L'Italia del Tour senza successi e qualche rammarico: Nibali e Aru campioni di coraggio

Il Tour degli italiani si decide sulle prime rampe dell'ultima salita del Tour de France, il Col de Joux Plane, dove Vincenzo Nibali resta da solo in testa alla corsa mentre Fabio Aru si stacca dalle ruote dei migliori. É il destino inversamente proporzionale delle due punte Astana: Vincenzo sta gettando il cuore oltre la vetta per una prestigiosa vittoria di tappa dove tutto per lui sa ancora di giallo; Fabio è al gancio dopo una coraggiosa tregiorni alpina di rimonta in classifica generale fino al sesto posto, chiedendo il fondo alle gambe sulle strade della sua prima Grande Boucle. Qualcosa però va storto anche là davanti quando sbuca un basco, Jon Izagirre Insausti, e si butta giù in picchiata da Joux Plane seminando Pantano e Nibali, che sono due dei migliori discesisti World Tour, al traguardo di Morzine. Peccato: il Tour degli italiani è stato tanto coraggioso quanto sinistro e l'ultima fatica alpina completa un significato che già sapevamo alla vigilia della Grande Boucle.

... Né per fare classifica, impensabile dopo un Giro d'Italia semplicemente trionfale, ma per preparare le Olimpiadi “facendo fondo” senza perdere il ritmo gara. Segnandosi qualche traguardo, entrando in qualche fuga e aiutando di riflesso il suo capitano, di cui non avrebbe potuto fare il semplice gregario. Peccato per un grande successo di tappa sfumato sabato, però le risposte Road to Rio sono positive, in salita e a cronometro, dove Nibali ha fatto due buoni risultati e specie nella sua prima cronoscalata lenticolare, visto che Vincenzo ai Giochi Olimpici disputerà anche la Time Trial.

... Ma pedalando tra i migliori fino all'ultima salita. E vista la misura della generale dietro alla maglia gialla, Aru ha dato tutto per salire sul podio del suo primo Tour, rimontando 4 posizioni in tre giorni alpini con una bellissima cronoscalata (da Pantani, un italiano non faceva podio di tappa a cronometro in Francia) e la corsa dura dell'Astana. Aru è stato coraggioso, ha scelto di non appagarsi del suo nome in top-ten, s'è spremuto ed è saltato prima dell'ultima vetta. Tredicesimo finale e miglior italiano del Tour a +19'20 da Froome: non è una disfatta e grazie dell'ardimento nel piattume di certe salite.

Degli altri italiani al via dalla Grand Départ di Mont-Saint-Michel, Diego Rosa ha fatto il pretoriano di Aru mentre Tiralongo ha faticato fin dai Pirenei. Non diverso Pozzovivo, chi senz'altro ha fatto forcing è invece Damiano Caruso, che aveva due barra tre capitani da servire in salita (Porte, Van Garderen, Van Avermaet) e Cassani se lo porta a Rio. Nella Tinkoff, Gatto ha fatto il gregario di Sagan e Tosatto lo sarebbe stato di Contador, così come Guarnieri e Sabatini ultimi uomini di Kristoff e Marcel Kittel. Dentro le fughe, meglio Benedetti di Bono, mentre Davide Cimolai era l'unico sprinter di punta alla partenza del Tour: ottavo controvento a Villars-les-Dombes. Trentin 2013, Nibali (4) e Trentin 2014, ancora Vincenzo nel 2015: da 4 edizioni l'Italia non chiudeva una Grande Boucle senza successi di tappa. Le diverse ambizioni di Fabio Aru e Vincenzo Nibali, insieme a qualche grande cacciatore di traguardi (Ulissi? Brambilla?) baceranno l'anno che verrà.