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Formula 1, Imola: da Senna a Schumacher, gioie, dolori e leggende

Paolo Sala

Aggiornato 14/04/2021 alle 19:21 GMT+2

Dopo il ritorno nel 2020 anche nel 2021, la Formula 1 gareggerà a Imola sul mitico tracciato romagnolo, nonostante il circuito intitolato a Enzo Ferrari sia entrato nel calendario della massima formula solo a cavallo fra gli anni '70 e '80 gareggiare qui per il Circus significa tornare a respirare aria di casa. Vi proviamo a spiegare perché...

Una parete piena di dediche dedicata ad Ayrton Senna, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Dopo il ritorno nel 2020 - dopo 14 anni d'assenza - il mondiale Formula 1 2021 disputerà la sua prima gara nel Vecchio Continente proprio a Imola, e sfoglia l'album di famiglia di quello che è un autentico viaggio del cuore. Perché sebbene il tracciato in riva al Santerno sia entrato in calendario solo alla fine degli anni '70, sono davvero innumerevoli i ricordi - meravigliosi ed eroici quanto dolorosi e tragici - legati ai Gp disputati qui. Un tracciato che nacque come un 'piccolo Nurburgring' per assumere poi una propria epicità nell'era dei turbo, e che ha a lungo rivaleggiato con Monza nel cuore degli appassionati italiani.

Storia: il 'piccolo Nurburgring'

Fu battezzato proprio così quando, all'inizio degli anni '50, venne immaginato come un tracciato che si snodasse fra le colline emiliane così come quello tedesco sull'Eifel. Non ovviamente per la lunghezza, quanto per la varietà e la completezza tecnica. Ed infatti piacque immediatamente ai piloti dell'epoca, Fangio per primo, che lo adoravano già allora. Sebbene fu necessario attendere il 1963 per vederci girare la Formula 1. Non nel campionato Mondiale, ma in una di quelle tante gare 'spurie' che si correvano all'epoca fuor di titolo iridato. Vincitore Jim Clark, che aprì e richiuse un albo d'oro destinato a rivedere la luce sedici anni dopo.
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Il Gp di Imola 1979

Intitolato a Dino Ferrari (oggi anche a Enzo), nel 1979 il tracciato è finalmente pronto per accogliere una corsa di Formula 1, grazie all'impegno di Enzo Ferrari ed ai buoni uffici di Bernie Ecclestone. Ed ospita subito una gara memorabile, bellissima e tiratissima fino alla fine, con Niki Lauda su Brabham-Alfa Romeo che batte Gilles Villeneuve sulla Ferrari 312-T4 prima di annunciare il suo addio alla F1, una settimana dopo in Canada. Tuttavia non si tratta ancora di una gara iridata, poiché solo l'anno successivo entrerà nel calendario del Mondiale. A vincere nel 1980 sarà Nelson Piquet su Brabham, ma i più ricordano soprattutto il botto di Gilles Villeneuve alla Tosa e quello di un giovane Nigel Mansell che distrusse la terza Lotus nelle prove.
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La vittoria di Pironi e la tragedia di Gilles

Altro ricordo indelebile il Gp del 1982, una doppietta Ferrari mai così amara. Quel duello non voluto Pironi-Villeneuve che il francese visse come una possibilità di gloria ed il canadese come un autentico tradimento. Da parte del compagno, del team, di Enzo Ferrari stesso. Con tutto il carico di rabbia e frustrazione che Gilles si portò poi nelle prove successive a Zolder, in Belgio. Imola spartiacque di una storia che cambia.
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Gilles Villeneuve e Didier Pironi (Ferrari) in lotta a Imola nel 1982

Credit Foto Getty Images

I trionfi di Senna e il 1° maggio 1994

Archiviate due belle vittorie tutte italiane - Elio De Angelis nel 1985 e Riccardo Patrese nel 1990, Imola diviene presto terra di conquista di Ayrton Senna, che trionfa in riva al Santerno nel 1988, 1989 e 1991 (in quest'ultima edizione Alain Prost, su Ferrari, finì incredibilmente out nel giro di ricognizione bagnato). Tre anni dopo mise finalmente le mani sull'agognato volante della Williams, finendo per esserne tradito al Tamburello in un week end plumbeo e maledetto nella primavera del 1994.
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La maledizione del Tamburello

Già, il Tamburello. Velocissima piega a sinistra da fare in pieno per presentarsi alla Tosa dopo aver tagliato il traguardo. Oggi non c'è più, ammorbidita da una variante che abbatte le velocità di percorrenza proprio inseguito alla morte di Ayrton. Ma già prima di lui c'era chi aveva assaggiato il muretto esterno di quella curva da cuori forti: nel 1987 Nelson Piquet ci aveva letteralmente stampato la sagoma della sua Brabham in qualifica, rinunciando poi alla gara e portandosi appresso problemi fisici per alcune settimane. Nel 1991 la Ferrari di Gerhard Berger andò a fuoco dopo aver sbattuto per un cedimento dell'ala, e l'austriaco - sul 'piccolo Nurburgring', corsi e ricorsi - fu salvato dal rogo grazie alla prontezza degli uomini della CEA.

La drammatica lotta dei fratelli Schumacher

Gioia, dolore, tensione, emozioni forti anche nel 2003, coi fratelli Michael e Ralf Schumacher a lottare per la pole position mentre la madre è sul letto di morte in Germania. La domenica vincerà Michael, ed il suo pianto sul podio farà il giro del mondo. Così come sarà Michael nel 2006 ad aggiudicarsi l'ultima edizione, battendo sul filo Fernando Alonso.

Imola oggi

Oggi il percorso è praticamente lo stesso di quella penultima gara del 2006. La variante del Tamburello è al suo posto, ed altre piccole limature non restituiscono più la Imola dei tempi d'oro. Ma resta ancora un tracciato parecchio interessante dal punto di vista tecnico, per certi versi paragonabile al Mugello e a Portimao, due piste che hanno inaspettatamente esaltato le Formula 1 odierne. La filastrocca è immutata - Tamburello-Tosa-Piratella-Acque Minerali-Variante Alta-Rivazza-Variante Bassa - la passione anche.
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