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Dalla prima vittoria in F2 al sogno F1: le quattro domande per capire il destino di Mick Schumacher

Daniele Fantini

Pubblicato 06/08/2019 alle 16:46 GMT+2

Dopo aver vinto la sua prima gara della carriera in Formula 2, Mick Schumacher ha riacceso i ricordi e le emozioni della generazione di ferraristi cresciuta nel segno dei trionfi del papà Michael. Legatosi alla Ferrari Academy a gennaio, il futuro di Mick sembra destinato alla F1, ma quali sono i suoi punti di forza e quando potrebbe essere pronto per il grande salto?

Prema Racings German racing driver Mick Schumacher celebrates on podium after winning the second race of the FIA Formula 2 Championship at the Hungaroring in Budapest.

Credit Foto Getty Images

Soltanto il tempo potrà dire se arriverò in F1 l'anno prossimo, tra due anni oppure tre. La cosa certa, è che farò del mio meglio per imparare e migliorare il più possibile e per farmi trovare pronto per la mia prossima sfida, in qualsiasi squadra sia - Mick Schumacher
Domenica scorsa, 4 agosto, ha centrato il primo trionfo in Formula 2 al volante del team Prema, riportando il cognome Schumacher sul podio dell'Hungaroring quindici anni dopo papà Michael. Partito dalla pole per l'inversione delle posizioni in gara-2, Mick Schumacher ha corso una gara attenta, accorta, respingendo gli attacchi del giapponese Nobuharu Matsushita e gestendo al meglio le gomme: la sua immagine trionfante ha fatto il giro del mondo, riaccendendo i ricordi dei grandi trionfi del papà, sette volte campione del mondo. Ma quali sono le chance di Mick per raccogliere anche solo una parte di questa enorme eredità? Proviamo a capirlo insieme.

Dove ha corso e che cos'ha vinto finora?

Nato il 22 marzo 1999 a Vuffles Le Chateau (Svizzera), Mick inizia la carriera nel 2011 correndo sui kart. Nel 2014 chiude al secondo posto nel campionato tedesco e in quello europeo, trampolino di lancio per l'ingresso in Formula 4 con la Van Amersfoort Racing, con cui ottiene una vittoria in gara. L'anno successivo (2016) passa al team Prema, squadra legata alla Ferrari Academy: corre nel campionato italiano e in quello tedesco per 42 gare complessive, conquistando 10 vittorie e chiudendo al secondo posto in entrambe le categorie. Nel 2017 prosegue la crescita salendo in Formula 3, sempre al volante del team Prema. Nella prima stagione chiude al 12° posto in classifica con un solo podio all'attivo, ma nel 2018 si sblocca dopo aver assaporato il primo trionfo a Spa: nella seconda metà del campionato infila altre 7 vittorie e quattro podi che gli permettono di superare Dan Ticktum e vincere il titolo europeo. Quest'anno, passato in Formula 2, si trova di fronte al primo vero grande step della carriera, dovendosi adattare a una vettura con un carico aerodinamico maggiore, a una diversa gestione delle gomme e alla concorrenza di piloti affamati ed esperti. Entrato nella Ferrari Academy lo scorso gennaio, testa la Rossa e l'Alfa Romeo sul circuito del Bahrain ad aprile: al volante della Ferrari, segna il secondo miglior tempo alle spalle di Max Verstappen.
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Mick Schumacher festeggia la prima vittoria in carriera in Formula 2 sul gradino più alto del podio in Ungheria.

Credit Foto Getty Images

Quali sono i suoi punti di forza?

Nonostante il trionfo dello scorso anno in Formula 3, Mick Schumacher non sembra avere un talento naturale fuori dal comune come quello mostrato da Charles Leclerc e Lando Norris. La sua vera forza sta in una cultura del lavoro eccezionale, ereditata dal papà: nonostante le tantissime vittorie, infatti, Michael aveva una mente straordinariamente aperta, immersa in un continuo processo di apprendimento e miglioramento. Mick viene descritto come un ragazzo più grande dei suoi 20 anni, serio, attento a tutto, meticoloso e curioso: nel box, fa tantissime domande per aumentare al massimo le sue conoscenze. In pista, è un pilota molto costante, che fa dell'applicazione il motore per la sua crescita professionale. Le sue esperienze nei kart, in F4 e in F3 sono state sempre segnate da una progressione che lo ha portato a migliorare nella seconda stagione corsa in ogni categoria, segno di una meticolosità e di un impegno unici nel lavoro.

Potrà arrivare in Formula 1?

L'impressione generale è che la parabola di Mick sia destinata a terminare nella massima serie del motorsport, non solo per la crescita naturale delle sue prestazioni nelle classi inferiori ma anche per quel connubio con la Ferrari che riaccenderebbe le emozioni dei tifosi nel ricordo dei trionfi di papà Michael. Se non dovesse essere l'anno prossimo (nel caso, batterebbe il record di precocità di suo padre, debuttante a nel 1991 a Spa a 22 anni), sarà molto probabile vederlo nel circus nel 2021 o 2022 al massimo. L'ingresso nella Ferrari Academy maturato lo scorso gennaio potrebbe garantirgli un sedile in Alfa Romeo, dove Antonio Giovinazzi stenta ancora a convincere mentre Kimi Raikkonen, a 40 anni, è ormai un nome sacrificabile per un nuovo progetto futuro. A prescindere dai risultati ottenuti in pista, il solo ingresso di Mick Schumacher in F1 potrebbe fungere da volano per risvegliare una passione assopita di quella generazione di ferraristi disamoratasi per l'ormai lungo dominio Mercedes: Mick potrebbe inserirsi in quel filone di nouvelle vague aperto da Max Verstappen e poi rinvigorito dalla crescita di Charles Leclerc e Lando Norris.
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Mick Schumacher si è seduto per la prima volta al volante di una Ferrari durante i test in Bahrain dello scorso aprile.

Credit Foto Imago

Cosa dicono di lui?

Le speranze di una crescita professionale che possa portarlo in F1 sono accompagnate dall'incognita sulla tenuta mentale: Schumacher dovrà essere in grado di sopportare non solo la pressione delle gare ma anche quella derivante dal cognome che porta.
Quando uno che corre in macchina vince, significa che è forte. Questo vale in tutte le categorie, dai kart in su. Se Mick ha vinto in Euro F3 e ora vince anche in Formula 2, vuol dire che la stoffa ce l'ha. Vedremo se sarà capace di fare l'ultimo step, il gradino finale. Passare dall'essere una grande promessa a una promessa mantenuta. Che non significa vincere sette titoli mondiali come ha fatto suo papà, ma diventare protagonista nella massima serie. Ed è il gradino più difficile da salire, per tutti - Gian Carlo Minardi.
È preciso, puntiglioso, meticoloso. Vuole sapere tutto, fa un sacco di domande. La vittoria in Ungheria gli servirà per prendere più fiducia, e ci auguriamo che possa essere una svolta. La classifica attuale non rispecchia il suo reale valore, un po' per sfortuna e un po' per errori evitabili, compiuti anche dal team. F1? A fine stagione ci metteremo a un tavolo e vedremo - René Rosin, team principal Prema
L'ho visto crescere e sono felice che stia sfondando nelle corse. Ha la stoffa di suo padre - Luca Badoer, ex collaudatore e pilota Ferrari
È diretto, curioso e focalizzato sul lavoro: si impegna molto e ha una gran voglia di imparare - Laurent Mekies, ds Ferrari
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