fatto sì che la squadra si giocasse l'agognato ritorno in Serie A partendo dalla fase preliminare degli spareggi, anche al netto di un'ultima penalizzazione per irregolarità amministrative comminata a fine campionato e che aveva causato la perdita di una posizione in graduatoria e la conseguente inversione di campo col Cittadella. La sconfitta al Tombolato causò il crollo del castello, il fallimento della gestione Giancaspro (17 i milioni di debito accumulati), la perdita dell'intero parco giocatori e la successiva entrata in scena di Aurelio De Laurentiis, voglioso di importare il modello Napoli in un'altra grande città del Sud. A seguire, il cambio di denominazione societaria in "Società Sportiva Calcio Bari" e la ripartendo dalla Serie D.
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Cittadella-Bari, Serie B 2016-2017, la gioia dei giocatori veneti (LaPresse)

Credit Foto LaPresse

Undicimila tifosi in Serie D: dove se non a Bari?

I tifosi dei Galletti, ora, possono sognare scalate titaniche formato Parma. Lo ha detto alla Gazzetta dello Sport anche un mostro sacro del mondo biancorosso, Eugenio Fascetti, il tecnico che ha lanciato - tra i tantissimi - Antonio Cassano:
Undicimila spettatori in Serie D? Solo una piazza come Bari può riuscire in certe imprese. E' uno spettacolo e vedrete che, in questo contesto, con una società solida come quella attuale si può pensare a riconquistare la Serie A nel giro di tre anni.
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Eugenio Fascetti (Getty Images)

Credit Foto Getty Images

Un primo posto da custodire

L'organico e i numeri sin qui accumulati dal Bari sono eccelsi: 33 i punti complessivi, +6 dalla Turris (che però ne sta scontando 2 di penalizzazione), l'unica a tenere a fatica il passo della formazione biancorossa, vista dal binocolo dal gruppetto di terze in graduatoria - Marsala, Palmese e Nocerina, appaiate a 22 punti. Proprio il club di Nocera Inferiore è stato l'ultimo avversario affrontato e strapazzato dal Bari: 4-0 di fronte a un pubblico del San Nicola strepitoso che ha inscenato sugli spalti una coreografia da Champions League.
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Bari-Nocerina, Serie D girone I, 2018-2019 - La coreografia della tifoseria del Bari (facebook)

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"Over" di lusso e giovani di qualità: il galletto è tornato a cantare

L'allenatore, si diceva, è Giovanni Cornacchini, ex bomber anni '90 del Perugia (e una breve comparsata nel Milan stellare 1991-92): nella sua rosa, spiccano nomi di 2-3 categorie superiori come Franco Brienza, che - all'alba dei 40 anni - ha scelto di rimanere anche dopo il fallimento.
A centrocampo, ecco anche Francesco Bolzoni, classe 1989, scuola Inter, svincolatosi dallo Spezia per sposare la causa biancorossa. Là davanti c'è Roberto Floriano, saetta esterna, l'anno scorso a Foggia in Serie B, pedina di lusso per le formazioni di Serie C, figuriamoci tra i dilettanti. C'è anche Simone Simeri, ex Novara e bomber della Juve Stabia nella passata stagione. Ma, in collaborazione col Napoli, è folta anche la truppa dei giovani di qualità assoluta approntata dal club manager Matteo Scala (ex Carpi e nome di fiducia di Cristiano Giuntoli) come il classe 1999 (in prestito dal club azzurro) Davide Marfella, già portiere della Vis Pesaro promossa in Serie C e che proprio contro la Nocerina ha parato un calcio di rigore. Sugli esterni, il "millennial" Enrico Piovanello, autore di due reti e interessantissimo prospetto proveniente dal Padova. Gli addetti ai lavori sono sicuri di una sua presenza fissa, nei prossimi anni, nel calcio che conta.

"Bari ha la sua storia: non sarà un'appendice del Napoli"

Aurelio De Laurentiis, all'inizio dell'avventura, al fianco del sindaco Decaro, dopo aver affidato la gestione del progetto al figli Luigi e il settore giovanile all'ex Milan Filippo Galli, si era presentato così:
Il Bari ha una storia molto lunga, di ben 110 anni: noi dobbiamo fare una cavalcata rapidissima per cercare di tornare in Serie A. Dobbiamo cercare di modificare queste regole che non permettono di avere due squadre in Serie A, cambiamenti che ora sembrano impossibili, ma con gli anni non risultano tali. Una nostra risalita mette in crisi una possibile discesa di alcuni e cercheremo di lottare per questi cambiamenti perché io sono un guerriero. Ma una cosa è certa: non possiamo fare una commistione tra Napoli e Bari: due città diverse, ognuna con la propria storia e con una propria tifoseria che va rispettata.

Sognando Sarri: difesa ermetica e tutti a segno, ecco il "Cornacchini-ball"

Ancora imbattuto, il Bari è titolare di un record decisamente lusinghiero: con solamente quattro reti subite, è la miglior difesa italiana delle prime 4 categorie. Cornacchini - già vincitore di un campionato di Serie D alla guida dell'Ancona, inoltre, ama gli scambi veloci, a memoria e ha creato una vera e propria catena di montaggio del gol: a segno sono andati ben 11 giocatori: Floriano e Simeri guidano a 5 reti, segue Neglia a 4, Pozzebon a 3, quindi Mattera, Di Cesare, Piovanello e Langella a 2; infine Bolzoni, D’Ignazio e Bollino a 1. Con i dovuti distinguo sembra di gustarsi il Napoli di Maurizio Sarri. E chissà che un giorno, in Serie A, non sia davvero così.
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