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Formula 1 - Red Bull-Verstappen vicini alla perfezione, Ferrari ancora rimandata. Il Pagellone del Mondiale 2023

Paolo Sala

Pubblicato 26/12/2023 alle 09:42 GMT+1

FORMULA 1 - Con 21 vittorie su 22 gare il team di Milton Keynes manda agli archivi una stagione forse irripetibile, con Max Verstappen più che mai uomo dei record. Ferrari insufficiente, ma la crescita nel finale di stagione fa ben sperare. Deludente anche la Mercedes, mentre McLaren si è letteralmente trasformata. Finalmente in progresso la Williams, il vero flop è quello della Haas.

Verstappen tre volte campione: “Orgoglioso degli sforzi del team”

Il Mondiale di Formula 1 2023 va in archivio con un dominio impressionante da parte della Red Bull e di Max Verstappen, che oltre ai Mondiali Costruttori e Piloti si mettono in tasca rispettivamente 21 e 19 vittorie su 22 gare in calendario. Una stagione epica e forse irripetibile per il team anglo-austriaco, che ha interpretato meglio di tutti il nuovo corso tecnico dell'effetto suolo sfruttando e ampliando il gap sugli avversari, che rischia seriamente di perdurare anche per il prossimo biennio. I nostri voti alla stagione di team e piloti.
RED BULL: Voto 10 - Dal paniere del team di Chris Horner è sfuggito solo il Gp di Singapore, dove le condizioni atmosferiche e soprattutto l'irregolarità dell'asfalto hanno mandato in crisi per l'unica volta in stagione il raffinatissimo setup della Red Bull. Per il resto un dominio coi tratti evidenti della tirannia, un percorso quasi netto senza precedenti nella storia della Formula 1. Più che mai esaltato dall'accoppiata con Max Verstappen, cui la RB19 sembra cucita addosso come un prezioso abito di sartoria. L'esperienza degli anni '80 di Adrian Newey sulle monoposto a effetto suolo ha fatto la differenza, ora gli altri devono inseguire col fiatone. Agli esordi nella massima categoria del motorsport i 'bibitari' furono accolti con perplessità, in pochi lustri sono diventati una delle scuderie più vincenti di sempre. Chapeau.
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Verstappen: “Ricorderemo per anni questi risultati con la Red Bull”

Max Verstappen: voto 10 - Inutile fare la conta dei record abbattuti: il fatto è che siamo davanti a un campione di quelli che segnano le epoche, il cui valore aggiunto è chiaramente visibile anche quando guida la macchina migliore. Nello specifico, velocissimo Max lo è sempre stato. Nell'ultimo biennio, però, ha azzerato il margine d'errore, stante l'indole da cannibale. Un livello prestazionale che guarda da vicino la perfezione e una centralità senza paragoni all'interno del team, che Max ha saputo crearsi e meritarsi. Auguri a chi vorrà e potrà sfidarlo in futuro.
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Verstappen tre volte campione: “Orgoglioso degli sforzi del team”

Sergio Perez: voto 5,5 - In teoria il suo l'ha fatto, con un secondo posto finale in classifica Piloti che permette alla Red Bull di sventolare la prima doppietta del suo dominio tecnico. Ma il Mondiale di Checo è stato in realtà un cammino ad ostacoli, in cui le ombre sono state molte di più rispetto alle luci. Per il titolo Costruttori sarebbero bastati i punti di Verstappen, dopo le due vittorie nella prima parte di stagione il messicano si è totalmente perso. Non è possibile pretendere che sfidi l'olandese, ma è legittimo chiedergli di non fallire l'ingresso in Q3, che ha fallito in diverse occasioni, e non restare invischiato nella lotta fra gli inseguitori, come quasi sempre è stato. Porta a casa il minimo sindacale, sì, ma il fatto stesso che ciò non lo metta al riparo da voci di sostituzione dice tanto delle sue prestazioni, e del relativo credito che può spendersi col team. Precarissimo.
MERCEDES: voto 6 - Il podio di Russell ad Abu Dhabi salva la piazza d'onore nel Costruttori che vale la sufficienza, in realtà anche per il team di Toto Wolff le ombre sembrano più delle luci. Dopo la deludente W13 senza pance, si è scelta la strada dell'ulteriore sviluppo di quel concetto tecnico, contro i desiderata di Hamilton. Ne è venuta fuori un ripudio quasi immediato già dal Gp di Spagna a Barcellona, con la messa in pista di una macchina per quanto possibile rivista e l'ordine di un netto cambio di direzione in vista del 2024. I punti necessari per chiudere al 2° posto sono arrivati soprattutto grazie all'incostanza della Ferrari, all'assenza della McLaren nella prima metà di stagione e al crollo dell'Aston Martin nella seconda. Ma mentre le altre tre, in momenti diversi, hanno avuto dei picchi prestazionali, la W14 non è mai realmente uscita da una sostanziale mediocrità, con un calo nel finale di stagione che sottolinea come il team sia da tempo concentrato sul nuovo progetto. Due macchine sbagliate in due anni sono fin troppo per il team di Brackley, meglio (per gli avversari) non farci l'abitudine.
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George Russell (Mercedes) in azione durante il GP Abu Dhabi 2023

