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Greg Van Avermaet re della Roubaix! Gianni Moscon gran 5° posto

Eurosport
DaEurosport

Aggiornato 09/04/2017 alle 18:50 GMT+2

Boonen e Sagan si arrendono: il trionfatore della Parigi-Roubaix 2017 è Greg Van Avermaet che regola allo sprint Stybar al termine di una corsa dalle mille emozioni. Straordinario il nostro Gianni Moscon (5°) e anche l'altro trentino Daniel Oss, a lungo in fuga da solo sul pavé della Regina delle Classiche.

Greg Van Avermaet (BMC) vince la Parigi-Roubaix 2017

Credit Foto AFP

Una Roubaix combattuta, tirata, tra polvere e rincorse, pavé ed emozioni. Ma anche una Roubaix particolare, senza fughe da lontano e con un arrivo strano, prima a tre e poi a cinque...
La Regina delle Classiche non delude e premia al Velodromo uno straordinario Greg Van Avermaet, senza dubbio il migliore sia nel finale allo sprint (dominato) sia nella gestione della corsa, come dimostra la lunga escursione in avanscoperta del compagno della BMC Daniel Oss, primo grande protagonista italiano della giornata. L'altro è Gianni Moscon, classe 1994 anche lui trentino, 5° all'arrivo e primo nel futuro tricolore delle classiche, che ora sembra brillare un po' di più.
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Sebastian Langeveld (Cannondale), Andre Greipel (Lotto-Soudal) e Peter Sagan (Bora-Hansgrohe) sul pavé della Parigi-Roubaix

Credit Foto AFP

Ma andiamo con ordine. La corsa parte subito con un ritmo difficile da sostenere: prima ora con media appena oltre i 50 orari, così le attese fughe a lunga gittata si trasformano in tentativi sporadici che non riescono a rompere l'equilibrio. Si resta lì, sempre a 10-20 secondi di vantaggio, con quei volponi di Sagan e Boonen attentissimi, tanto quanto Degenkolb e Van Avermaet. I favoriti non si fanno sorprendere.
Il pavé, però, fa le sue vittime: Terpstra cade e si ritira, Naesen prima cade e poi fora... Anche Van Avermaet finisce a terra appena prima della Foresta di Arenberg, ma l'ammiraglia riesce a supportarlo immediatamente e il belga perde solo una trentina di secondi, che riuscirà a recuperare con un'azione rapida che mette in evidenza la sua gamba di giornata.

L'ingresso nella Foresta di Arenberg

Chi invece viene colpito dalla malasorte è Peter Sagan, che prova a partire in compagnia di Oss, Stuyven e Bodnar, ma viene fermato da una foratura. Lo slovacco allora attende il gruppo con il compagno Bodnar, lasciando soli al comando Stuyven e il nostro Daniel Oss, che a 35 km all'arrivo si ritroverà poi da solo in testa, pronto a spianare la strada per capitan Van Avermaet, anche se la corsa è ancora apertissima, con tutti i big a marcarsi stretti e il nostro Gianni Moscon lì a lottare ruota a ruota con uomini che fino a qualche anno fa guardava in tv.

Stannard continua sul pavé nonostante la foratura

Il momento probabilmente decisivo - e tanto per cambiare inaspettato - arriva a 30 dal traguardo. Sagan infatti fora di nuovo e questa volta perde qualche secondo in più, con Boonen e Degenkolb che per non perdere di vista il campione del mondo si fanno sfuggire invece Van Avermaet: si forma infatti un gruppetto di fuggitivi che si ricongiunge alla testa della corsa costruendosi un minuto di vantaggio. I battistrada sono Oss, Moscon, Langeveld, Roelandts, Van Avermaet, Stybar e Stuyven.

Foratura per Sagan, nessuno lo spinge...

Al Carrefour de l'Arbre, ultimo settore di pavé a cinque stelle, è proprio il nostro Gianni Moscon a provarci per primo, ma alla fine l'accelerazione giusta è quella di Greg Van Avermaet che si porta dietro Langeveld e Stybar (che da buon compagno di Boonen non tira neanche sotto tortura), mentre Moscon e Stuyven accusano una ventina di secondi di ritardo.
L'arrivo con sprint a tre sembra scontato, ma i battistrada finiscono per studiarsi un po' troppo all'ingresso nel velodromo e così ne vien fuori una strana volata a cinque con un paio di strappi: Moscon prima, Stybar poi, ma alla fine il favorito Van Avermaet infila il rapporto giusto e non ce n'è più per nessuno. Per la prima volta nella storia il campione olimpico in carica trionfa alla Roubaix: un trionfo meritatissimo, non ce ne vogliano Boonen - che chiude con tutti gli onori una carriera semplicemente fantastica - e Sagan - che dopo il Fiandre si arrende di nuovo. Non potevano vincere tutti.

L'incredibile finale al Velodromo: volata a 3, poi a 5... Vince Van Avermaet

L'immagine della Roubaix, alla fine, è l'abbraccio tra Oss e Van Avermaet. Daniel non finirà sull'albo d'oro della Roubaix, ma in quel gesto c'è tutta la Roubaix: perché su queste pietre vince la fatica, vince il sudore, vince anche e soprattutto il ciclismo dei gregari, del sacrificio. Anche per questo l'Italia può sorridere, un'Italia che guarda al futuro con una speranza in più, perché uno come Gianni Moscon non lo vedevamo da tempo.
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