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Ciccone: "Nel 2020? Top10 al Giro e l’Olimpiade. Con la bacchetta magica? Curerei mia mamma"

Giulia Cicchinè

Aggiornato 05/02/2020 alle 13:05 GMT+1

Il ciclista abruzzese, ex maglia blu del Giro che ha vestito la maglia gialla al Tour 2019, è pronto per la stagione 2020 al fianco di Vincenzo Nibali. Intervistato dal Corriere dello Sport, parla della nuova stagione e dei suoi sogni, che non solo relativi alle due ruote...

Giulio Ciccone

Credit Foto Getty Images

Gli appassionati di ciclismo lo conoscevano già quand’era dilettante, prospetto abruzzese cresciuto a Bergamo. Poi gli anni alla Bardiani ed ecco il passaggio in Trek-Segafredo, cosa che ha reso Giulio Ciccone qualcosa di più di un solo ciclista.
Intervistato dal Corriere dello Sport, ripercorre le tappe di un 2019 che ha decisamente cambiato la sua vita e pensate che nel 207 ha pure pensato di smettere.
Nel 2017, dopo l’operazione al cuore, ci ho pensato sì. È stato un anno pesante, brutto, avevo perso fiducia e facevo una fatica pazzesca, al Giro fu un disastro, mi staccavo da cento corridori. Alla fine ero triste, giù di morale. Ma dopo una settimana era tutto passato
Questa’anno correrà al fianco di Vincenzo Nibali, passato proprio nel 2020 alla Trek-Segafredo che sarà capitano del 25enne maglia blu del Giro che ha vestito anche la gialla al Tour.
Il primo ricordo che ho di Nibali era al Giro 2016, io vinsi la mia prima tappa e lui il Giro. Tutti lo davano per morto e lui ebbe la capacità di ribaltare la corsa, con una classe che hanno solo i grandi campioni. Nel 2020? Sarei contento se Nibali vincesse il Giro, io finissi nei primi 10 e Cassani mi convocasse per l’Olimpiade
Pressione? Dopo un 2019 da protagonista non potrebbe non esserci.
L’anno scorso quando mi staccavo non se ne accorgeva nessuno, quest’anno so già che non sarà così. Mi sorprende essere diventato un ciclista di questo livello. Pensavo di poter far bene, ma non così. E ho solo 25 anni
Il futuro è brillante, il passato è stato da incorniciare. Eppure quel Tour de France del 2019 porta con sè un ricordo amaro, non dolce come il gelato “Giulio Ciccone” al cocco e cioccolato. Una volta tornato dalla Grand Boucle, Ciccone ha conosciuto il dolore: sua mamma Silvana si è amamalata. Adesso si sta curando, sta facendo la chemio: “Non molla, non si abbatte. Magari avessi io la sua forza”. Ci sono i sogni a cinque cerchi, quelli colorati come le maglie dei Grandi Giri ma ce n’è uno ancora più profondo per Giulio Ciccone.
Se avessi la bacchetta magica? Guarisco la mia mamma. Il resto va benissimo così
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