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Liegi-Bastogne-Liegi - Evenepoel ancora re della Doyenne! Pogacar ritirato

Marco Castro

Aggiornato 23/04/2023 alle 17:55 GMT+2

LIEGI-BASTOGNE-LIEGI - Dodici mesi dopo il padrone della Doyenne è sempre Remco Evenepoel. Il campione del mondo attacca a 29 chilometri dal traguardo e arriva ancora una volta da solo, sotto la pioggia, per un back-to-back che mancava dal 1997-1998. Nessun duello con Tadej Pogacar, caduto dopo 85 chilometri e costretto al ritiro per un infortunio allo scafoide. Sul podio Pidcock e Buitrago.

Remco Evenepoel in solitaria sul bagnato della Liegi-Bastogne-Liegi

Credit Foto Getty Images

Piove alla Liegi-Bastogne-Liegi, ma risplende anche un magnifico arcobaleno. È quello indossato da Remco Evenepoel, che torna in gara un mese dopo la Volta Catalunya e il successivo ritiro sul Teide per dominare la Doyenne come fatto dodici mesi fa. Il corridore della Soudal - Quick Step sferra l'attacco decisivo a 29 chilometri dal traguardo, dopo un primo tentativo sulla Redoute. Come tante altre volte, la sua sagoma si fa sempre più piccola per gli avversari, fino a scomparire ed essere rivista solo dopo il traguardo. Era dai tempi di Michele Bartoli (1997-1998) che un corridore non piazzava il back-to-back in questa corsa. Era dal 1987 che il campione del mondo non si imponeva a queste latitudini. Un vero trionfo, con il rammarico del mancato duello con Tadej Pogacar. Lo sloveno cade dopo 85 chilometri ed è costretto al ritiro, riportando fratture multiple al polso. In bocca al lupo a lui. Sul podio di giornata, invece, salgono Thomas Pidcock e Santiago Buitrago. Giulio Ciccone chiude 13° dopo aver flirtato anche con il podio in una gara di altissimo livello.
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Evenepoel carica la folla e si prende la Liegi: rivivi l'arrivo

L'ordine d'arrivo

1. R. EVENEPOEL (Soudal - Quick Step)6h15'49''
2. T. PIDCOCK (INEOS Grenadiers)+1'06''
3. S. BUITRAGO (Bahrain - Victorious)st
4. B. HEALY (EF - EducationEasyPost)+1'08''
5. V. MADOUAS (Groupama - FDJ)+1'24''
6. G. MARTIN (Cofidis)+1'25''
7. T. BENOOT (Jumbo-Visma)+1'37''
8. P. KONRAD (BORA - hansgrohe)+1'48''
9. M. SKJELMOSE (Trek - Segafredo)st
10. M. HIRSCHI (UAE Emirates)st

La cronaca

È il giorno della Doyenne, gran finale di una primavera spettacolare sul fronte classiche. Lo spartito della vigilia annuncia un gran duello tra Tadej Pogacar e Remco Evenepoel, ma i corridori pronti ad inserirsi in questa sfida sono circa una ventina. Prima del via, arrivano i forfait di Tosh van der Sande, Sam Oomen (Jumbo-Visma) e Samuele Battistella (Astana Qazastan). Si parte a spron battuto e la fuga di giornata prende corpo velocemente. Ne fanno parte undici uomini: Jason Osborne (Alpecin-Deceuninck), Mathis Le Berre (Team Arkéa Samsic), Lars van den Berg (Groupama - FDJ), Paul Ourselin (TotalEnergies), Georg Zimmermann (Intermarché - Circus - Wanty), Fredrik Dversnes (Uno-X Pro Cycling Team), Simone Velasco (Astana Qazaqstan), Johan Meens (Bingoal WB), Alexandre Balmer (Team Jayco AlUla), Ruben Apers (Team Flanders - Baloise) e Héctor Carretero (Equipo Kern Pharma). UAE Emirates e Soudal - Quick Step si dividono il compito dell'inseguimento, aiutati anche da un uomo della INEOS Grenadiers. Il loro ritardo tocca un tetto massimo di cinque minuti.
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Che volo per Kron! Sbanda e finisce nella siepe