Credit Foto Getty Images

Lewis Hamilton: voto 8 - Detto della Mercedes, il Mondiale Piloti 'degli altri' lo vince Lewis Hamilton che chiude al 3° posto pur dovendo archiviare la seconda stagione consecutiva senza vittorie, come mai gli era accaduto in carriera. Gli ultimi due week end lo hanno visto in difficoltà, ed è stato George Russell a dover tenere a distanza la Ferrari. Ma nell'arco dell'anno l'apporto di Lewis è risultato irrinunciabile. Nell'estrarre il massimo dalla macchina, e forse anche nel dare indirizzi al team, per la prima volta disorientato nell'era ibrida. Ha un compagno di squadra giovane e forte, che scalpita per assumere un ruolo centrale, ma è riuscito a rifilargli 61 punti in classifica. Master.
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Hamilton: "Io in Ferrari? Nulla di vero, i media si saranno annoiati e..."

George Russell: voto 6,5 - Dal confronto con Re Lewis esce piuttosto ammaccato, anche perché troppo spesso è incappato in errori evitabili, soprattutto durante l'estate. Ma i lampi di talento non li ha fatti mancare nemmeno in questo complicato 2023, dalle vittorie sfiorate (Singapore su tutte) al finale di stagione da protagonista. I numeri non lo premiano (8° in classifica), ma la stoffa c'è e in qualche sfida ravvicinata con Lewis la si è ben vista. Il tempo è dalla sua.
FERRARI: voto 5,5 - La SF-23 è nata male e lo si è capito fin dai primissimi test in Bahrein, dove la gestione gomme è subito apparsa complicata. Una macchina accettabilmente competitiva sui circuiti da trazione e velocità (Azerbaijan, Canada, Monza, in parte Spa, Singapore, Las Vegas) ma imprevedibile e quindi inguidabile laddove serve stabilità sull'asse anteriore e conseguente capacità di gestire al meglio il degrado delle gomme, cioè sulla quasi totalità del resto dei circuiti. Il che ha portato ad un insulso e frustrante spreco di pole positions, oltre che a gare al limite dell'imbarazzante. Il team è finito diverse volte nell'occhio del ciclone, anche se qualche attenuante non manca: il tardivo ribaltone invernale che ha portato Vasseur a sostituire Binotto a giochi già abbondantemente fatti; un paio di immediati addii (Sanchez e Mekies) che hanno ulteriormente destabilizzato la squadra; una macchina che ha mostrato presto la corda anche in termini di elasticità sui setup, oltre che nei margini di sviluppo. La stagione è amara, non si scappa. Ma c'è il bicchiere, se non mezzo, almeno un terzo pieno: la vittoria a Singapore, unico sgarbo al dominio Red Bull, e un finale di stagione in crescendo che crea una discrepanza rispetto alle stagioni scorse, dove il Cavallino si è quasi sempre perso nella seconda parte. Il 2024 sarà il primo anno della Ferrari targata Vasseur, con un progetto tecnico opposto a quello attuale. L'imperativo è tornare a vincere, almeno qualche gara.
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Ferrari SF23, la monoposto di Leclerc e Sainz che va a caccia del mondiale

Charles Leclerc: voto 7,5 - Il colpo di reni finale fra Las Vegas e Abu Dhabi gli ha permesso di scavalcare Sainz e Norris e affiancare Alonso al 4° posto in classifica. Per il resto qualche errore e tanta frustrazione, soprattutto tra la fine dell'estate e l'inizio dell'autunno, dove Sainz è stato più pronto di lui a raccogliere il poco che c'era da raccogliere. Ma anche i soliti lampi, le illusorie eppur meritorie pole position, la voglia matta di spingere al limite e di misurarsi nei duelli corpo a corpo. Più in generale, la sensazione di un pilota che può legittimamente sfidare chiunque senza complessi d'inferiorità. Charles, nonostante tutto, c'è. Ora tocca alla Ferrari.
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Leclerc non si nasconde: "Obiettivo mio e della Ferrari è il titolo"

