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Boonen pronto all'addio: ultima Roubaix, alla ricerca del record di vittorie nell'Inferno del Nord

Luca Stamerra

Aggiornato 07/04/2017 alle 18:33 GMT+2

Per il corridore belga, la 115esima edizione della Parigi-Roubaix sarà l'ultima corsa in carriera. Memorabile il 3° posto nel 2002, poi il sucesso nel 2005, la doppietta 2008-2009 e il ritorno alla vittoria nel 2012. Tornado Tom cerca il 5° guizzo nella corsa del pavé, che vorrebbe dire record. Il classe '80 avrà l'intera Quick Step a disposizione, ma occhio a Sagan e Van Avermaet.

Tom Boonen (Quick-Step) en tête du peloton dans le Mur de Grammont

Credit Foto AFP

Ora ci siamo. Il 9 Aprile è ormai alle porte e domenica tra i boschi dell'Arenberg e i 29 - durissimi - settori in pavé si concluderà la straordinaria carriera di Tom Boonen. Una corsa molto speciale quella della Parigi-Roubaix, la corsa che lanciò il corridore belga quando ancora a bordo strada tra la folla ci si chiedeva Tom chi? Da allora ne sono passate tante, il classe '80 ha vinto in tutto il Mondo, ha vinto la maglia di Campione del Mondo ed è ad un passo da segnare anche il record di vittorie proprio alla Parigi-Roubaix...

Tom Boonen: la storia di uno dei migliori corridori di sempre

Il momento tanto atteso è arrivato, quello del ritiro di Tom Boonen che ha deciso di chiudere la sua fantastica carriera proprio nella corsa che lo aveva lanciato tra i professionisti. Fu proprio l'edizione 2002, quella del centenario, a far conoscere a tutto il mondo del ciclismo la qualità sulle pietre di Tornado Tom, partito come semplice gregario di Hincapie alla US Postal e finito a giocarsi la vittoria con un corridore di grande esperienza come Museeuw. Da allora tante vittorie e tante prestazioni super, basta ricordare il titolo iridato del 2005 a Madrid o le diverse tappe vinte al Tour de France e alla Vuelta (peccato, ha disputato una sola edizione del Giro d'Italia). Boonen è un velocista, specializzato nelle corse da un giorno, solo sfiorata la Milano-Sanremo ma ha fatto incetta di successi nelle classiche e semi-classiche del nord. 5 successi alla E3 Harelbeke, 3 alla Gand-Wevelgem, 3 al Giro delle Fiandre e 4 successi alla Parigi-Roubaix, l'ultima prova della sua carriera dove cercherà di segnare il record di vittorie nell'Inferno del Nord. Gran capitano ma anche grande gregario, basti pensare ai primi anni quando lavorava per Hincapie e Museeuw fino alla mano data a Terpstra nell'edizione del 2014. Il belga arriva a questa Roubaix con grandi chance, dopo una prima parte di stagione volta al sacrificio e al solito lavoro di squadra: con il semaforo verde a Gaviria e Alaphilippe alla Milano-Sanremo o la grandissima azione sul Muur al Giro delle Fiandre per Gilbert qualche giorno fa. Ora è il tempo di restituire il favore, con tutta la Quick Step schierata per far vincere il suo capitano e salvaguardalo dalle insidie che Van Avermaet e Sagan prepareranno per lui. Per ora sono 113 le vittorie da professionista, riuscirà nell'impresa di vincere proprio nel giorno del suo addio al ciclismo?
Ho iniziato ad aver voglia di fare anche altro nella vita, al di là di pedalare e ho intenzione di pianificare il mio futuro. L’anno scorso non ho potuto essere competitivo alle classiche co me al solito, perciò ho deciso di continuare ma non per una stagione intera. Sono già 16 anni che sono professionista, ho girato parecchio, stare lontano da casa inizia a pesarmi. Avrei potuto continuare, è vero, ma penso che non sarei più al top, invece il mio sogno è di smettere al massimo livello. Record di vittorie alla Roubaix? Nessuno ne ha mai vinte 5, Roger De Vlaeminck ne ha vinte quattro come il sottoscritto, ma a me non interessano queste statistiche, o meglio non ne faccio una malattia. Ho scelto di chiudere con questa corsa perché ci sono nato, ricordo la mia prima partecipazione quando vinse Johan Museeuw e io finii 3°. Da lì è iniziato tutto. Ero strafelice per il podio perché alla prima esperienza è tutt’altro che scontato salirci, ma il pensiero dominante che provavo era che avrei potuto fare di più. Ero scontento perché non avevo vinto, non avevo tirato fuori il massimo da me stesso. Avevo già quella voglia di vincere, capito? Amo questa corsa fin da ragazzino, ma dopo quel giorno il desiderio di farla mia si è davvero fatto concreto [Tom Boonen ad inizio stagione]