La corsa affronta la prima salita di giornata, la Côte de la Roche-en-Ardenne, e dopo 85 chilometri si materializza il più clamoroso dei colpi di scena. Tadej Pogacar cade insieme a Mikkel Honorè ed è costretto al ritiro. Una botta tremenda per lo sloveno e per chi si aspettava da lui un grande spettacolo nel finale. E ovviamente svanisce l'obiettivo del tris nelle Ardenne nello stesso anno come Rebellin e Gilbert. La UAE si defila dalla testa del gruppo, dove compaiono EF e BORA - hansgrohe insieme a Schmid e Serry della Quick Step. Come successo alla Freccia Vallone, David Gaudu si stacca già a 100 chilometri dalla conclusione, dimostrando una condizione precaria. Il Wolfpack non fa sconti e comincia a ridurre sensibilmente il vantaggio della fuga, che comincia a perdere pezzi appena ricominciano le côtes.
Dopo la Côte de Wanne parte dal gruppo Jan Tratnik, a cui si unisce anche Magnus Sheffield. Cominciano a staccarsi altri nomi di peso: Enric Mas, che ha problemi di stomaco, Michal Kwiatkowski e Mikel Landa. Sulla temuta Côte de Stockeu Tratnik stacca anche Sheffield e cerca di riportarsi da solo in testa alla corsa, dove sono rimasti cinque uomini: Velasco, Osborne, Zimmermann, van den Berg e Ourselin. In questa fase è Julian Alaphilippe a fare l'andatura e il gruppo dei big è sempre più ridotto. Il percorso ora non dà tregua e tra i grossi calibri a pagare dazio ci sono anche Alexey Lutsenko e Benoit Cosnefroy. In un breve tratto di discesa Tratnik corona il suo inseguimento e rientra sui reduci della fuga, formando un nuovo sestetto che ha un minuto di margine su quel che resta del gruppo dei big. Mancano 65 chilometri al traguardo. Sul Col du Rosier lo sloveno insiste e solamente un grande Simone Velasco rimane con lui. Dietro, intanto, finisce il lavoro di Alaphilippe.
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La bordata di Evenepoel sulla Redoute! Nessuno lo tiene

Sulla Côte de Desnié (1,6 km all'8,1%) Bauke Mollema prova l'allungo, ma rispondono tutti. Evenepoel con irrisoria facilità. La tensione sale, nel gruppo dei big ci sono ancora una quarantina di corridori e tutti vogliono stare davanti per affrontare la celebre Redoute. Si arriva alla salita simbolo della Liegi e l'avventura di Tratnik e Velasco si esaurisce. Ilan van Wilder fa un ritmo esagerato per Evenepoel. Il belga sembra perdere l'attimo sul tratto più duro, ma dopo qualche centinaio di metri sferra l'attacco. Si crea subito il vuoto, anche se Thomas Pidcock rientra in un secondo momento e la coppia della Trek - Segafredo formata da Giulio Ciccone e Mattias Skjelmose pedala poco lontana. Pidcock non collabora ed Evenepoel ci riprova, Senza scattare, stacca il rivale di ritmo, di forza, con una semplicità impressionante, in un punto apparentemente interlocutorio. Mancano 29 chilometri alla fine.
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Evenepoel di forza! Se ne va ai -29, Pidcock impotente

Remco guadagna subito venti secondi, che diventano trenta e poi quaranta. Ciccone e Skjelmose rientrano su Pidcock, ma lentamente si riportano sotto altri corridori, fino a formare un nuovo gruppo di oltre venti unità. Tutti a inseguire Evenepoel, che tra la Côte des Forges e Côte de la Roche-aux-Faucons incrementa fino a un margine di un minuto e mezzo. E senza dannarsi l'anima, disegnando in sicurezza le curve in discesa sull'asfalto bagnato. Sull'ultima salita, Healy, Buitrago e Pidcock se ne vanno dal gruppo inseguitore e si costruiscono la possibilità di giocarsi il podio. A cinque chilometri dalla fine Evenepoel già sorride, a tre si pulisce la maglia per le foto di rito, a due festeggia con l'ammiraglia. Una cavalcata trionfale, conclusa arringando i tifosi e chiudendo a braccia divaricate. Un dominio. Pidcock vince facilmente la volata per il secondo posto su Buitrago e Healy. Il podio dei terrestri. Ciccone arriva nel gruppetto che si gioca l'ottava piazza.

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