Carlos Sainz: voto 7 - Chiude alle spalle di Leclerc il confronto diretto in classifica, certamente quello cui più teneva. Ci sta, perché quando Charles è al 100% è difficile essergli più veloce. Però il lavoro e la crescita dello spagnolo non vanno sottovalutati, Carlos è stato in grado di ritagliarsi un ruolo importante all'interno di un team che sembrava quasi totalmente orientato su Charles dopo l'addio di Binotto. E poi il capriccio di togliere l'unica vittoria alla Red Bull se l'è tolto lui, col capolavoro di somministrazione di DRS difensivo a Singapore. Peccato per il finale calante, con gli errori a Las Vegas e Abu Dhabi. Ma anche lui è un asset.
McLAREN: voto 9 - Qui non è proprio possibile uscire dal racconto dei freddi numeri: 17 miseri punti nei primi 8 week end, coi piloti a remare in fondo al gruppo e una macchina difficile da portare oltre il Q1. Poi in Austria lo switch: una monoposto totalmente rinnovata che finalmente spicca il volo e progressivamente arriva ad essere la seconda forza in pista, addirittura con episodi di lotta con la Red Bull (Silverstone, Interlagos). Una progressione sorprendente e per certi versi poco concepibile nella iper tecnologica Formula 1 moderna, dove recuperare oltre un secondo al giro in poche settimane sembra(va) impresa impossibile. Si vedrà nel 2024 se il potenziale ha ulteriori margini, certo la lezione tecnica che Woking ha dato alla Formula 1 è seconda solo a quella di Newey. Con al timone Andrea Stella, altra figura cui forse si è troppo velocemente rinunciato a Maranello.
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Lando Norris (McLaren) durante il GP Brasile 2023

Credit Foto Getty Images

Lando Norris: voto 7,5 - L'impressione netta è che il 2023 sia stato l'anno in cui il giovane britannico ha ultimato il suo percorso di crescita tecnica e mentale. Frequenta spesso il podio senza avere ancora mai vinto, ma ha raggiunto lo spessore necessario per poter lottare sempre coi primi. Aver raccolto praticamente gli stessi punti di Alonso e Leclerc con una macchina che è praticamente mancata per un terzo di stagione dice molto del livello di Lando. Ready to fight.
Oscar Piastri: voto 7 - Lontano da Norris proprio per il discorso di cui sopra: la velocità c'è, la costanza di risultati a l'attitudine a stare coi primi non ancora. Inevitabile, per un rookie come il neozelandese. Che però ha fatto intravedere un talento e una capacità di gestire i momenti più difficili non scontati. E' l'ultimo arrivato nella nidiata dei campioni in Formula 2, l'impressione è che sarà presto ai livelli di Norris e Russell. Largamente promosso.
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Oscar Piastri und Lando Norris

Credit Foto Getty Images

ASTON MARTIN: Voto 6 - Peccato si siano letteralmente persi a metà stagione, fra sviluppi sbagliati, marce indietro e prestazioni sostanzialmente plafonate. La prima parte di stagione era stata da unica vera rivale della Red Bull, poi un inesorabile sprofondo fino a subire il sorpasso in classifica dalla McLaren, che ha fatto il percorso opposto. Resta una monoposto progettata con una buona interpretazione dell'effetto suolo, cui va aggiunta velocità di punta rinunciando a un po' di carico per diminuire il drag. Un equilibrio non facile, soprattutto se non si capisce bene in quale direzione sviluppare la macchina, visti gli errori recenti. Al momento un progetto riuscito a metà.
Fernando Alonso: voto 9 - Sui 280 punti del team, ben 206 li ha portati a casa Fernando, protagonista di un'annata da fenomeno spesso ancora in grado di mettere in riga i giovani rampanti della Formula 1. Fra le imprese resta negli occhi l'ultima - il duello vinto sulla linea del traguardo con Perez - ma altre ce ne sono, a partire dai secondi posti di inizio stagione, quando l'Aston Martin andava forte. Qualche passaggio a vuoto e diverse incomprensioni col team sugli sviluppi, ma una forza e una consistenza che ne fanno ancora uno dei piloti più forti e spettacolari in griglia. Ennesima annata non vincente eppure da circolino rosso della sua movimentata carriera.
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Villeneuve: "Nuova F1? Mi piace, Alonso 'vecchia scuola' nei sorpassi"

Lance Stroll: voto 4,5 - In ripresa nell'ultima parte di stagione, in cui è riuscito a rimanere vicino al compagno. Ma uno strano letargo estivo in cui si è letteralmente eclissato, e un conto finale che lo vede al 10° posto (l'ultimo fra i piloti del top team) con un terzo dei punti del compagno. Troppo poco, anche se il volante è il più sicuro della F1.
ALPINE: voto 6,5 - Sempre in bilico fra piste (poche) in cui è stata parecchio veloce e altre in cui è andata in crisi. Però i primi test invernali avevano destato parecchie preoccupazioni, mentre alla fine la prestazione è stata quella da macchina che taglia in due la griglia fra i primi e gli ultimi. Quello era il potenziale del pacchetto, quello è stato il risultato finale. Poco male.
Pierre Gasly: voto 6,5 - Vince di 4 punti il duello col compagno Ocon, in una stagione in cui i due galletti francesi hanno portato un contributo simile al bilancio del team. Il che gli vale mezzo voto in più.
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GASLY Pierre (fra), Alpine F1 Team A523, portrait during the 2023 Formula 1 Lenovo Japanese Grand Prix

