Ritorno al Classico: Vincenzo Nibali che del ciclismo è arte in movimento
Aggiornato 08/10/2017 alle 11:23 GMT+2
Con il dono innato dell'immaginazione, Nibali rivince il Lombardia chiudendo un anno di "nuovo ciclismo" nel più dolce dei modi... E nel 2018 sarà Vincenzo d'un giorno che speriamo bellissimo, tra Liegi e i Mondiali di Innsbruck, per il nostro magnifico inventore di traguardi.
COMO - Non è la classica delle foglie morte ma un'ultima bellissima Monumento baciata dal sole, da Bergamo alla Madonna del Ghisallo, dal Muro di Sormano al lungolago di Como: 247 chilometri che consacrano Vincenzo Nibali al Giro di Lombardia.
Un'altra volta sullo stesso traguardo, Nibali stravince l'ultima grande corsa dell'anno rovesciando le critiche o rispettando il pronostico, contro i detrattori dei grandi giri e per chi festeggia ogni sua impresa come fosse la prima. Vince e regola sul podio le ambizioni di due astri nascenti del ciclismo: il francese Julian Alaphilippe - già terzo a Sanremo - e un un raggiante Gianni Moscon che, croce e delizia, sarà presto fuoriclasse.
Terzo alla Vuelta con firma pirenaica, secondo del Giro con la tappa dello Stelvio: Nibali fa bis a Como scattando a Civiglio e sfiammando in discesa. Il suo attacco è già vincente a San Fermo della Battaglia, il suo sorriso riflette nel lago d'un dolce torpore autunnale, le braccia si alzano sul traguardo e le mani fanno cinquanta: come le vittorie di un'immensa carriera.
Da Kwiatkowski a Sanremo a Nibali del Lombardia passando per le Fiandre di Gilbert, i pavé di Van Avermaet e le Ardenne di Valverde. Sono loro i signori del ciclismo classico e dell'anno che verrà con un gran cerchio rosso sui Mondiali di Innsbruck. Sarà Nibali di un giorno e speriamo bellissimo, perché Vincenzo è il nostro passionario che del ciclismo è arte in movimento: straordinario in salita, formidabile in discesa, vecchio scattista, nuovo finisseur, inventore di traguardi.
Nel suo palmares c'è una Tripla Corona e da oggi due classiche Monumento: una replica del Lombardia nel solco di Bartoli, Bettini, Cunego, Gilbert e Purito Rodriguez. Nibali trasforma a Como il favore del pronostico in una magnifica vittoria. Se il Colle della Lombarda era stato terreno d'epica, il Lombardia è un altro segno sulla strada del mito. Di furore e lealtà, Vincenzo si riscopre corridore da classiche e chissà che alla Liegi, come nel 2012 quando fu secondo, non possa griffare un'altra Monumento prima del sogno mondiale.
Como intanto, col suo incantevole lago, s'è trasformata in uno stadio naturale, pieno di colori forti e cuori implacabili. È qui che Nibali ha riempito le attese di un altro Lombardia con la grazia del campione, di santa pazienza e molto stupore. Che con questo dono innato dell'immaginazione, Vincenzo sa che il bello deve ancora venire.
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