Nel 2002 la prima Roubaix: è nato un leone, Tom Boonen

L'amore di Tom Boonen per la Parigi-Roubaix nasce nel lontano 2002, quando (l'allora) giovane corridore belga fu scelto da Johan Bruyneel per fare da scudiero al più quotato George Hincapie. Parliamo della corazzata US Postal Service con Hincapie pronto a riscattarsi dopo il 4° posto del Fiandre, portandosi dietro un Boonen alle prime armi, ma che aveva già fatto vedere qualcosa di interessante come un 24° posto al Giro delle Fiandre, non male per un 22enne. La corsa è dura, come al solito; fango, vento e tante difficoltà. Il più in forma sembra essere Johan Museeuw e il corridore della Domo fa partire lo scatto decisivo ai -41 km dall'arrivo, partendo a Mérignies (il 19esimo settore in pavé di giornata): Hincapie non ha le forze per controbattere, ma spunta alle sue spalle un Tom Boonen deciso a riportare il suo capitano in testa alla corsa. Museeuw guadagna subito 50'' sui rivali, ma dopo qualche km si vede assottigliare il proprio vantaggio, a causa del ritmo imposto da Boonen che viaggiava sui ciottoli di pavé come se stesse correndo su una strada perfettamente liscia. La rimonta sembra possibile ma Hincapie cade sul più bello, nel settore del Carrefour de l'Arbre, dicendo praticamente addio alle speranze di riportarsi su Musseuw. Boonen è così costretto a continuare per la sua strada, senza però rientrare sul corridore della Domo che andrà a vincere in solitaria sul velodromo di Roubaix: Boonen verrà anche rimontato da Wesemann e perderà lo sprint finale per la piazza d'onore. Il belga chiuderà così al 3° posto, dando però una grandissima prova di sé visto la prestazione e il piazzamento, ricordando che il giovane belga era solo un 22enne alla sua prima stagione da professionista.
Cosa è successo nell'edizione del 2002? Museeuw era partito e George Hincapie ebbe un attimo di difficoltà. Non c'erano altri compagni di squadra, io ero rimasto davanti e provai a dare una mano. Mi sentivo bene ed ero pronto a fare la differenza riportando George sotto. Fu proprio lui, però, a dirmi di rallentare, per lui stavo andando troppo veloce e quel ritmo sarebbe stato controproducente. Ancora mi chiedo, invece, se a quel ritmo non avremmo ripreso Museew. Poi c'è stata la caduta di Hincapie e mi hanno detto di continuare, ma Museeuw ormai aveva fatto la differenza ed io negli ultimi 5 km ero sfinito [Tom Boonen sulla prima Parigi-Roubaix in carriera]

Tutti i piazzamenti di Tom Boonen alla Parigi-Roubaix

EdizioneSquadraPiazzamento
2002US Postal Service
2003Quick Step-Davitamon24°
2004Quick Step-Davitamon
2005Quick Step-Innergetic
2006Quick Step-Innergetic
2007Quick Step-Innergetic
2008Quick Step
2009Quick Step
2010Quick Step
2011Quick Step Ritirato
2012Omega Pharma-Quick Step
2013Omega Pharma-Quick Step non partecipa
2014Omega Pharma-Quick Step 10°
2015Etixx-Quick Step non partecipa
2016Etixx-Quick Step

2005 la stagione perfetta, poi il record mancato nel 2010

Nel 2003 il passaggio alla Quick Step e Boonen viene ovviamente convocato per la Roubaix, dove diventa gregario di lusso di Museeuw - vedi a volte il destino, anche lui passato al team belga dopo aver chiuso con la Domo. A Museeuw, questa volta, non riesce l'exploit e il capitano della Quick Step diventa così Servais Knaven che si piazzerà 7° a 36'' dal vincitore Peter Van Petegem che in volata superò Dario Pieri e Ekimov, con Boonen che chiuderà al traguardo 24°. Nel 2004 si ripropone la coppia Museeuw-Boonen, ma a spuntarla è un ottimo Bäckstedt che sul velodromo di Roubaix si impone su Hoffman, Hammond e un giovane (anche lui) Cancellara. Museeuw chiuderà 5° a 17'' dal vincitore, mentre Boonen raccoglie comunque un piazzamento importante, con un 9° posto che dà continuità alla sua crescita. Il 2005 è finalmente il suo anno: la Quick Step sceglie di puntare tutto sul corridore di Mol che parte alla grande con due vittorie alla Parigi-Nizza, il successo alla E3 Prijs Vlaanderen e la vittoria al Giro delle Fiandre. Boonen cerca la doppietta con la Roubaix, e doppietta sarà con una vittoria schiacciante nella volata su Hincaipe (che verrà poi squalificato) e Flecha (che aveva fatto partire la fuga decisiva al quartultimo settore di pavé). Il 2005 resterà un anno da incorniciare per Boonen che vincerà anche due tappe del Giro del Belgio (oltre alla classifica generale), due tappe al Tour de France e il Mondiale di Madrid davanti a Valverde e Geslin.
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Boonen 2005

