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Tour de France - Ecco Lopez, Roglic difficile da staccare: le 5 cose che abbiamo imparato

Luca Stamerra

Pubblicato 17/09/2020 alle 11:21 GMT+2

Finalmente un guizzo di Miguel Ángel López che ha attaccato ed è andato a vincere, questa volta, senza guardarsi indietro. E dire che dietro c'era la battaglia Roglic vs Pogacar, vinta dal corridore della Jumbo Visma che è sembrato tranquillo e a proprio agio rispetto al suo giovane connazionale che ha patito un po' pendenze e inesperienza.

Miguel Angel Lopez - Tour de France 2020, stage 17 - Imago

Credit Foto Imago

Finalmente Miguel Ángel López

Era davvero ora. Il colombiano è un attaccante nato, come tanti dei suoi connazionali, ma spesso e volentieri i suoi attacchi non si traducevano in vittorie o azioni significative. Queste perché López, anche negli scatti, non era troppo sicuro di se stesso. Attaccava e si girava dopo 300 metri per capire se avesse guadagnato qualcosa. Attaccava e si girava, attaccava e si girava. Oltre ad essere poco produttivo, dava il segnale al resto della compagnia di essere poco sicuro dei propri mezzi. E a furia di scattare rischi di essere passato dai tuoi avversari. Il suo Tour era partito molto male, ma questa volta ha avuto la forza di arrivare al traguardo, senza voltarsi. Ha vinto una tappa prestigiosa e si è issato sul podio. Sarà la volta buona?
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L'attacco di Miguel Angel Lopez a 3 km dal traguardo: Magrini impazzisce

Così Landa non vincerà mai un Grande Giro

Il tema tattico della tappa regina di questo Tour è stato l'atteggiamento della Bahrain McLaren, che ha preso il posto della Jumbo Visma nel comando delle operazioni in testa al gruppo. L'obiettivo di Landa, che aveva già perso terreno - e non solo per la tappa dei ventagli - era quello di rimontare sul podio. Sentendo le dichiarazioni dei protagonisti, addirittura, la Bahrain aveva un obiettivo ancora più ambizioso: stancare la Jumbo Vimsa per mettere in difficoltà Primoz Roglic. Forse un obiettivo un po' fuori portata per Landa che era comunque lontano e doveva pensare a scalare posizione su posizione. Ecco che nel momento clou della corsa, dopo un immenso lavoro dei vari Haller, Colbrelli (eccezionale), Mohoric, Poels, Pello Bilbao e Damiano Caruso, Landa non parte e si stacca sulle pendenze del Col de la Loze.
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Mikel Landa durante la difficilissima 17a tappa del Tour de France 2020

Credit Foto Getty Images

Alé, altra grande occasione persa dal basco. Ora Landa è 7° a 3'27'' da Roglic e, soprattutto, a due minuti dal podio, con una crono poco congeniale alla sue caratteristiche. Il Tour non è ancora finito, ma questo piazzamento è troppo poco per uno della sua risma e per uno che ha avuto questa squadra a disposizione. Landa è il miglior gregario in assoluto da avere in salita, ma forse come capitano non può ambire a qualcosa di così importante...
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Colbrelli: "Volevamo stancare la Jumbo Visma. Ci abbiamo provato"

Roglic, un corridore inscalfibile e sicuro di sé

Impressionante. Impressionante davvero. La Bahrain McLaren ha cercato di stancare la Jumbo Visma, da dietro erano pronti in diversi ad attaccare, ma Roglic è rimasto lì imperterrito. Il suo obiettivo era solo quello di tenere dietro Tadej Pogacar, incurante del resto. Roglic fa il suo, tenendo bene in mente quello che deve fare e - sentendosi bene sull'ultima durissima salita - ha avuto addirittura la sicurezza di dare a Kuss il semaforo verde per vincere la tappa. Impressionante. Alla fine lo statunitense non è riuscito a battere López e si è rimesso a disposizione per il proprio capitano. Roglic ha ringraziato e ha guadagnato altri 15'' su Pogacar. Il Tour non è finito, ma Roglic è un corridore incredibile.
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Kuss: "Roglic mi aveva dato l'ok per provare a vincere, ma Lopez era più forte"

Pogacar ci riproverà. Il Tour non è finito ma...

Nella tappa regina del Tour, se vogliamo, Pogacar ha mostrato un po' di inesperienza. Il talento sloveno ha un po' patito le pendenze del Col de la Loze e gli sforzi fatti per tutto il Tour (è stato il corridore di classifica che ha collezionato più scatti di tutti). Ma lo si è visto in difficoltà sulle ultime asperità, non mantenendo la calma quando si trovava tra due ali di folla. Non abituato a certi palcoscenici, trovarsi con così tanti tifosi gli ha fatto sentire, quasi, un senso ci claustrofobia. Tanto che Pogacar ha cercato di colpire qualche “tifoso” per allontanarli da sé. Detto questo non è arrivato esimo a x minuti, è arrivato comunque 3° a 15'' da Roglic. Ha peccato forse di esperienza, ma il Tour non è ancora finito.
Pogacar può ribaltare il Tour con la crono?
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Fase concitata della corsa e Pogacar viene quasi alle mani con un tifoso

Enric Mas cresce bene

Non è giovanissimo come Pogacar, avendo già compiuto 25 anni. Ma nel ciclismo o sei un fenomeno subito o cresci col tempo trovando la tua maturazione. Tanti big della classifica hanno vinto il loro primo Grande Giro alla soglia dei 30 anni. Quindi, Enric Mas continua il suo percorso di crescita passo dopo passo, pedalata dopo pedalata. Non ha cominciato alla grande il suo Tour perdendo secondi, banalmente, qua e là, ma si sta rifacendo alla grande ritrovandosi sempre tra i migliori nelle ultime tappe. Intanto è salito all'8° posto che non è male in questo Tour durissimo. Il podio è lontano, ma l'importante era crescere. Cerca di sfruttare i consigli del 40enne Valverde e, in via telematica, da Alberto Contador. Fu proprio lui a lanciarlo nel ciclismo grazie alla sua squadra juniores la Specialized–Fundación Alberto Contador team. Sarà anche lui una stella come Bernal, Pogacar ed Evenepoel?
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"Carapaz non è morto", Roglic vince il derby: gli highlights della 17a tappa

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