Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

L’Italia della pista prenota il futuro: ai mondiali show da sogno, ed è solo l’inizio...

Giulia Cicchinè

Aggiornato 05/03/2018 alle 14:31 GMT+1

Con sei medaglie, l'Italia raccoglie un bottino più che soddisfacente ai Mondiali di Apeldoorn. L'oro di Ganna è solo la punta di una spedizione ricca di talento e preparazione pluriennale che inizia a dare i suoi frutti. E il pensiero è già a quel futuro chiamato Olimpiade.

Italia Ciclismo su pista - Gnna, Paternoster, Confalonieri, Consonni, Scartezzini

Credit Foto Eurosport

C’eravamo lasciati con le immagini delle lacrime di Rachele Barbieri sul podio di Hong Kong, lo scorso anno, con una maglia iridata nello Scratch femminile, in aggiunta ad un argento e ad un bronzo. Ma quanto successo ad Apeldoorn, non può che lasciare soddisfatti sia il movimento che i tifosi azzurri.
Le compagini guidate dai CT Villa e Salvoldi, sotto l’occhio vigile di Davide Cassani, hanno raccolto un bottino complessivo di sei medaglie dove spicca l’oro di Filippo Ganna nell’inseguimento individuale. Ma quello che c’è dietro al “solo” metallo, è qualcosa di più.
Quella azzurra è una nazionale che ha un’ età media relativamente bassa e che può contare su campioni tanto giovani quanto esperti. Non è quindi un azzardo inserire, su tutti, Filippo Ganna tra le certezze di una spedizione più che convincente.

Ganna, Consonni e Scartezzini: le certezze al maschile

Ganna, classe ’96, ad Apeldoorn ha conquistato il suo secondo oro mondiale nell’inseguimento individuale in una finale da vero campione: rimonta pazzesca con record italiano sul favorito della kermesse Ivo Oliveira. A soli 21 anni, con una carriera agli esordi, “Top Ganna” ha già scritto il suo nome in pagine importanti del ciclismo su pista. E non solo, come confessa a Il Messaggero.
Di sogni da realizzare ne ho tanti e sono tante le corse che mi piacerebbe vincere, come la Roubaix. In pista? Porterò in alto l’Italia alle Olimpiadi 2020
Simone Consonni ha disputato un mondiale sopra le righe. I maliziosi lo ricorderanno per “aver perso l’oro nell’Omium all’ultima volata” ma la crescita di questo ragazzo è da applausi. In un percorso pluriennale in cui Consonni si è diviso tra pista e strada, la medaglia di bronzo nell’Omnium vale come un Oro, se non di più. E che questo successo sia solo un punto di partenza per il bergamasco che ha dimostrato grinta e gambe da vendere.
Michele Scartezzini ha colto ad Apeldoorn il miglior risultato della carriera, un argento nello Scratch ed è di certo il traguardo più grande per un ciclista che da tanto, tantissimo tempo, si dedica alla pista tra individuale e quartetto, sebbene sia stato escluso da quello della spedizione olandese.
Ganna-Lamon-Consonni-Bertazzo, al di là dei titoli individuali, hanno dimostrato ancora più compattezza come quartetto, andando a riconfermare il bronzo di Hong Kong.

Bronzo storico per le Rocket Girls: l’Italia al femminile in netta crescita

Da applausi sono anche le Rocket Girls, di bronzo anche loro, che con Paternoster-Balsamo-Guderzo e Valsecchi hanno letteralmente riscritto la storia. Superato lo scotto della sconfitta contro la Gran Bretagna in semifinale, hanno battuto il Canada e si sono prese di forza bronzo mondiale, il primo nella storia dell’Italia.
E forse la forza di questo quartetto è l’equilibrio. Il giusto mix tra le veterane, Guderzo, Valsecchi e Frapporti capaci di leggere bene le situazioni di gara e le giovani, ma non per questo inesperte, Paternoster e Balsamo che hanno messo freschezza in pista e quel guizzo in più valso la medaglia.
Letizia Paternoster, tra l’altro, con Maria Giulia Confalonieri, è stata autrice di un’altra bella impresa di bronzo, nella Madison. E se si pensa che la giovane trentina era al suo primo mondiale elite in una condizione fisica non ottimale causa febbre, non si può che rimanere soddisfatti di una prestazione del genere. Con la Madison, le azzurre hanno lanciato un altro chiaro segnale alle altre nazioni in vista di Tokyo 2020: attente all’Italia!
Peccato per Elisa Balsamo, davvero vicina ad una medaglia nell’Omniun femminile, sfuggitale per un solo punto. Per lei valgono le stesse considerazioni di Consonni; l’Omniun non è una corsa facile e quella sola gara nasce da un percorso pluriennale in cui Balsamo si è comunque divisa tra pista e strada. Certo, perdere una medaglia per un solo punto fa male ma potrebbe essere davvero la classica porta che apre un portone chiamato Olimpiade.
Perchè con questi Mondiali, non si può non pensare al futuro. I nomi citati sono solo alcuni dei ciclisti che hanno dato lustro alla nazione ad Apeldoorn. Senza contare che per Tokyo 2020 tornerebbe in gara anche Elia Viviani e che i giovani azzurri tra gli Junior garantiscono abilità e preparazione.
I mondiali olandesi hanno lasciato all’Italia la consapevolezza e presa di coscienza che quella azzurra è una nazionale di talento, ancora in crescita, che può dire la propria nel futuro. E il futuro fa rima con Tokyo 2020.
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità