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L'UCI dice no a Emily Bridges, ciclista trangender: non gareggerà al British National Omnium Championship femminile

Eurosport
DaEurosport

Pubblicato 31/03/2022 alle 15:50 GMT+2

OMNIUM - British Cycling ha preso nota del veto dell'UCI rispetto alla partecipazione di Emily Bridges, ciclista transgender, al British National Omnium Championship femminile di Derby. Il profilo dell'atleta non rispetta le condizioni necessarie stabilite dal regolamento. "Riconosciamo la decisione dell'UCI, ma riconosciamo anche la sua delusione di Emily", ha scritto British Cycling.

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Con un comunicato ufficiale, British Cycling ha riferito il verdetto dell'UCI in merito alla partecipazione di Emily Bridges, ciclista transgender, al British National Omnium Championship a Derby. L'UCI, ente governatore del ciclismo, ha deciso di porre un veto in quanto il profilo dell'atleta non rispettava tutte le linee guida. Emily inoltre, era ancora registrata come un ciclista uomo, dunque dovrà attendere la scadenza del suo ID per registrarsi diversamente.
Bridges dunque, dovrà rinunciare al debutto nell'omnium femminile e al confronto con l'olimpionica Dame Laura Kenny. La ciclista aveva fatto coming out nel 2020 in un'intervista a Sky Sports, e aveva continuato a correre nelle compatizioni maschili anche durante il trattamento ormonale. A Derby, luogo del prossimo British National Omnium Championship, molte atlete avevano minacciato di boicottare la competizione in quanto ritenevano la partecipazione di un'atleta transgender una ingiustizia.

Il comunicato di British Cycling

British Cycling ha commentato così la decisione dell'UCI: "Siamo rimasti in stretto contatto con l'UCI in merito alla partecipazione di Emily questo fine settimana e ci siamo anche impegnati con Emily e la sua famiglia per quanto riguarda la sua transizione e il suo coinvolgimento in competizioni d'élite", recita il comunicato.
Riconosciamo la decisione dell'UCI in merito alla partecipazione di Emily, tuttavia riconosciamo pienamente la sua delusione per la decisione odierna.
British Cycling ha poi invitato gli organi sportivi a formare una coalizione per chiarire i parametri d'accesso e partecipazione degli atleti transgender:
"L'inclusione transgender e non binaria è più grande di una razza e di un atleta: è una sfida per tutti gli sport d'élite. Riteniamo che tutti i partecipanti al nostro sport meritino maggiore chiarezza e comprensione sulla partecipazione a competizioni d'élite e continueremo a lavorare con l'UCI sia sul caso di Emily che sulla situazione più ampia in merito a questo problema. Negli ultimi anni, abbiamo assistito a enormi progressi nella scienza e nei test sugli sport d'élite, la più ampia comprensione scientifica e della biologia umana, gli sviluppi nella protezione fornita dalla legge e, soprattutto, un maggiore rispetto per le sfide psicologiche e sociali di coloro che sono transgender e non binari. Questa è un'area complessa e unendoci possiamo condividere risorse e approfondimenti. Sappiamo che alcune di queste conversazioni stanno avvenendo nelle tasche del mondo sportivo, ma vogliamo incoraggiare tutti gli organi di governo sportivo, gli atleti, la comunità degli atleti transgender e non binari, il governo e oltre a riunirsi e trovare una risposta migliore . In tutti gli sport, è necessario fare molto di più, collettivamente, prima di poter trarre conclusioni a lungo termine".
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Emily Bridges - her før hun startet hormonbehandlingen

Credit Foto Getty Images

Dal coming out alla transizione: la storia di Emily Bridges

Due anni fa, Emily Bridges cominciava la sua transizione. L'obiettivo, in poco tempo, è diventato quello di gareggiare nelle competizioni femminili: "Dopo aver iniziato la terapia ormonale non volevo correre nella categoria maschile più del dovuto; ovviamente, fa schifo fallire, correre come un uomo quando non lo sei. È stato subito chiaro che era la categoria sbagliata per me", ha dichiarato a Cycling Weekly a inizio mese.
Nell'estate del 2020 mi ero disinnamorata di questo sport. Non potevo più vivere così, non potevo essere me stessa.
Ora Bridges si vede negata una prima opportunità per tornare a competere, e la strada per una sua futura partecipazione sembra farsi più ripida che mai.
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