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Nibali, niente paura alla Vuelta: Vincenzo è un campione in cerca di normalità

Fabio Disingrini

Pubblicato 03/09/2018 alle 15:19 GMT+2

È alla Vuelta con il dorsale numero 1 ma non compete per la vittoria. Deve solo ritrovare il ritmo corsa per i Mondiali, come ci spiega Riccardo Magrini.

Vincenzo Nibali della Bahrain-Merida nel corso della Vuelta a España

Credit Foto Getty Images

La settimana rossa di Vincenzo Nibali s’è chiusa sull’Alto de la Covatilla 37 minuti dopo il vincitore di tappa, 112esimo della classifica generale a +21’56 da Simon Yates. Dalla partenza di Malaga, sono stati 9 giorni di dolori alla schiena e insofferenze nei confronti di una stampa che lo vorrebbe sempre protagonista. Perfino momenti di sconforto quando, dopo le prime fatiche andaluse, ha ammesso la paura di non poter più essere quello di prima.
Certo che non siamo proprio abituati, e ci valga come piccolo alibi, a sfilare le classifiche di un grande giro per trovare Vincenzo, però è vero che la sua Vuelta rientra nella normalità di un campione che ha subito un grave infortunio (celebre purtroppo la caduta dell’Alpe d’Huez), è stato operato e ora cerca sulle salite iberiche la migliore condizione per l’evento dell’anno: il Mondiale di Innsbruck.
Troppo presto? Ha forse affrettato i tempi di recupero? Era meglio se non faceva la Vuelta? Dubbi leciti che abbiamo detto al nostro Riccardo Magrini:
Quando è iniziata la Vuelta ho pensato alla stessa cosa, poi però l’ho visto più tranquillo e venir su di forma: Vincenzo ha 33 anni e sa come gestirsi. Sta in corsa, fa ritmo e cresce di condizione.
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Vincenzo Nibali in maglia rossa, vincitore della Vuelta a España nel 2010

Credit Foto Getty Images

Dove Nibali ha colto il suo primo grande giro nel 2010 ed è salito altre due volte sul podio, secondo nel 2013 e l’anno scorso, Vincenzo ha cambiato prospettive e per quanto “impopolare”, la sua Vuelta sarà solo un test in funzione del sogno iridato. Subito fuori classifica, sarebbe straordinario un suo successo di tappa: stra-ordinario perché, in questo suo “delicato” momento di carriera, Nibali è un campione in cerca di normalità.
Non ci si poteva aspettare più di tanto: Nibali è in Spagna in ottica Mondiale, la sua paura era il mal di schiena e nei giorni è diminuito il dolore, perciò tutto bene e intanto non bisogna chiedergli niente. (Riccardo Magrini)
Ecco perché, sulle strade iberiche, ha chiesto ai giornalisti di essere lasciato in pace per una decina di giorni. Ecco perché, scaduti questi, potrebbe anche ritirarsi senza traumi. Prima delle ultime salite, prima dei Lagos de Covadonga di domenica prossima. Solo se intanto avrà ritrovato, nelle gambe e nella testa, le migliori sensazioni. Se avrà potuto rimettere Innsbruck, cerchiato in rosso, al centro del suo calendario.
Vincenzo è alla Vuelta solo per il ritmo di corsa: certe attese su Nibali non le ho capite e in questo caso si basano sul niente. (Riccardo Magrini)
Dicevamo d’un campione in cerca di normalità ed ecco la nostra immagine preferita: Vincenzo Nibali che si carica sulle spalle il portaborracce al servizio del suo capitano (Ion Izagirre) e di tutti i compagni di squadra. Come un gregario, con il peso su una vertebra fratturata a luglio e operata ad agosto. Vuol dire che la schiena sta bene e che in fondo Vincenzo ci piace tanto anche così.

La Vuelta è in esclusiva su Eurosport

La Vuelta a España è un evento trasmesso in esclusiva su Eurosport 1 e in Live-streaming su eurosportplayer.com, dove le tappe iniziano un'ora prima che in tv. Al commento ogni giorno, fino alla passerella di Madrid, i nostri alfieri della Casa del ciclismo: Luca Gregorio e Riccardo Magrini.
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