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Mercedes fa paura, Ferrari in cerca di sviluppo: cosa hanno detto i test F1 di Barcellona

Paolo Sala

Pubblicato 12/03/2018 alle 08:11 GMT+1

La Freccia d'Argento si conferma la macchina di riferimento con un passo gara spaventoso, Red Bull in crescita col dubbio sul motore Renault. Ferrari luci e ombre, bene sullo sprint ma in cerca di soluzioni sul passo. Ma i dati emersi, fra clima e nuovo asfalto, hanno un valore relativo.

Sebastian Vettel, Ferrari

Credit Foto Getty Images

Tra il freddo e la neve nei primi quattro giorni, la concentrazione forzata dei programmi di lavoro negli altri quattro, e non ultimo il tracciato di Barcellona-Montmelò totalmente riasfaltato, i test 2018 di Formula 1 hanno dato ben poche indicazioni rispetto a quelli del 2017. Non perché non siano emersi valori indicativi del potenziale delle macchine, quello lo si può già intravvedere - quanto piuttosto per la diversificazione del lavoro delle varie scuderie, che ha finito per celare parte delle prestazioni a vantaggio della ricerca del feeling con le (tante) gomme e di una raccolta dati che, rispetto a dodici mesi fa, ripartiva sostanzialmente da zero. Ferrari forte sul giro secco con le Hypersoft, Mercedes mostruosa sul passo gara con Soft e Medie, Red Bull veloce e stabile come nessuna sui cambi di direzione. Le evidenze sono queste, ma ricavarne la fotografia dei test catalani sarebbe azzardato. Le condizioni variegate e la pista nuova rendono impossibile un riscontro pienamente oggettivo.

La variabile asfalto

Le migliaia di chilometri complessivi percorsi lo scorso anno nei test di Montmelò sono risultati totalmente inutili per le comparazioni di quest'anno. Diversi ingegneri hanno sottolineato quanto sarà complicato estrapolare dal gran numero di dati quelli realmente utili. E le tante mescole di gomme disponibili non hanno certo aiutato a fare chiarezza. Le basse temperature hanno impedito di far lavorare le coperture a livelli realmente apprezzabili, tanto da restituire spesso prestazioni opposte alle attese nei passaggi fra una mescola e l'altra. L'asfalto nuovo, poi, ha contribuito a mascherare la mancanza di temperatura, come ammesso da Vallteri Bottas, azzerando i riferimenti del passato recente.

Affidabilità al top

In attesa di capire meglio a Melbourne, e più in generale nelle prime quattro gare, cosa hanno davvero detto le prestazioni pure e i tempi sul giro, il primo elemento tecnico realmente importante nei test è l'affidabilità. Tanto più in una stagione in cui, vista l'ulteriore limitazione del numero di power unit a disposizione, tornerà importante innanzitutto arrivare in fondo. Chi nei primi test è in grado di scendere in pista, mettere subito insieme uno stint lungo e girare con costanza è già a buon punto, e in questo senso le indicazioni di Montmelò sono state apprezzabili, sebbene le basse temperature abbiano messo ben poco alla frusta i motori. Mercedes e Ferrari girano come due orologi, Red Bull ha fatto più del doppio dei chilometri dello scorso anno, e questo basta per avere una base certa su cui avviare lo sviluppo. Sorprendente, alla luce delle vicissitudini degli ultimi anni, la Toro Rosso-Honda; mai negli ultimi anni il propulsore giapponese aveva inanellato così tanti giri, senza intoppi né imprevisti. Chissà che l'esperienza accumulata a furia di bastonate ed un rapporto meno teso e più costruttivo col team di Faenza rispetto alla esigente McLaren, non stiano consentendo ai nipponici di trovare finalmente la quadra per la loro power unit.

Mercedes è già pronta

La consistenza mostrata dalla Mercedes nelle varie condizioni sul passo gara è presto spiegata: aver evoluto la precedente W08 senza stravolgimenti, e anzi puntando a migliorare le aree critiche sul retrotreno, ha reso la W09 una macchina fin da subito pronta e competitiva, velocissima e stabile su gomme medie, sulle quali si è concentrato quasi tutto il lavoro del team tedesco. Evidentemente la macchina da battere, anche se è mancato un riscontro attendibile sulle morbide visto il leggero blistering emerso sulle posteriori Medie dopo il long run. Ma certo basta la gestualità di Hamilton e Bottas per intuire che, sotto sotto, sanno di avere in mano un missile.
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Lewis Hamilton, Mercedes - F1 Winter Testing at Circuit de Catalunya - Day 5 2018 - Getty Images

Credit Foto Getty Images

La Ferrari ha margine

Da tutto ciò la Ferrari non è certo uscita con le ossa rotte. Certo, il passo gara Mercedes (una decina di secondi la differenza tra Frecce d'Argento e Rosse alla fine dei long run) non è risultato indolore, ma gli uomini di Maranello si dicono certi di aver lavorato sulle aree da cui necessitavano maggiori conferme. Per esempio il giro secco, visto che le poche pole position (cinque) nel 2017 hanno fatto la loro parte nel decidere le sorti del Mondiale. Nelle simulazioni di qualifica su Hypersoft Vettel e Raikkonen sono risultati velocissimi (Mercedes non le ha fatte), e a Melbourne arriveranno le prime migliorie. Un aspetto non da poco, perché se Mercedes ha potuto lavorare in continuità sul 2017, con l'allungamento del passo (ed un assetto rake particolarmente picchiato) la Ferrari ha invece cambiato qualcosa, ed avrà margine per ottimizzare il comportamento della macchina e le proprie prestazioni rispetto a quanto visto in Spagna.

Red Bull con l'incognita Renault, dietro è battaglia aperta

La Red Bull, come detto, ha impressionato per costanza, prestazioni e soluzioni tecniche. Adrian Newey ha seguito da vicino e passo dopo passo il nuovo progetto, sul piano del carico aerodinamico le difficoltà dello scorso anno sono quasi sicuramente archiviate. L'incognita resta il motore Renault, che in pochi sono disposti a considerare realmente vicino alle prestazioni di Ferrari e Meercedes. Ancor più da quando i francesi hanno lasciato intendere di aver leggermente abbassato il regime di rotazione per migliorare l'affidabilità. Ma a destare interesse è anche ciò che accade alle spalle dei tre top team. Diverse squadre sembrano 'maturate' quanto basta per allargare la lotta per il quarto posto e insidiare Force India e Williams. Renault e McLaren in primis (stante il punto di domanda sull'effettiva potenza del motore), ma anche la Haas, apparsa fortemente migliorata rispetto al progetto precedente. Perfino la Sauber Alfa Romeo, quando ha azzeccato le tante soluzioni sperimentali portate a Barcellona, ha mostrato di poter fare importanti passi in avanti.
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