Ulissi: tappa e redenzione; Contador: sospiro di sollievo
Aggiornato 15/05/2015 alle 18:40 GMT+2
Diego Ulissi della Lampre Merida esce dal baratro della squalifica vincendo, in volata a Fiuggi, la settima tappa del Giro d'Italia; la maglia rosa (indossata oggi anche sul podio) chiude la frazione più lunga di questa edizione senza ulteriori problemi dopo l'inferno di ieri. Per Ulissi, sospeso dalle corse per 9 mesi dopo la positività al salbutamolo, è la quarta vittoria al Giro d'Italia
Vincere dopo una squalifica ha il sapore della favola, ce l'hanno detto in tanti e si legge oggi negli occhi di Diego Ulissi, sospeso lo scorso 25 giugno dalla Lampre Merida per positività al salbutamolo (riscontro di un controllo anti-doping al termine dell'undicesima tappa del Giro 2014) e squalificato dall'UCI per 9 mesi fino al 26 marzo 2015. Fra la Corsa Rosa e Diego Ulissi però c'è un rapporto di quelli speciali, dal traguardo di Tirano 2011 alla splendida doppietta della scorsa edizione, e rieccolo allora a braccia alzate su un traguardo del Giro, stavolta a Fiuggi, fra lo stupore generale nel vederlo lì, a sprintare in mezzo alle ruote veloci.
Vince Diego Ulissi perché la sua Lampre-Merida era tutta lì davanti nell'ultimo chilometro di una tappa lunghissima, con Ferrari che esce in testa al gruppo dall'ultima curva e Modolo a tirare la lunga volata di Fiuggi. Vince Diego Ulissi perché uno degli uomini più attesi, Simon Gerrans, è "solo" terzo dietro a Lobato mentre il grande favorito del giorno, Philippe Gilbert, oggi è non pervenuto. Vince Diego Ulissi perché spara al posto del vallone, il traguardo è in leggera pendenza e in fondo questi sono proprio i suoi arrivi... Con buona pace di velocisti e detrattori.
E Alberto Contador? Il leader è ferito ma sorride e, sul podio delle premiazioni, si mette la maglia rosa perché oggi, dopo 264 chilometri, quasi 7 ore e mezzo di corsa e vento contrario per tutta la fase iniziale, l'importante era scendere dalla bici illesi. Da segnalare soltanto, grazie a una specie di personal-camera sul Campéon, una leggera contrazione interna dalla parte sinistra del manubrio per non sollecitare la spalla sublussata.
Per il resto, è stata proprio la sua Tinkoff-Saxo a chiudere a meno venti la fuga - Nikolay Mihaylov (Sprandi), Pierpaolo De Negri (Nippo Fantini), Nicola Boem (Bardiani) e, come ieri, Marco Bandiera della Androni Giocattoli - e tirare in testa al gruppo nel finale, scortando il suo capitano fuori dai guai nel giorno della quiete dopo la tempesta.
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