Brambilla difende la maglia rosa di 1"; Primoz Roglic si vendica contro il tempo

GREVE IN CHIANTI - Chianti e nuvole. Come ci si deve sentire, sui pedali di una specie di razzo a due ruote, sulle strade di Bartali, fra i verdi vigneti delle terre toscane. Barbaresco-Barolo (2014), Treviso-Valdobbiadene (2015), Radda-Greve in Chianti: un'altra prova contro il tempo che diventa la crono del vino, un'altra tappa di origine controllata e garantita. É la solitudine dei numeri primi che fonda la tecnica di ogni corridore, il suo profilo scientifico, una quantistica lenticolare, la sezione residua. Senza la furia delle volate o il martirio delle salite, non c'è resistenza aerodinamica e pedalare somiglia a un egotismo: «Tenga il manubrio leggero», diceva Coppi ad Alfonso Gatto, il poeta prestato al Giro d'Italia, cronista dell'Unità.

Quaranta chilometri da Radda a Greve in Chianti, una crono con tanta salita fino al primo intertempo di Castellina (km. 11,6), il saliscendi di Madonna di Pietracupa (km. 22,3) e Panzano sul pendio di Sicelle (km. 33.7). Da qui, una tregua armata di 6,8 chilometri in discesa fino a duemila metri dal traguardo, fra le vie del centro storico e una "curva muretto” dove chi non ha studiato finisce aggrappato ai freni. Per non parlare di quando, mentre parte l'ex-maglia rosa Tom Dumoulin, la pioggia scende già copiosa sulla pedana di Radda in Chianti. Bisogna svuotare i tubolari e pulire le protesi del manubrio: le condizioni più dure, fra gli uomini di classifica, saranno le stesse per tutti.

É qui, mentre partono gli ultimi dieci, che s'avvera la vittoria di Primož Roglič, il più veloce su fondo asciutto in 51'45, alla media di 46,956 chilometri orari: perché stavolta Dumoulin, come ad Apeldoorn, non potrà beffarlo di un solo centesimo. Il corridore sloveno della Lotto-NL Jumbo vince davanti a Matthias Brandle (+10"), Vegan Laengen (+17"), Fabian Cancellara (+28") e Manuele Boaro della Tinkoff, undicesimo e primo degli italiani a +1'31 da Roglic. Parliamo di classifica generale: Bob Jungels della Etixx-Quickstep sfreccia in maglia bianca ed è sesto a +45" ma Gianluca Brambilla chiude il traguardo di Greve in Chianti col diciassettesimo tempo (+2'05), difendendo la leadership di un secondo.

Infine i "big", di cui Andrey Amador della Movistar è il migliore col decimo posto a +1'19 da Roglic. Male il vincitore della crono olandese Tom Dumoulin, quindicesimo a +1'58; bene Vincenzo Nibali in 53'58, benissimo Mikel Landa che cede solo 7 secondi al capitano Astana con la Pinarello Bolide TT, ultima evoluzione della "bici Mondiale" di Wiggins-Kiryenka e del Record dell'ora di Sir Bradley. E i più attesi sono tutti vicini: Nibali (+2'13) diciannovesimo davanti a Landa (+2'20), Kruijswijk (+2'23) e Alejandro Valverde (+2'24). Cedono solo i colombiani Esteban Chaves (+3'48) e Rigoberto Uran (+4'12) che due anni fa aveva vinto la crono di Barolo. Sfortunatissimo infine il russo della Katusha Ilnur Zakarin, che molti avevano pronosticato in maglia rosa al termine della crono e invece cade due volte, cambia bici, ed esce di classifica. Domani riposo, martedì, da Campi Bisenzio, «Inizia un altro Giro d'Italia»: parola di Gianluca Brambilla, il tuo regno per un secondo.