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Nibali, Dumoulin, Quintana e le storie tese del Giro d'Italia

Fabio Disingrini

Pubblicato 26/05/2017 alle 08:28 GMT+2

I tre grandi interpreti del Centenario si provocano sulla strada Rosa e ai microfoni infuocati: le prime due battaglie alpine hanno solo acceso la miccia ma da domani, sull'ultimo arrivo in salita prima del durissimo Monte Grappa, è vietato fallire.

Tom Dumoulin (Sunweb), Nairo Quintana (Movistar) et Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida) à l'arrivée de la 18e étape

Credit Foto Getty Images

Taglienti come queste guglie di roccia, le parole dei grandi del Centenario squarciano il cielo delle Dolomiti. Dumoulin in maglia rosa è stanco di Nibali e Quintana, Nairo nasconde i coltelli e il suo sguardo è impassibile, Vincenzo risponde a tono ma il suo sorriso non è più quello di Bormio. Le due battaglie campali del Giro d'Italia si sono consumate sui passi, eppure abbiamo come la sensazione che la resa dei conti debba ancora venire.
Domenica 21 maggio. Quintana cade fra i tornanti della discesa di Selvino mentre Dumoulin, che il giorno prima ha stravinto a Oropa, ferma la squadra e sul traguardo di Bergamo si mette lo smoking: «Ho fermato i miei compagni perché non voglio vincere così». Qualche giorno prima, all'arrivo di Bagno di Romagna, aveva alzato un pollice sospetto con una netta smorfia: Nibali è al suo fianco e chissà che quel fastidio non fosse per lui.
Martedì 23 maggio. Dumoulin si ferma ai piedi dello Stelvio (versante svizzero) per l'ormai celebre impellenza: Quintana schiera il suo squadrone in testa al gruppo e Nibali vince di grazia sul traguardo più prestigioso del Centenario. La maglia rosa intanto non si scompone oltremodo, scala lo Stelvio in solitaria e contiene il ritardo, ma all'arrivo l'aria è gelida e l'olandese non è in vena di complimenti.
Giovedì 25 maggio. Nibali e Quintana, che proprio sullo Stelvio sembrano aver sepolto le loro ostilità con una stretta di mano sotto il podio (a muso duro a San Juan a inizio 2016, pare che Vincenzo si sia rifiutato di farsi fotografare con Nairo alla presentazione di Alghero...), marcano Dumoulin per tutto il corso della maratona delle Dolomiti, ma finiscono con lo scortare la maglia rosa in carrozza a Ortisei. Non l'avessero mai fatto, stavolta Dumoulin affonda il colpo provocando Quintana in corsa ed entrambi al microfono:
Sono talmente impegnati con me che finiranno col perdere il podio: spero che Pinot possa scavalcarli in classifica e se avrò l'opportunità, lo aiuterò.
Nibali incassa, apre la guardia e risponde alla maglia rosa:
Deve stare attento a fare queste dichiarazioni, è un po' spavaldo e oggi è stato anche fortunato perché sulla carta, la nostra tattica e quella di Quintana era perfetta. Non può pretendere di non essere attaccato: continuerò a farlo per provare a vincere il Giro e se mi costerà il podio, non me ne frega niente.
Attaccarlo sì, ma dove? Domani c'è un altro tappone alpino ma i gpm (Croce Comelico e Sella Chianzutan), escluso Piancavallo che sarà l'ultimo traguardo in salita, sono tutti nella prima parte. Sabato le ultime due scalate sulle durissime pendenze del Monte Grappa e Foza: il terreno c'è ma sabato c'è un'altra crono che, dall'Autodromo di Monza, potrebbe stendere un red carpet fino al palco di Milano, perché allo stato attuale Tom Dumoulin è il miglior corridore contro il tempo.
Se parliamo allora di percentuali, fatto lo Stelvio e scalate le Dolomiti, Dumoulin ha tutti i favori del pronostico per vincere il Giro del Centenario. Una sorpresa? No di certo: nel 2016, è stato la prima maglia rosa nella sua Apeldoorn. Un outsider? Macché, due anni fa fu leader della Vuelta e lo scorso ha vinto al Tour sui Pirenei perché, formidabile a cronometro, la sua crescita in altura è davvero esponenziale.
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Dumoulin: "Quintana e Nibali guardano solo me e rischiano di perdere il podio"

Bene, aspettando il verdetto dell'ultima strada Rosa, ci chiediamo che cosa abbia rotto gli equilibri fra i tre massimi interpreti del Giro - Quintana ha vinto sul Blockhaus, Dumoulin a Oropa, Nibali la tappa dello Stelvio - e la risposta non è solo il furore agonistico, la posta in gioco o una “sporca” tattica di gara. La verità è che Tom, Nairo e Vincenzo sono tre corridori fra loro diversissimi.
Quintana col suo volto ieratico dalle remote vette andine, scalatore schivo, antico e purissimo; Nibali, la sua arte dell'invenzione e ancora la forza - dopo tante magnifiche imprese, lui che ha 6 anni più dei rivali - di farci palpitare; Dumoulin, sorriso durban, spalle larghe e buone maniere, è l'immagine di un nuovo e modernissimo ciclismo bello e possibile. Non chiedeteci di scegliere perché faremmo un tifo di quelli sfegatati, però ad oggi la maglia rosa è di quelle solidissime e certamente virtuose.
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