F1, Leclerc: "Amo la Ferrari per la passione dei tifosi"
Aggiornato 05/08/2020 alle 12:23 GMT+2
Charles Leclerc si racconta in una lunga intervista concessa a Walter Veltroni per la Gazzetta dello Sport. Il pilota monegasco ricorda i primi GP visti sul circuiti di Montecarlo e il percorso compiuto per approdare in Ferrari, il suo sogno sin da bambino. Ora è pronto ad affrontare nuove sfide e aprire un nuovo ciclo con la rivoluzione regolamentare del 2022.
Sin da bambino, Charles Leclerc sognava di guidare "la macchina rossa", la Ferrari. La vedeva schizzare per la pista di Montecarlo, dal balcone di casa di un amico. Il sogno si è realizzato molto presto, quando aveva soltanto 21 anni: Maranello ha scelto di puntare in maniera decisa su di lui e sul suo talento, per aprire un nuovo ciclo di lunga durata. E, si spera, di grandi successi, possibili però soltanto dopo la grande rivoluzione del 2022 che dovrebbe sparigliare le carte di questo particolare momento storico segnato dall'egemonia dei motori Mercedes. Leclerc si è raccontato in una bella intervista concessa a Walter Veltroni sulle pagine della Gazzetta dello Sport, ricordando i momenti che hanno acceso la passione per la Formula 1 e il percorso che lo ho portato dai kart a varcare le soglie di Maranello, aggiungendo nuovi sogni, aspettative e speranze per i prossimi anni in Ferrari. Ecco alcuni passaggi.
La Ferrari nel cuore sin da bambino
Da piccolo le macchinine erano la mia passione. Ma poi, per un bambino monegasco, esiste solo il GP di Montecarlo. Ero fortunato perché uno dei miei migliori amici aveva un appartamento che sovrastava l'uscita della curva 1. Andavamo sempre da lui a vedere le prove e la gara. Da bambino sognavo di guidare la macchina rossa. Anche prima di sapere che si chiamasse Ferrari. Era la mia magnifica ossessione.
Ferrari, una fabbrica di passione
Essere arrivato in Ferrari è un sogno, come lo è per tanti. Sento la responsabilità di portare in alto il nome della Ferrari. In questo momento non è facile, c'è tanto lavoro da fare, però è interessante avere un progetto comune così lungo, perché consente di lavorare bene e di provare a costruire qualcosa di interessante, un nuovo ciclo. Di diverso rispetto agli altri team, la Ferrari ha la passione. Sono sicuro che nessun altro team in F1 abbia una base di tifosi così grande e una passione diffusa così forte per la Ferrari, è quasi una febbre.
Nuovo ciclo Ferrari con la rivoluzione del 2022?
È difficile poter dire quando la Ferrari potrà tornare a vincere. Questo momento è complesso, ci vorrà abbastanza tempo. Credo che nel 2022 ci sarà un rilevante cambiamento delle regole, e quella sarà una grandissima opportunità per cambiare le cose. Dovremo lavorare per cambiarle nel 2022, per aprire un nuovo ciclo di successi Ferrari.
Il pilota e la squadra: chi conta di più?
Nei risultati, direi che il 35% dipende dal pilota e il 65% dalla squadra e dalla macchina. Ora sono molto importanti squadra e macchina. Poi certamente il pilota è quello che fa la differenza, quello che alla fine in pista può raccogliere più o meno punti, ma per definire in quale fascia di classifica si colloca la macchina, il pilota non può fare la differenza più di tanto. Può invece influenzare il team a prendere le direzioni giuste: tutto è connesso, tutto è frutto di un progetto e di un lavoro comune.
Schumacher + Senna + Hamilton = il pilota ideale
Il mio pilota ideale avrebbe la capacità di lavorare di Michael Schumacher, il talento di Ayrton Senna, l'intelligenza di Lewis Hamilton. Credo che questi tre siano i nomi che hanno fatto grande la F1.
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