Credit Foto Imago

Nel 2006 cerca la seconda vittoria consecutiva, ma Boonen dovrà arrendersi a Cancellara che stacca tutti al Carrefour de l'Arbre, con il belga che vince comunque la volata per il 2° posto davanti a Ballan e (ancora) Flecha. Più sfortunata l'edizione del 2007 con Boonen che chiuderà 'solamente' al 6° posto con 55 secondi di ritardo su un immenso Stuart O'Grady (partito ai -23 km) con Flecha ancora piazzato al 2° posto. Nel 2008 si rinnova - invece - la sfida con Cancellara e questa volta ad avere la meglio è proprio Boonen che attua una tattica perfetta, fino alla volata dove regola proprio lo svizzero e Ballan.
L'anno dopo si riconferma ancora una volta con il terzo successo personale, senza neanche dover fare la volata: l'attacco decisivo è sul Carrefour de l'Arbre, subito dopo la caduta di Flecha (dove Boonen controlla la bici in maniera spettacolare, evitando lui stesso la caduta), poi è Hushovd (altro favorito di giornata) a cadere qualche km più avanti lasciando semaforo verde a Tommeke che viene inseguito solo da uno straordinario Pozzato che chiuderà 2° a 47'' dal belga (un'edizione particolare quella per la Quick Step che porterà ben 4 corridori tra i primi 15).
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2009 Parigi-Roubaix Tom Boonen Filippo Pozzato

Credit Foto Eurosport

Nel 2010 Boonen cerca la terza vittoria consecutiva, impresa riuscita solo a Francesco Moser e Octave Lapize (parliamo degli anni '10), ma questa volta si deve arrendere alla voglia di rivalsa di Cancellara che in solitaria andrà a vincere sul velodromo finale dopo 6 ore, 35 minuti e 10 secondi, contando addirittura un vantaggio di 2 minuti sulla coppia Hushovd-Flecha. Boonen sarà solo 5°, battuto anche da Hammond. Non si può vincere sempre, ma nel 2011 ci si mette anche la sfortuna con il problema meccanico avuto nei pressi della foresta dell'Arenberg con Boonen costretto ad attendere la propria ammiraglia per cambiare bici e ripartire, con più di un minuto di ritardo. Qualche km dopo sarà addirittura costretto al ritiro a causa di una caduta, con la vittoria che andrà così a Vansummeren che anticiperà al traguardo un drappello composto da Cancellara, Tjallingii e Rast.

Il ritorno alla vittoria nel 2012 e la sconfitta del 2016

Nel 2012 Boonen torna alla Roubaix con una fame incredibile e torna anche al successo, con la quarta vittoria in carriera nella Monumento più difficile del ciclismo (eguagliando così Roger De Vlaeminck per numero di Parigi-Roubaix vinte). Ancora una volta è perfetta la tattica della Quick Step e con un'azione combinata con Terpstra, ai -55 km dall'arrivo, Boonen mette in seria difficoltà gli avversari, mentre Pozzato cade ai -50 km perdendo terreno irrecuperabile verso la testa della corsa. Boonen vincerà con 1 minuto e 39 secondi di margine sui vari Turgot, Ballan (sempre piazzato alla Roubaix), Flecha (come sopra) e il compagno di squadra Terpstra. Nel 2013 si parla già di record ma alla fine Boonen non si presenterà neanche, vista la scarsa condizione fisica che lo porterà a non concludere né la Milano-Sanremo né il Giro delle Fiandre. L'anno successivo parte con più alte aspettative, anche grazie al 4° posto del Fiandre, ma questa volta il classe '80 lavorerà in funzione del suo compagno di squadra Terpstra che arriverà in solitaria sul velodromo di Roubaix, con Degenkolb a regolare la volta dei vinti (Boonen 10°). Anche nel 2015 decide di non partecipare a causa di una clavicola lussata che gli farà saltare gran parte della stagione, fino alla grande Roubaix del 2016 dove viene però sconfitto in volata dall'eterno outsider Mathew Hayman (secondo non europeo a vincere la Parigi-Roubaix dopo Stuart O'Grady).
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Mathew Hayman (Orica-GreenEDGE) devance Tom Boonen (Etixx Quick Step) sur la ligne de Paris-Roubaix