Credit Foto Imago

Esteban Ocon: voto 6 - Distacco minimo dal compagno a parità di podi, uno. Quello di Ocon conquistato con merito a Monaco. Alonso lo ha definito compagno di squadra tosto, i numeri confermano.
WILLIAMS: voto 7 - Dopo anni agli ultimi due posti in griglia, finalmente una stagione in cui il glorioso team di Grove ha trovato degli acuti, oltre che i punti necessari a battere gli avversari diretti nella parte bassa della classifica. Merito di un grande Alexander Albon e di una macchina con qualche punto di forza, a partire dalle velocità di punta su piste da basso carico. La sindrome da brutto anatroccolo è finalmente alle spalle.
Alexander Albon: voto 8 - Faro tecnico del team, totalizza 27 dei 28 punti finali ed è in più di un'occasione il driver of the day. Dopo la brutta esperienza in Red Bull, sembra tornato definitivamente al livello dei coetanei sbarcati con lui in Formula 1. Un grande futuro dietro le spalle, ma chissà che non si riapra qualche porta.
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Alexander Albon (Williams) - GP of Italy 2023

Credit Foto Getty Images

Logan Sargeant: voto 4 - L'americano è invece il rookie che ha deluso, anche oltre le aspettative. Passi lo scotto dell'esperienza, ma troppo spesso è mancata la prestazione.
ALPHA TAURI: voto 5 - Per il team junior della Red Bull il bilancio è decisamente al di sotto delle attese. La line up iniziale non si è mostrata all'altezza, Nick De Vries (Voto 4) è stato l'ennesimo giovane bruciato sull'altare di Helmut Marko, molto meglio è andata con la breve parentesi Liam Lawson (Voto 7). Resta una monoposto che non è mai realmente progredita durante l'anno, e che ha trovato qualche lampo solo nel finale. Le aspettative erano quelle di giocarsela con l'Alpine, i risultati in pista hanno detto altro.
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Alpha Tauri, ecco la AT04: la nuova macchina di Tsunoda e De Vries

Yuki Tsunoda: voto 6,5 - Ha ancora l'errore troppo facile, soprattutto quando c'è bisogno di alzare l'asticella. Ma un anno in più in Formula 1 gli ha regalato qualche certezza in più, e la velocità a tratti è venuta fuori. I 17 punti sui 25 totali di squadra sono lì a certificarlo.
Daniel Ricciardo: voto 5,5 - Un lampo in Messico, per il resto l'incidente di Zandvoort e diverse prestazioni al di sotto di quelle di Tsunoda, con l'impressione di un po' di ruggine ancora da rimuovere.
ALFA ROMEO: voto 4 - Una pessima uscita di scena dalla F1 per l'Alfa Romeo, che chiude al penultimo posto nonostante una power unit decisamente competitiva. Macchina mai davvero in grado di cambiare passo, e strategie rivedibili nelle poche occasioni in cui si è presentata l'occasione di fare punti. Stagione da dead team walking.
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Valtteri Bottas: voto 5 - Se la prestazione manca, l'esperienza potrebbe e dovrebbe dare il necessario valore aggiunto, ma il finnico sembra averci mezzo davvero poco. Zona tramonto.
Guanyou Zhou: voto 5 - Se Bottas è impalpabile, il cinese porta a casa ancora meno. Ha quanto meno l'attenuante dell'età.
HAAS: voto 3 - La più grande delusione stagionale, con la macchina che ha finito per avvitarsi in un vortice di problemi di affidabilità e di sviluppo che non ha mai permesso di ampliarne il potenziale. Nonostante su alcune piste a basso carico, vedi Las Vegas, c'erano tutti gli ingredienti per fare bene. Là dove la Williams ce l'ha fatta, Haas è rimasta impantanata.
Nico Hulkenberg: voto 6,5 - Il redivivo tedesco ha fatto il possibile, 9 dei 12 punti totali portano la sua firma e questo è un merito oggettivo. Buoni acuti in Canada e Austria, dove la macchina andava.
Kevin Magnussen: voto 4 - Lui invece, nonostante il 10° posto a Singapore e la seconda fila in qualifica a Miami, è stato costantemente in grave difficoltà. La fama di pilota duro da superare non basta più.
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Leclerc: "Senna è l'unico idolo che io abbia mai avuto"

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