Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto
Opinion
Ciclismo

Luca Vergallito ottiene un contratto World Tour con la Alpecin-Deceuninck: il suo viaggio è appena cominciato

Carlo Filippo Vardelli

Aggiornato 10/12/2023 alle 13:59 GMT+1

CICLISMO – Dai mancati risultati da Juniores e Under23 al contratto World Tour firmato poche ore fa con la Alpecin-Deceuninck, passando per i rulli e la Zwift Academy. La storia (in breve) e la lezione di Luca Vergallito.

Johannessen vince l'ultima tappa, Vergallito in top10: rivivi l'arrivo

Se per caso avete sfogliato un quotidiano nazionale negli ultimi tempi, sicuramente vi sarete imbattuti in una delle tantissime storie che stanno spopolando nel nostro paese. Lo “studente prodigio” troppo giovane per l’Università ma meritevole di frequentarla, quello che ha messo insieme quattro lauree in tre mesi, il sedicenne capace di studiare tutto il programma di matematica in soli 30 giorni, l’altro prodigio rifiutato da Oxford solo per un errore burocratico. Piacciono tanto questi racconti, sembra che non si possa farne a meno. Anche se implicitamente non fanno altro che promuovere una società sempre più elitaria, il fabbisogno quotidiano supera quello del pane o dell’acqua.
Oppure, se non vengono intercettati questi geni, si passa sull’altro lato del 45 giri. Quello più buio, più nero. Il viaggio degli angeli dalla faccia sporca potremmo chiamarlo, prendendo in prestito il titolo del film di Michael Curtiz. Storie di ragazzi talentuosi, che per mille vicissitudini hanno fallito. Il tonfo, nei loro casi, è talmente fragoroso che spesso e volentieri trova ampio spazio sulla cronaca, nutrendo la curiosità e il desiderio dei lettori. Nell’ultimo periodo queste storie sono anche diventate dei libri.

Gli inizi

Luca Vergallito non è niente di tutto ciò. Nato nel 1997 a Milano, nei primi anni della giovinezza ha provato a fare il ciclista. Diciamo provato perché i risultati, fino a 20 anni, non sono mai arrivati. La prima parte della sua carriera è molto simile a quella di tanti altri ragazzi italiani: ci credi, passi Juniores/Under23, fai siglare parecchi DNF (la sigla per coloro che non finiscono la gara), ti prendi la porta in faccia e capisci che forse hai sbagliato qualcosa. Che forse non sei sufficientemente bravo. Ecco, a quel punto le soluzioni sono due: o continui a prendere il muro a testate, sperando di sfondarlo, o devi pensare a qualcos’altro.
Vent’anni non è un’età facile per decidere cosa fare nella vita. La società contemporanea presuppone una qual certa maturità, ma non tutti la possiedono. Le possibilità di fare la scelta giusta sono innumerevoli, ma il rischio di sbagliare esiste e vive sulle tue spalle ogni giorno. Luca decide di mettere la sua carriera sportiva in stand-by, iniziando a studiare. Sceglie scienze motorie: l’indirizzo utile per rimanere a contatto con lo sport e allo stesso tempo aprirsi un futuro anche giù dalla bicicletta. La fiammella del ciclismo rimane viva e ardente, ma parallelamente c’è la volontà di battere altri sentieri.
picture

Alpecin-Deceuninck, Giro di Lussemburgo 2023

Credit Foto Getty Images

La svolta del Bandito

La prima svolta in questo racconto late-bloomer (in inglese: fioritura tardiva) arriva con il covid, nel 2020, quando volente o nolente gli avvenimenti del mondo ci hanno costretto a rimanere chiusi tra le mura domestiche. Come fa un ciclista a pedalare se non può uscire di casa? Usa i rulli. E come fa un ciclista a rendere il sadismo dei rulli leggermente più divertente? Si connette a Zwift e sfida gli altri utenti in tutto il mondo. Ce n’è di ogni: dal professionista all’amatore, senza distinzioni di genere. Così, ridendo e scherzando, tra un picco di watt e un KOM su Strava, in pochi mesi esplode la figura del Bandito (soprannome nato dal padre di Luca) e, tra 2020 e 2021, nel ciclismo underground, acquista spessore.
Avete presente quando guardate un film giallo e all’ennesimo indizio lasciato per strada capite i connotati del killer? È una tecnica utilizzata dai grandi registi, che vogliono mettere lo spettatore sullo stesso livello dell’attore. Si accende la lampadina nella testa di entrambi e tac: preso. Il clic nella testa di Luca avviene nel 2022, quando verso settembre prende posto nella Zwift Academy, il contest indetto appunto da Zwift e che, con l’aiuto di Alpecin-Deceuninck e Canyon//Sram, offre due contratti (uno per squadra) nel ciclismo professionistico. I numeri c’erano, l’allenamento aveva dato i suoi frutti: perché non provare?
Da lì in avanti la carriera di questo ragazzo è riassumibile con la teoria del piano inclinato, che vuole studiare il moto di un corpo su un piano inclinato rispetto all’orizzontale di un angolo assegnato. La vita di Luca, in poco tempo, prende lo slancio di una discesa dallo Stelvio, portandolo a toccare velocità che forse nemmeno lui si aspettava. Probabilmente ci credeva, ma poi lo sappiamo tutti che tra sogni e realtà ci passa di mezzo il mare. Le prime gare con il Team Devo, la vittoria di tappa e la classifica finale all’Oberösterreich Rundfahrt, la classifica generale al Province Cycling Tour, la tappa in Friuli, le belle prestazioni al Giro di Norvegia, allo Skoda Tour e il contratto World Tour per il 2024, annunciato pochissime ore fa.
picture

Luca Vergallito, Giro di Lussemburgo 2023

Credit Foto Getty Images

Slow thinkers e il viaggio

Jón Gnarr, che nella sua carriera di attore e comico ha trovato anche lo spazio per fare il Sindaco di Reykjavík, in un’intervista con MTV Italia, registrata da Pif, ha parlato della necessità di avere tanti “slow thinkers” nel mondo. Persone più lente e riflessive nei propri ragionamenti, che però possono trovare soluzioni più logiche e corrette rispetto ai “fast thinkers”. Traslando questo discorso nel ciclismo, sport che abbiamo toccato a spizzichi e bocconi ma che rimane al centro del discorso, è intellettualmente onesto dire la stessa cosa. Oltre al prodigio, al fenomeno e al campione, abbiamo bisogno anche di gente che arriva dopo, perché oltre a rappresentare delle bellissime storie ci danno anche una lezione di vita.
Luca Vergallito ha 26 anni, definirlo giovane sarebbe offensivo nei suoi confronti e soprattutto verso quelli che giovani – sportivamente parlando – lo sono davvero. È sbarcato tardi nel World Tour, ma ci è arrivato, tutto da solo, percorrendo una strada diversa ma non togliendo il posto a nessuno. La sua vicenda è esemplificativa per tanti, non solo atleti. Nella vita, con il giusto quantitativo di lavoro, impegno e dedizione, c’è sempre spazio per emergere, anche se hai dovuto incassare parecchi “no”. Per quanto abbia già vinto la personalissima sfida con sé stesso e con una parte del ciclismo che (purtroppo) rimane chiusa come il suo body durante una cronometro, chi vi scrive è convinto che il suo viaggio sia appena cominciato. Continua a planare, Bandito.
picture

Johannessen vince l'ultima tappa, Vergallito in top10: rivivi l'arrivo

Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità