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Dall'impeding non segnalato ai pit stop in gara, il muretto Ferrari torna nel mirino: si poteva far meglio?

Luca Montanari

Aggiornato 28/05/2023 alle 20:28 GMT+2

FORMULA 1 - Muretto Ferrari al banco degli imputati dopo il GP di Monaco: il doppio pit stop con un giro di ritardo rispetto agli altri per montare gomme da bagnato ha fatto scivolare Leclerc e Sainz dalla lotta per il terzo posto a chiudere lontano dal podio. Non è cambiato nulla rispetto a Monaco 2022, o forse sì: la macchina...

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Facce scure ai box Ferrari al termine del GP di Monaco. Di certo non una novità in questa stagione, ma le aspettative del Cavallino Rampante alla vigilia della grande classicia della Formula 1 nel Principato erano ben altre rispetto al 6° posto di Charles Leclerc e l'8° di Carlos Sainz alla bandiera a scacchi. Inferiore a Red Bull e Aston Martin, scavalcata persino da Mercedes in corsa e incapace di fare meglio addirittura dell'Alpine, quest'ultima un po' l'equivalente di quel che fu la Haas tre settimane prima a Miami. E pensare che la scuderia di Maranello arrivava a Monte Carlo con la speranza di provare a vincere per riscattare una stagione approcciata nel senso sbagliato, provando ad approfittare dell'ottimo comportamento in qualifica per provare a difendersi tra i muretti di un tracciato dove è quasi impossibile sorpassare, come si è rivelato anche in occasione dell'odierno Gran Premio.
Ma come ci è arrivata la Ferrari dal sognare la vittoria ad arrivare così lontana dal podio? C'entra in parte il ritardo nel portare in pista gli sviluppi della SF-23, ma a tornare sul banco degli imputati è il muretto rosso, grave complice della penalità in griglia attribuita a Leclerc per impeding - facendo retrocedere da terzo a sesto al via il padrone di casa - e una serie di scelte strategiche controverse durante la corsa.
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Charles Leclerc a capo chino a Monte Carlo

Credit Foto Getty Images

L'impeding e quei problemi di comunicazione

Il ritardo dell'ingegnere Xavier Marcos nell'avvisare a Leclerc durante il Q3, portando inevitabilmente alla penalità del monegasco per aver intralciato Norris, aveva già abbassato notevolmente le chance di podio della Ferrari, a Monte Carlo non c'è spazio per il sorpasso e quindi nemmeno per l'errore in qualifica. Non è la prima volta in questa stagione che la scuderia di Maranello, e in particolare il pilota monegasco, si trovi a far fronte a problemi di comunicazione. Nonostante tutto, prima che la pioggia si abbattesse sulla corsa, sia Sainz che Leclerc si sono ritrovati a giocarsi il terzo posto: lo spagnolo è arrivato pure al contatto con Ocon nelle prime fasi della gara, mentre Charles ha atteso il più possibile per effettuare il cambio gomme.

Il commento della gara di Sainz

Diciamo che ci abbiamo provato ma non è andata bene. La seconda sosta ai box ha fatto la differenza. Ho provato a proseguire con le gomme medie che, in quel momento, erano migliori delle hard. Ho provato a rimanere fuori sotto la pioggia ma, forse, per un giro di troppo. A quel punto ho commesso anche un errore pesante che ha cambiato tutto. Proveremo a imparare da questo errore e saremo ancora più forti in futuro. Oggi, però, era una vera e propria lotteria

Leclerc e Vasseur difendono la strategia

A far sprofondare le due rosse in classifica è stata la pioggia. O meglio, il temporale che si è abbattuto a partire dal 52° giro ha trascinato nel panico piloti e team, specialmente gli uomini di Maranello. Il ritardo nella chiamata ai box dei due piloti, almeno un giro in più di tutti gli altri, ha lasciato grossi dubbi. Secondo il team principal Vasseur "non è giusto parlare di poca attenzione dal punto di vista strategico. L’arrivo della pioggia poi ha spiazzato tutti, sono accadute che non puoi sapere a priori ed è andata così". Anche Leclerc difende la scelta: "In quelle condizioni, quando c'è la pioggia e tante vetture in pista con le slick, paga più volte stare fuori e aspettare una safety car, che purtroppo non è mai arrivata". Di oggettivo c'è che nel giro in più rispetto a tutti gli altri Sainz ha perso almeno due posizioni di troppo, finendo in testacoda e venendo sfilato dal compagno di squadra, di conseguenza rallentato dal doppio pit stop che è costato il sorpasso anche su Gasly.

Il parere di Frederic Vasseur

È complicato avere un quadro chiaro, la gara è stata molto caotica. Credo che il passo fosse buono, soprattutto parlando di Carlos Sainz, ma il traffico non gli ha permesso di essere più avanti. L’arrivo della pioggia poi ha spiazzato tutti, perché nessuno si aspettava che piovesse con questa intensità. Pensiamo a Barcellona, dove avremo delle condizioni di pista più convenzionali. Porteremo tanti aggiornamenti, che ci auguriamo possano aiutarci

Gli aggiornamenti a Barcellona sono la soluzione?

Se gli errori del muretto rosso si sono palesati in serie nell'arco del weekend di Monaco, la colpa però non è da addossare completamente al team. Il problema principale resta la SF-23, che persino in un circuito "amico" continua a fare i soliti capricci in gara. Rispetto al GP di Monaco dell'anno scorso, permane un problema a livello "umano", di strategia, ma la vera variante è il grosso passo indietro rispetto alla F1-75. Nessuno ha sofferto l'usura delle gomme con le hard quanto la Ferrari, con Leclerc costretto ad entrare ai box sette giri prima della pioggia perché si stava avvicinando Gasly, costringendo a cambiare i piani in corsa alla scuderia di Maranello. Vasseur promette che gli sviluppi tanto attesi e rimandati per colpa della cancellazione di Imola arriveranno finalmente la settimana successiva al GP di Spagna. Potrebbero riuscire a rendere la macchina meno esigente, ma difficilmente la trasformeranno in una vettura competitiva anche in gara da un momento all'altro.

Leclerc sui problemi della SF-23 a Monaco

Si è confermata la tendenza che in gara le gomme hanno un degrado eccessivo. Pensavo che qui a Monaco la criticità non si sarebbe presentata, anche perché avevo gestito le mescole. Tuttavia, a un certo punto, ero in grande difficoltà e non ho potuto fare altro che rientrare ai box
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