Purché siano Alpi: Primoz Roglic dal salto con gli sci alla presa del Galibier
Aggiornato 19/07/2017 alle 23:24 GMT+2
Sloveno trasformista, ex-atleta nordico, ottimo cronoman e adesso anche grande scalatore. L'avevamo scoperto vincente contro il tempo sulle colline del Chianti Classico: oggi, trionfando nel tappone alpino del Tour de France, Primoz Roglic ha fatto il grande salto.
Quando al Giro c'è un italiano in maglia rosa, le conferenze stampa sono una festa mobile. Così, un anno fa a Greve in Chianti, abbiamo conosciuto Primoz Roglic vincitore della crono dei vini, sloveno di garbo all'ombra di Brambilla eroe per un secondo (giorno). Sbucato dal nulla, beffato di un centesimo da Dumoulin nel prologo di Apeldoorn, Roglic raccontò ai pochi restanti in sala la sua nuova storia da ciclista: un ex-saltatore con gli sci nel paese di Primoz Peterka e Peter Prevc (vincitori sloveni del Quattro Trampolini), campione del mondo juniores nel 2007.
Oggi nel curriculum aggiornato, c'è un tappone alpino del Tour de France. Specialità: cronometro. Segni particolari: professionista dal 2013. Primoz è salito in bici a 24 anni e del salto con gli sci ha applicato su due ruote le regole dell'aerodinamica. Quando, contro il tempo, una quantistica lenticolare cancella la furia delle volate o il martirio delle salite, la solitudine dei numeri primi fonda la tecnica di ogni corridore con il suo profilo scientifico, la sezione residua.
Dove non c'è resistenza aerodinamica, pedalare somiglia a un egotismo: come un cronoman possa vincere un Giro d'Italia o un Tour de France ci è stato tramandato da Miguel Indurain o Bradley Wiggins. Ieri festeggiavamo Dumoulin sul palco di Milano e domani, probabilmente, Chris Froome in maglia gialla a Parigi: oggi brindiamo a Primoz Roglic sul Galibier.
Che nel fisico del corridore sloveno stesse cambiando qualcosa, l'avevamo intuito a inizio anno quando Roglic ha vinto la Vuelta ao Algarve e una tappa in linea a Bilbao, oltre a due crono al Pais Vasco e in Romandia: ecco perché della Lotto-Jumbo al Tour de France Primoz è capitano al debutto. A dire il vero, un limite al suo recente passaggio al ciclismo c'è perché in questi giorni abbiamo perso il conto delle sue cadute: da quegli ingenui cali d'attenzione in gruppo alla scivolata di oggi con le ruote a bordo strada.
Eppure, al netto di queste “piccole” colpe, oggi Primoz Roglic è diventato un grande scalatore di slancio prima del grande salto, domando il Galibier in fuga solitaria, planando in discesa come da un trampolino. Fase si slancio, di stacco, di volo o di atterraggio: che sia l'Henri Desgrange di questo Tour (la nostra Cima Coppi) o un salto con gli sci in una valle alpina, Primoz Roglic ha scritto il suo récit d’ascension. Scusiamo il ritardo, benvenuto nel grande ciclismo.
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