L'impresa è di Verstappen, ma l'allungo di Norris può essere decisivo. Vasseur vede trionfare l'altra Ferrari e precipita al 4° posto nei Costruttori
Aggiornato 10/11/2025 alle 23:59 GMT+1
F1 - Nella memoria resta la sensazionale rimonta di Max dal 20° al 3° posto, ma il bottino pieno raccolto da Norris tra Sprint e gara mette una seria ipoteca sul Mondiale. Anche perché il Norris tornato in macchina dopo l'estate è un pilota enormemente cresciuto sul piano della solidità e dell'approccio mentale. Passaggio a vuoto per la Ferrari, miglior week end in carriera per Kimi Antonelli.
Vasseur: "Non è una stagione facile, ma i piloti spingono nella stessa direzione"
Video credit: Eurosport
Come nel 2016 sotto la pioggia, come nel 2024 partendo dal 17° posto in griglia, come in quest'ultimo Gp partendo dalla pit lane, Max Verstappen sceglie spesso e volentieri Interlagos per scrivere alcune fra le migliori pagine di storia. Storia dell'automobilismo, non storia soltanto sua. Il podio di domenica è l'ennesima prova di maestria di un pilota che sa gestire e raddrizzare letteralmente qualunque situazione, disperatamente agganciato a un treno alla cui guida Lando Norris sta imprimendo una velocità difficile da sostenere. L'impresa epica è e resterà di Max, ma il dominio di Lando Norris in Brasile è il segno, aritmetico e non solo, di una possibile svolta. Perché il Norris autunnale è un pilota diverso da prima. Veloce come sempre è stato, ma con una solidità tecnica e mentale che aveva faticato a trovare in precedenza, e che riduce non poco i margini di manovra dell'olandese della Red Bull ma anche, e soprattutto, quelli di Oscar Piastri. Il 'clic' nella testa di Norris è scattato probabilmente dopo il ritiro in Olanda, quando la pressione è passata tutta sul compagno. Ora è lui a tenere dritta la barra di tutta la McLaren.
Lando vola via
Se Verstappen ha evitato con una magia di finire fuori dai giochi, la stoccata di Norris è di quelle che danno una piega alla stagione. Perché viene dopo il week end dominato in Messico, e perché evidenzia il salto di qualità di un pilota che è sempre stato veloce, ma che non aveva ancora trovato la propria dimensione. Ora Lando sembra molto più impermeabile a ciò che ha intorno, sa gestire alla perfezione la preparazione della macchina ma anche le fasi più calde di qualifica e gara, con le difficoltà di Piastri sembra anzi essere divenuto leader e riferimento tecnico del team. Proprio il ruolo che non riusciva a fare suo nel confronto psicologico col compagno. L'aritmetica gli concede ora 24 punti di margine su Piastri e ben 49 su Max, con 83 punti ancora disponibili negli ultimi tre appuntamenti iridati. Il suo momento tecnico e psicologico non fa pensare a possibili cali di tensione. Sta a Piastri provare a dare la scossa, ma dopo Città del Messico e Interlagos occorrerà ribaltare un'altra volta l'inerzia, oggettivamente non facile.
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Verstappen: “Andare sul podio partendo dalla pit lane... Assurdo. Ma in Red Bull non ci arrendiamo”
Video credit: SNTV
Antonelli, che crescita
Il secondo posto di Kimi Antonelli in Brasile ha un peso specifico che va al di là del piazzamento. Perché figlio di un week end intero condotto al vertice, battuto solo da Norris sia in gara, sia nelle due qualifiche, sia in gara sprint. Un week end passato costantemente fra i grandi, con tanto di contatti ravvicinati, e con tempi e strategie sempre all'altezza. Forse per la prima volta si è avuta davvero l'impressione di un pilota solido, e non solo di un rookie di talento, a giocarsela con i migliori. Ha pagato dazio all'età giusto nella ripartenza da safety car, e nel non lasciare qualche centimetro in più alla traiettoria di Piastri. Ma fra Messico e Brasile, è stato sempre coi primi e sempre davanti a George Russell. L'asticella si alzata visibilmente. E ora occhio alla Mercedes a Las Vegas: nel 2024 volava.
Ferrari a vuoto, Vasseur mastica amaro
La promettente seconda fila di Leclerc è sfumata in un doppio ritiro, la Ferrari torna a casa con le tasche vuote dal Brasile e scivola amaramente al 4° posto nel Costruttori. I piloti sono da tempo arresi, specie Hamilton che confessa candidamente di avere staccato la spina, ma Fred Vasseur mastica amaro. Perché sperava di allungare la striscia positiva inaugurata ad Austin, e dimostrare che l'ottimizzazione delle procedure aveva effettivamente fatto emergere il famigerato potenziale.
Invece la realtà dice che la Scuderia è ultima fra i quattro top team, superata da una squadra che fa punti con un solo pilota, unica senza vittorie. Per di più nella giornata in cui trionfa nuovamente l'altra Ferrari, quella del WEC, campione del Mondo Costruttori dopo i trionfi a Le Mans. Squadra guidata da quel Coletta la cui ombra continua a gravare su quella del manager francese. Perché a Maranello non vedono l'ora di chiudere questa ennesima ingloriosa stagione di F1, ma già le prime gare del 2026, se non i primi chilometri, saranno decisive per il futuro di tanti. A partire da Vasseur, Hamilton e Leclerc.
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