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Ferrari lenta in pista e al muretto, a Monaco è quinta forza. Ora la macchina Evo è un bivio per il futuro

Paolo Sala

Pubblicato 29/05/2023 alle 15:47 GMT+2

FORMULA 1 - La scelta di rimandare le novità non ha pagato, è mancato lo spunto in qualifica e in gara la strategia è stata piatta. Dalle velleità di vittoria la rossa è passata a quinta forza la domenica, battuta anche dall'Alpine. Gli sviluppi previsti a Barcellona diventano una sliding door per capire se insistere sul progetto attuale o se ripartire da un foglio bianco pensando al 2024.

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Se a Maranello si cerca da tempo la luce in fondo al tunnel, il tamponamento di Carlos Sainz su Ocon all'uscita di quello di Monaco sembra la metafora che meglio racconta il momento della Ferrari. Che nel Principato, dove puntava forte sulla qualifica per provare a vincere nell'unica occasione che le si presentava in questo tormentato inizio di stagione, è risultata infine essere addirittura la quinta forza, messa in crisi anche dal ritmo dell'Alpine e incapace di trovare un guizzo in pista come al muretto. Una resistenza passiva a un'inerzia contraria che preoccupa sia per la linearità prestazionale, con la macchina che va in crisi sulle gomme anche su un circuito che le consuma pochissimo, sia per la confusione gestionale, con dinamiche strategiche che sembrano andare in continuità con quelle giustamente vituperate dell'era Binotto. Ora che a Montecarlo si è puntato sui numeri sbagliati, Barcellona diventa il vero snodo dell'era Vasseur: se gli sviluppi funzionano si va avanti, altrimenti si manda direttamente in soffitta il 2023, insieme alla SF-23, e si riparte da zero in vista della prossima stagione. Sarebbe una resa tecnica dolorosa, ma improrogabile.

LA SCELTA PER MONACO

Sul piano tecnico la scelta di rimandare a Barcellona il debutto delle novità rispondeva a una precisa logica: Monaco non è pista che si presti a restituire feedback attendibili nelle libere, Barcellona lo è più di ogni altra. E in ogni caso la prestazione in qualifica autorizzava a puntare forte sulla prima fila, massimizzando il pacchetto per il giro secco, poi sarebbe stato agli altri capire come passare davanti. Gli stessi piloti avevano caldeggiato questa scelta, sicuri di potersi giocare la pole. Venerdì si erano anche visti segnali incoraggianti, persino in una simulazione su long run con gomme dure. Ma erano anche i momenti in cui Verstappen faticava col setup della sua Red Bull, prima di e ribaltare il tavolo.
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Max Verstappen

Credit Foto Getty Images

GARA DA QUINTA FORZA

Nemmeno la scelta di andare sul sicuro ha pagato in questo disgraziato inizio di Mondiale 2023. La pole position di Verstappen è rimasta lontana un decimo dal tempo di Lecerc, con Alonso in mezzo a chiudere la prima fila, e l'errore del box sull'impedimento a Norris ha fatto il resto, mandando alle ortiche ogni velleità di podio. In gara, poi, il copione è stato lo stesso delle gare precedenti: al netto del fisiologico effetto processione della prima metà di corsa, anche a pista libera i ferraristi non sono mai riusciti a cambiare ritmo, restando impantanati in una doppia lotta con le Alpine in cui, alla lunga, le rosse hanno avuto la peggio. Cosa peggiore, le SF-23 non sono riuscite ad arrivare fino alla pioggia col primo set di gomme dure, cosa che hanno comodamente fatto Verstappen (con le medie), Alonso e Russell, compromettendo anche le possibilità di giocarsela sulla strategia.

STRATEGIE, COSI' NON VA

Se la situazione tecnica è quella di cui sopra, con la macchina che soffre sulle gomme anche in condizioni poco demandanti come quelle monegasche e diventa addirittura quinta forza in gara, è fondamentale lavorare al meglio sulle strategie. Apparse invece preoccupantemente simili a quelle viste in passato. La scelta di partire 4° e 6° con la stessa strategia è già di per sé un approccio piuttosto piatto, ma guarda comprensibilmente al lungo termine per stare in pista più a lungo possibile in attesa di eventi. Invece la Ferrari è l'unica macchina costretta a cambiare le gomme dure con cui è partita prima degli eventi stessi, ossia la pioggia, vittima della solita sindrome da eccessivo degrado. Una volta sfumata la strategia base, era doveroso prendersi un rischio alle prime gocce di pioggia almeno con uno dei due piloti, montando immediatamente le intermedie: ci ha pensato Alonso, comprensibilmente frenato dal box, lo ha fatto Russell sfiorando il podio, non lo ha fatto nessuno dei due ferraristi, spettatori inermi guidati da un muretto ibernato. Come fu anche l'anno scorso a Monaco.
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La Ferrari di Charles Leclerc durante un pit stop al GP di Monaco 2023

Credit Foto Getty Images

BARCELLONA DECISIVA NON SOLO PER IL 2023: MA IL FUTURO E' UN'INCOGNITA

Le strategie si sbagliano di più o di meno anche a seconda della pressione, ma quello che attende la Ferrari a Barcellona è un vero e proprio bivio tecnico. Al nuovo fondo visto a Miami si aggiungeranno la nuova sospensione posteriore e il nuovo concetto delle pance. Poi da Silverstrone entrerà in gioco per tutti una nuova generazione di gomme più robuste, che potrebbe dare una ulteriore mano. L'obiettivo realistico è trovare finalmente il potenziale così mirabilmente celato dentro la SF-23, e provare a rimettersi davanti a Mercedes e Aston Martin senza farsi troppe illusioni sulla Red Bull. Ma l'importanza delle novità previste nel week end catalano vanno oltre la classifica, perché devono dire chiaramente se vale la pena insistere sul concetto progettuale della macchina, con i relativi sviluppi, o se i mali della rossa sono realmente strutturali, e allora si dovrà tirare una riga e riordinare le idee per approntare un progetto diverso.
Presumibilmente generato da menti diverse da quelle attualmente in funzione a Maranello. Ma anche sul mercato dei tecnici pare sia tutto fermo: i due nomi Red Bull di cui si è parlato nelle scorse settimane non sono dati in uscita da Milton Keynes, probabilmente convinti da un lauto rilancio, e infatti Vasseur non libera Mekies per l'Alpha Tauri. Ma non è certo Helmut Marko ad avere fretta. E' l'era Vasseur che può iniziare a Barcellona o, al contrario, dare l'ennesimo appuntamento a un futuro sempre più indefinito e ricco di incognite.
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