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Layout, temperature, mancanza di dati: ecco perché il Gp di Las Vegas può regalare sorprese

Paolo Sala

Pubblicato 16/11/2023 alle 08:25 GMT+1

F1 - La Formula 1 si prepara all'attesissimo Gp di Las Vegas, che torna in calendario dopo oltre quarant'anni. La pista è veloce, le condizioni potrebbero offrire possibilità interessanti a chi insegue la Red Bull. Il rebus principale riguarda le gomme, che dovranno affrontare temperature parecchio fredde e la totale assenza di gare di contorno.

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Quarantuno anni dopo la Formula 1 torna a far tappa a Las Vegas, per il suo terzo appuntamento statunitense del Mondiale 2023 dopo Miami e Austin. Allora si correva in un circuito - in realtà una sorta di kartodromo oversize - ricavato nel parcheggio del Ceasars Palace. Oggi la pista è un lungo tracciato da oltre 6 chilometri che si appoggia sulla Las Vegas Strip e presenta un layout in parte simile a quello di Baku, per quanto un po' meno elaborato. Ma a fare la differenza, anche rispetto a quasi tutte le gare in calendario, potrebbero essere le condizioni ambientali, particolarmente estreme. Si correrà infatti in notturna, con temperature inferiori ai 10°, senza la gommatura data dalle gare di contorno e pure con la possibilità di pioggia: una serie di variabili che potrebbero spezzare il dominio Red Bull e dare agli inseguitori, Ferrari compresa, l'occasione buona per un ultimo squillo targato 2023.
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La Strip di Las Vegas con il Caesars Palace sullo sfondo durante la preparazione per il GP del 2023

Credit Foto Getty Images

FRA STORIA E IGNOTO

Come accennato, quello nel Nevada è un ritorno per la Formula 1. Sul tracciato allora ricavato nell'enorme parcheggio del Ceasars Palace, adiacente al tracciato attuale, si corse nel 1981 e nel 1982. Quest'ultima edizione vide la prima vittoria in carriera di Michele Alboreto, che curiosamente finì per combaciare con l'ultimo successo della gloriosa scuderia Tyrrell. Fu Keke Rosberg su Williams - con una sola vittoria all'attivo - ad aggiudicarsi il titolo Piloti, mentre la Ferrari fece suo quello Costruttori nella tragica stagione in cui perse prima Gilles Villeneuve a Zolder, e poi dovette sostituire Didier Pironi in seguito alle ferite riportate a Hockenheim. Allora era il classico cittadino/toboga, piuttosto tortuoso. Quello odierno è invece un tracciato lungo e parecchio veloce, di cui nessuno ha ovviamente a disposizione qualsivoglia dato di partenza.

SI CORRE AL BUIO

Dunque a Las Vegas si correrà letteralmente al buio: sia perché nessun team ha riferimenti tecnici su cui basarsi, sia perché la programmazione prevede qualifiche e gara in notturna (mattino presto per l'Europa). Il che, sperabilmente, potrebbe aprire le porte a diverse sorprese. Non è dato sapere se l'asfalto della Strip possa comportare i problemi di bumping - che a Singapore costrinse molti team ad alzare le macchine da terra finendo per rappresentare l'unico appuntamento in cui la Red Bull andò in evidente difficoltà col setup - ma è chiaro che la mancanza di dati su asfalto e assetti ottimali, unita alle condizioni estreme in cui si girerà, potrebbero una volta tanto sparigliare le carte. È quanto sperano Mercedes, McLaren e Ferrari per provare un ultimo squillo stagionale, ma anche team minori come Williams e Haas, che hanno macchine con una buona efficienza aerodinamica da sfruttare lungo gli oltre 6 chilometri di pista.
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Un dettaglio del nuovo circuito di F1 di Las Vegas, 2023

Credit Foto Getty Images

PISTA E CONDIZIONI ESTREME

Il tracciato è un moderno cittadino veloce, con poche curve rapide (di cui una a semicerchio, simile a quella di Sochi), alcune curve lente e tre rettilinei di cui uno lunghissimo, da quasi 2 chilometri. Tecnicamente può ricordare Baku, ma con molte meno pieghe ad angolo retto e un'andatura più filante. Dopodiché, ci sono tutte le incognite del caso: niente dati, temperature rigidissime (intorno ai nelle ore serali), una carreggiata tendenzialmente stretta e nessuna gara di contorno a gommare l'asfalto. Sarà dunque una sfida particolarmente probante sul piano dell'utilizzo delle gomme, per le quali ci saranno grosse difficoltà a trovare le giuste temperature d'esercizio (mentre non ci sono certezze sul degrado). Pirelli dovrà lavorare parecchio sulle pressioni. Non ultimo, le previsioni meteo prevedono possibilità di pioggia in orario gara, altro fattore di possibile destabilizzazione.

FERRARI, ULTIMA CHANCE

Se Mercedes e soprattutto McLaren sono al momento le più accreditate per provare a fare uno scherzo alla Red Bull, Las Vegas è una buona opportunità anche per la Ferrari, che giusto su un tracciato fatto di trazione, velocità di punta e diversi 'stop and go' può trarre il meglio dalla scorbutica SF-23. Baku e Singapore, i due Gp più simili a quello del Nevada per caratteristiche tecniche e/o ambientali, sono stati fra i pochi lampi di luce per le rosse in questa stagione, che a Maranello non vedono l'ora di archiviare. Chissà che prima di voltare pagina, fra i tavoli della capitale del gioco d'azzardo, non sia il caso di provare a scommettere un'ultima volta sul rosso.
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