Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Cronache Rosa: 5 cose insegnate dall'Olanda al Giro d'Italia

Fabio Disingrini

Aggiornato 10/05/2016 alle 18:19 GMT+2

Uno, la proprietà esistenziale della bici. Due, basta chiedersi il perché delle partenze all'estero: l'internazionalità fa bene al Giro! Tre, gli investimenti multidisciplinari sui campioni di domani. Quattro, eliminare l'odiosa prassi del "Vince il più dopato". Cinque, un ciclismo più popolare è un ciclismo (un po') più social

Giro d'Italia 2016: Marcel Kittel vince a Nimega la seconda tappa della Corsa Rosa in Olanda

Credit Foto Eurosport

AMSTERDAM - Le biciclette sono dappertutto. Ad Amsterdam le piste ciclabili sono trafficate. Ad Amsterdam, finché non sai dove camminare, le bici t'investono. In Olanda, la ragione civile delle due ruote va di pari passo con quella atletica, perché il ciclismo è lo sport più simile a un lavoro e ha bisogno per questo del tributo di tutti. In Olanda la bici è una funzione, una logica esistenziale, il mezzo scelto da un terzo della popolazione per ogni spostamento al limite del percorribile. Quasi la metà degli abitanti di Amsterdam, “cittadini pedalanti”, non possiede un'automobile.

La proprietà esistenziale della bici

Il Giro d'Italia diventa De Ronde van Italie e la passione olandese, nei giorni della Memoria ai caduti e della Liberazione dal nazifascismo, è di quelle incondizionate. Noi facciamo il nostro dovere trasformando il Gelderland nella provincia più calda d'Europa dopo quattro mesi di termometri prossimi agli zero centigradi. I Paesi Bassi rispondono portando Re Guglielmo Alessandro sul palco per l'elezione terrena di Tom Domoulin. Poi la semplicità organizzativa, la bellezza pratica dei Quartiertappa e la munificenza delle hospitality, ma specialmente l'incredibile adesione del pubblico: una fiumana rosa ad Apeldoorn fin dalla cerimonia augurale; 235mila spettatori stimati il secondo giorno fra Arnhem e Nijmegen; appena meno di domenica pomeriggio, con l'Ajax e il PSV Eindhoven a giocarsi concomitanti il titolo nazionale, parliamo di calcio Eredivisie.

L'internazionalità fa bene al Giro

Inutile allora ogni sterile polemica sul perché il Giro d'Italia debba partire dall'estero: l'internazionalità della Corsa Rosa è la strada da seguire con buona pace dei detrattori. L'anno scorso il Giro è iniziato in casa: a Genova una specie di pazzo ha traversato il circuito in fixed-bike tirando giù venti corridori, più avanti un fotografo s'è esposto dalla transenna fratturando l'omero a Daniele Colli e lussando la spalla di Contador. Nessun altro sport come il ciclismo permette al pubblico una vicinanza così fisica e identitaria con gli atleti: i belgi e gli olandesi fanno di questa aderenza una specie di liturgia laica. I francesi già lo sapevano - l'ultimo Tour è partito da Utrecht attraversando le Ardenne, le Fiandre e la Vallonia - ma ci piace scherzare (più o meno) sul loro conto, troppo orgogliosi per ammetterlo.

Programma talenti: così si fanno i campioni

Da ormai un decennio, la Reale Federazione Ciclistica dei Paesi Bassi finanzia e promuove "piani di reclutamento in bici", con borse di studio multidisciplinari. fra i ragazzi di 12/16 anni. Si chiama “Programma talenti” e ha messo sui pedali la campionessa di ciclismo più vincente di sempre, Marianne Vos, e la prima maglia rosa di questo Giro, Tom Dumoulin profeta in patria, leader per una settimana dell'ultima Vuelta. Morale della favola: l'Italia ha una popolazione quattro volte superiore a quella dei Paesi Bassi; l'Olanda porterà alle Olimpiadi il doppio dei corridori.
picture

Tom Dumoulin, premier porteur du maillot rose sur le Tour d'Italie 2016

Credit Foto AFP

Kittel re veloce, ma basta parlare di doping

Sfiorato da un caso di doping nel 2012 - quando il trattamento ematico di trasfusione ai raggi ultravioletti non era ancora stato vietato dalla WADA - Schnell König Marcel Kittel ha vinto tutte le tappe in linea cui ha partecipato al Giro, ma non ha ancora corso in Italia! Nel 2014, i successi di Dublino e Belfast e il ritiro a Bari, travolto dai sospetti, salvo poi vincere quattro frazioni al Tour. L'anno scorso l'oblio, oggi è il corridore più vincente del 2016 con due volate dominanti a Nijmegen e Arnhem. La sua legge marziale nasce ad Arnstadt, Germania Est, dove un giovanissimo organista della Chiesa di San Bonifacio, tale Johann Sebastian Bach, compose la Toccata e fuga in Re minore. Trecento anni dopo, Kittel promette che porterà in Italia la maglia rosa e intanto qui nessuno - ma proprio nessuno, purché sia lecita ogni "critica sinusoidale” - parla di doping senza ragione di causa. Nemmeno quando, a Nimega, bisogna attenderlo così tanto in conferenza perché prima "Deve fare la pipì". Cose che invece in Italia alimentano una macchina del fango in sintesi di ignoranza e, ancor peggio, totale disinformazione.
VIDEO: Marcel Kittel vince la seconda tappa del "Girogelderland"
picture

Kittel, volata vincente a Nijmegen; Dumoulin sempre in rosa

Per un ciclismo un po' più social... Ma non troppo

Sorriso durban e occhietti verdi: Tom Dumoulin piace alle ragazze; Marcel Kittel, ercole teutonico, ancor di più. Diversamente glamour, belli, moderni e possibili: sono loro i primi due volti copertina del Giro d'Italia, come l'anno scorso Michael Matthews - golden boy del ciclismo australiano, appassionato di auto e moto sportive - in maglia rosa da Genova a Levante. Il timido Dumoulin e l'apollo Kittel sono molto amici, compagni di squadra per 3 anni (Argos Shimano / Giant Alpecin) quando l'olandese tirava le volate al biondo di Turingia. Tom riceve richieste di matrimonio dalle spettatrici; lo sprinter, senz'altro più volitivo, bacia al traguardo la bella Tess Von Piekartz, campionessa di volley olandese. In Italia, c'è un ciclismo un po' troppo resistente alla deriva social; qui, i vincitori delle corse riempiono i giornali e tanti di loro postano su Facebook, Instagram e Twitter non ci fosse un domani. Va beh, ora si fa che ubi maior minor cessat o mal comune mezzo gaudio. E teniamoci almeno qualcosa d'italiano.
picture

Giro d'Italia 2016, Marcel Kittel bacia (ancora) Tess Von Piekartz al traguardo di Arnhem, terza tappa d'Olanda (Eurosport)

Credit Foto Eurosport

VIDEO: Marcel Kittel bissa a ritroso: tappa e maglia sul traguardo di Arnhem
picture

Kittel, altra volta imperiale: è maglia rosa!

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità