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Like a virgin! Viva baby Ciccone alla conquista del Giro d'Italia

Fabio Disingrini

Aggiornato 18/05/2016 alle 10:53 GMT+2

A 21 anni e 149 giorni, Giulio Ciccone diventa il terzo più giovane vincitore di tappa alla Corsa Rosa dopo Fausto Coppi e Alfredo Martini. Un'impresa disegnata in discesa con la grazia del coraggio, nell'anno del debutto tra i professionisti: un piccolo scalatore con le stimmate del campione, astro nascente del ciclismo nostrano.

Giro d'Italia 2016, Giulio Ciccone vince a Sestola la decima tappa della Corsa Rosa

Credit Foto LaPresse

Saremo blasfemi ripensando a Fausto Coppi, che vinse ventenne la sua prima tappa al Giro d'Italia partendo da Firenze verso il traguardo di Modena. Correva l'anno 1940: oggi Giulio Ciccone, che è il più giovane partecipante di questa Corsa Rosa, ha colto il suo primo successo a Sestola, provincia di Modena, dal comune fiorentino di Campi Bisenzio. Ultimo enfant profige del ciclismo nostrano, ennesimo talento fiorito nell'officina della Bardiani-Valvole, un altro campioncino scovato da Roberto Reverberi nella palestra degli under-23 (Colpack): Giulio Ciccone alza le braccia al cielo e nemmeno ci sembra così sorpreso. Forse non ha ancora ben capito cos'ha fatto, lanciandosi giù in picchiata da Pian del Falco, guardandosi indietro senza trovare nessuno, piegandosi sul manubrio fino a Sestola, con tutto il peso sui pedali... E sì, vincendo a ventunanni una tappa del Giro d'Italia.
Una "piccola impresa" che ci ricorda quella di Davide Formolo, vincitore un anno fa della sua prima gara da professionista a La Spezia: una fuga di cento chilometri, un attacco in salita e l'arrivo in solitaria di un altro predestinato delle due ruote italiane. Il Bocia disegnò la sua arte nell'incantevole scenario del Golfo dei poeti, come Ciccone al suo debutto sulle strade del Giro d'Italia. Ambizioni di ventenni che si misurano sull'asfalto e nelle parole se oggi, a pochi istanti dall'arrivo, Giulio dice che «Finalmente» è arrivata la sua prima vittoria: lui che è pro dal Costa degli Etruschi dello scorso febbraio, con quarto posto nella tappa di Anras al Giro del Trentino.
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Davide Formolo, Giro 2015

Credit Foto Eurosport

Nel giorno in cui la Corsa Rosa perde due top-riders come Fabian Cancellara e Mikel Landa, in cui si vede la pia maglia rosa di Brambilla tirare in testa al gruppo per un compagno di squadra (Bob Jungels nuovo leader del Giro), non era facile prendersi la copertina con un successo di tappa. Ci voleva un nome nuovo, un piccolo craque, un astro nascente del ciclismo italiano: Giulio Ciccone, classe '94 da Chieti. In fuga da lontano con una dozzina di corridori fra cui altri due Bardiani: era lì a lavorare per Pirazzi, a lungo maglia rosa virtuale fra le strade appenniniche della Linea Gotica, insieme a Nicola Boem che d'imprese sa già qualcosa (memorabile la sua vittoria a Forlì, l'anno scorso, primo di un quintetto italiano in fuga per 193 chilometri) e oggi ha avuto un cuore grande così.
VIDEO - Giulio Ciccone ai microfoni di Eurosport
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Ciccone festeggia la vittoria a Sestola: "Il giorno più bello della mia vita"

Ciccone è rimasto con Pirazzi quando, fra i battistrada, sono saltati i cambi ed è scattato (male) scollinando dietro a Cunego sul Gpm di Pian del Falco. É qui che, in discesa verso Fanano, Cunego e Pirazzi si scontrano su una delle prime curve chiuse in cambo d'asfalto. É qui che inizia la picchiata di Ciccone fino al traguardo di Sestola, lasciando il suo capitano aggrapato ai freni. Like a virgin. Come Fausto Coppi gregario di Bartali. Con la grazia del coraggio e un peccato di gioventù. Il futuro è qui.
VIDEO - L'impresa di Ciccone sul traguardo di Sestola
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Giulio Ciccone: vittoria a Sestola con lacrime di gioia

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