Credit Foto AFP

Classifica delle vittorie alla Roubaix

CorridoreNazionalitàTitoliEdizioni
Tom Boonen*belga42005, 2008, 2009, 2012
Roger De Vlaeminck belga41972, 1974, 1975, 1977
Francesco Moser italiana31978, 1979, 1980
Octave Lapize francese31909, 1910, 1911
Gaston Rebry belga31931, 1934, 1935
Rik Van Looy belga31968, 1970, 1973
Eddy Merckx belga31968, 1970, 1973
Johan Museeuw belga31996, 2000, 2002
Fabian Cancellara svizzera32006, 2010, 2013
*corridore ancora in attività

Boonen e quello strano rapporto con i freni a disco

Freni a disco sì? Freni a disco no? Sono molti i corridori in disaccordo con l'utilizzo dei freni a disco nelle corse professionistiche, anche se molte squadre - in collaborazione - con i loro sponsor tecnici stanno ormai adottando questo nuovo sistema sulle biciclette in dotazione. Uno dei pochi a sponsorizzare i freni a disco è proprio Tom Boonen che tra l'altro è l'unico corridore nella storia del ciclismo ad aver vinto una corsa montando il nuovo sistema frenante (nella seconda tappa della Vuelta a San Juan a fine gennaio). In questa parte di stagione c'è stato però un dietrofront da parte del belga che ha deciso di utilizzare bici più tradizionali, per così dire, sia al Giro delle Fiandre che alla Parigi-Roubaix. A rivelarlo negli ultimi giorni è stata proprio la Quick Step che ha annunciato che tutti i suoi corridori saranno in strada con freni cantilever, soprattutto per una questione di assistenza in corsa, poiché pochissime squadre utilizzano il nuovo sistema (la Bahrain-Merida di Colbrelli ha invece deciso di puntare sui freni a disco)...
In un momento in cui le biciclette non sono tutte dotate di freni a disco, esiste una discrepanza nell’assistenza lungo il percorso. Per queste ragioni tecniche e strategiche, lavorando a contatto con squadre e corridori, abbiamo deciso di fornire una Specialized Roubaix con freni cantilever tradizionali sia a Tom Boonen che a tutti gli altri atleti in gara al Giro delle fiandre e alla Parigi-Roubaix [Direttore tecnico della Specialized]

Boonen vs Sagan: ultimo atto

Per certi versi, Boonen e Sagan sono due corridori molto simili tra di loro. Grande potenza nelle volate, abili sia in quelle di gruppo che in quelle ristrette, ideali nelle corse da un giorno nelle grandi classiche del Nord e nelle prove in linea per la maglia iridata. Si potrebbe dire, quasi, che Sagan sia un Boonen moderno, anche se il corridore belga spera di passare il testimone al compagno di squadra Fernando Gaviria, altro corridore che si avvicina molto al Campione del Mondo in carica e all'ex iridato 2005. Fino ad adesso non abbiamo visto tante sfide tra Boonen e Sagan, con il primo duello al Giro delle Fiandre 2012 vinto dal belga con Sagan piazzato al 5° posto. Alla Parigi-Roubaix del 2014 invece Sagan è arrivato prima del belga con un 6° posto per lo slovacco, e un 10° per il corridore della Quick Step. Anche lo scorso anno i due si sono dati battaglia alla Roubaix con Boonen sconfitto però da Hayman mentre Sagan ha chiuso 'solo' 11°. La vera sfida tra i due si è vista invece a Doha per il titolo Mondiale, lì ad alzare le braccia al cielo è stato il corridore (in quel momento) del Team Tinkoff, davanti a Cavendish e (proprio) Boonen 3°.
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Slovakia's Peter Sagan celebrates after winning the men's elite road race event as part of the 2016 UCI Road World Championships on October 16, 2016, in the Qatari capital Doha.

Credit Foto AFP

I due si sono affrontati, in questa stagione, soprattutto a livello verbale con il belga pronto a stuzzicare Sagan rispetto alla debolezza della Bora, incapace fino ad adesso di assistere il Campione del Mondo in carica nelle grandi prove del Nord. Al netto della dialettica e della rivalità tra squadre e corridori, Sagan ha voluto salutare quello che è stato uno dei suoi idoli da giovanissimo...
Quando avevo 16 anni Boonen era il mio corridore preferito. Io guardavo il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix su Eurosport e lui era il mio idolo. Ora faccio lo stesso sport e lo stesso lavoro che fa lui. Credo che ci assomigliamo in molte cose, anche nelle cadute. Per me è speciale correre contro di lui, e poi sarò io che dovrò essere speciale una volta che lui avrà smesso. È un grande corridore e un grande uomo, ci mancherà [Peter Sagan al traguardo della Scheldeprijs Vlaanderen del 5 Aprile]
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