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Peter Sagan, la maglia verde e una maledizione chiamata piazzamento

Fabio Disingrini

Aggiornato 11/07/2015 alle 19:54 GMT+2

Enfant prodige del ciclismo mondiale, Peter Sagan ha infiammato tali aspettative da gelare, oggi che ha 25 anni, tifosi e addetti per un successo al Tour che manca dal 2013. Giusto spiegare perché lo slovacco non ha ancora vinto una Classica Monumento; inversamente proibito parlare di talento sprecato in termini di gap prestazionali, specie nel giorno del suo ritorno "naturale" in maglia verde

Tour de France 2015, Peter Sagan in maglia Tinkoff-Saxo alla partenza della Grande Boucle

Credit Foto LaPresse

Secondo sul barrage di Zelande, terzo sul pavé di Cambrai, secondo ad Amiens, secondo a Le Havre, terzo a Fougéres: sono 5 podi di tappa nella prima settimana di Tour, 4 consecutivi prima del quarto posto di oggi, sul traguardo del Mûr-de-Bretagne, da grande favorito dell'ottava tappa. Mark Cavendish è tornato a braccia alzate in Francia ieri, Peter Sagan attende il prossimo trionfo alla Grande Boucle (gli manca da Albi 2013) con la calma della prima maturità e la certezza di una maglia verde che, nel segno di Zabel, sembra ormai spettargli per elezione terrena.
Enfant prodige del ciclismo mondiale, Peter Sagan svela le stimmate prestissimo, a vent’anni, vincendo alla Parigi-Nizza, in Romandia, al Tour di California. Un anno più tardi, nel 2011 in Polonia, Sagan diventa il più giovane vincitore di una gara a tappe dell'UCI World Tour, con un tris da predestinato alla Vuelta a España. Nel 2012 - quarto alla Milano-Sanremo, quinto del Fiandre, smagliante alla Tirreno-Adriatico - Peter Sagan s’iscrive all’Università del ciclismo e vince subito la maglia verde con 3 successi di tappa nella prima settimana della Grande Boucle.
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2013 Tour de France Etape 7 Peter Sagan

Credit Foto AFP

Da finisseur o in volata, formidabile scattista e in larga percentuale (di pendenza), nel 2013 Peter Sagan vince 22 tappe (un’altra al Tour) e la sua prima Classica impennando sul traguardo della Gent-Wevelgem. Beffato a Sanremo da Ciolek, alla Ronde deve inchinarsi al re delle Fiandre Fabian Cancellara, ma sembra solo questione di (poco) tempo prima che lo slovacco vinca una Monumento. E c’è perfino chi dice e azzarda che, con una retta trasformazione fisica, Sagan potrà presto vincere la classifica generale di un Grande Giro.
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Peter Sagan sul controverso podio del Giro delle Fiandre 2013 (AFP)

Credit Foto Eurosport

Nel 2014 però Sagan deve incassare la “critica della demitizzazione” da parte dei più impazienti addetti ai lavori, vincendo “solo” 7 corse (Tirreno-Adriatico e Harelbeke le più importanti) e la terza maglia verde senza successi di tappa al Tour, con 4 secondi posti e un terzo. Amatissimo in Italia per ragioni adottive, ovvero la lunga militanza in Liquigas-Cannondale, senza aver mai disputato il Giro, Peter Sagan passa alla Tinkoff-Saxo in cerca di consacrazione e inizia il 2015 con i “soliti” successi alla Tirreno-Adriatico, In California (quest’anno vince anche la classifica generale) e in Svizzera. Quarto alla Sanremo e al Fiandre, i suoi piazzamenti sfumano oggi in una maledizionesotto i riflettori di un altro Tour (fin qui) senza trionfi in maglia verde.
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Dan Martin, Chris Froome et Peter Sagan à Mûr-de-Bretagne, arrivée de la 8e étape du Tour de France 2015

Credit Foto Panoramic

Già, perché Peter Sagan ha vinto le ultime 3 classifiche a punti del Tour de France e rincorre il primato di 6 maglie verdi consecutive portate a Parigi da Erik Zabel. Abituato ai favori del pronostico, a rispondere con un sorriso alle prime remore dei giornalisti e a diffidare sottotraccia di certi facili complimenti. É abituato - si chiami Moreno Moser alla Strade Bianche o Alberto Contador al Tour de France, si tratti di gavetta Liquigas, di coralità Cannondale o di caratura Tinkoff-Saxo - a dare tutto per la squadra. S'è abituato all'invidia di alcuni concorrenti e all'antipatia, "sportiva" e legittima, di altri rivali: specie dei campioni che, come Cancellara a specchio d'anagrafe, hanno già intuito chi sarà il loro tracotante successore. Peter Sagan s'abituerà perfino alle feroci critiche dei detrattori con la grazia e il candore di un peterpan su due ruote: destino comune, beati loro, del golden boy dello sport baciati dall'arte a ogni latitudine.
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