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LIVE: Giro, 11a tappa

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Pubblicato 19/05/2010 alle 15:08 GMT+2

Una fuga bidone sconvolge tutti gli equilibri, con il gruppo dei big staccato al traguardo din quasi 13 minuti al termine di 262 km sotto una pioggia gelida... Il neoprofessionista australiano Richie Porte è la nuova maglia rosa, ma occhio a Sastre!

Giro 2010 L'Aquila Evgeni Petrov

Credit Foto AFP

Terremoto sportivo all’Aquila. Nessuna triste ironia, solo una constatazione: il Giro d’Italia nei 262 km di strada verso il capoluogo abruzzese ha cambiato completamente faccia, proprio come accadde alla città nella terribile notte del 6 aprile scorso. Riuscire ad utilizzare la parola "terremoto" in una metafora sportiva vorrebbe quindi riportare l’attenzione alla vita di ogni giorno, nel difficile fluire di una ricostruzione che fatica a trovare concretezza.
Anche i big di questo 93° Giro d’Italia dovranno prepararsi a faticare nell’ultima settimana per provare a ricucire una corsa che gli è scappata clamorosamente di mano nella prima parte dell’11esima tappa. Un gruppo di 56 corridori va in fuga dopo una quarantina di km, con l’Astana che rimane incredibilmente ferma, mentre la Liquigas fa finta di non vedere, forte della presenza di Kiserlovski e Agnoli tra i fuggitivi.
Ai battistrada non sembra vero: Team Sky, Cervelo, Saxo Bank e Caisse d’Epargne si mettono a tirare e ben presto il margine si dilata fino a 18 minuti, con i direttori sportivi che si lamenteranno poi per le comunicazioni tardive dell’organizzazione riguardo ai distacchi, cercando di difendere l’indifendibile.
Perché lasciar andare un gruppone in cui pedalano Carlos Sastre, Bradley Wiggins e il giovane Richie Porte (6° alla partenza a 2’26” da Vinokourov) rappresenta un errore da ogni punto di vista e con qualsiasi divario cronometrico. Nessuna scusa.
La pioggia e il freddo fanno il resto, perché la sofferenza dei corridori è evidente dopo la parentesi soleggiata di ieri in un Giro ben poco primaverile. I Gran Premi della Montagna di Rionero Sannitico, Roccaraso e Capo di Valle frazionano il gruppo dei battistrada come quello della maglia rosa, con il distacco che si assesta intorno ai 13 minuti.
Negli ultimi chilometri davanti è vera bagarre: lo scatto di Cataldo fornisce a Gedermann la chance per il contrattacco, mentre Bakelandts prova a far valere le sue doti di discesista, ma viene tradito dall’asfalto umido sull’ultima curva a gomito. La salita degli ultimi mille metri diventa quindi il teatro dell’accelerazione di Evgeni Petrov, 31enne russo del Team Katusha che scatta con decisione, scavalca agevolmente Gedermann e va a vincere a braccia alzate, cosa che non gli capitava dal 2002.
Fanno festa anche la nuova maglia rosa Richie Porte e ovviamente Sastre e Wiggins, clamorosamente rientrati nella lotta per il successo finale. Difficile dire come finirà a questo punto: sorpresa dopo sorpresa, questo Giro è meglio seguirlo giorno per giorno!
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