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Hambüchen splendido, ma anche tante (troppe) polemiche sulle giurie

Luca Stacul

Aggiornato 17/08/2016 alle 04:25 GMT+2

Le ultime due finali di specialità maschili di ginnastica artistica ripropongono i problemi relativi alle valutazuioni delle giurie: alle parallele Verniaiev vince senza convincere, mentre alla sbarra il cubano Larduet viene penalizzato in maniera inspiegabile.

Fabian Hambüchen

Credit Foto Imago

Sono passate un po’ sotto silenzio in Italia considerato l’eco della grande (ma sfortunata) prova di Vanessa Ferrari al corpo libero, ma le ultime due finali di specialità maschili delle Olimpiadi di Rio si sono chiuse tra le polemiche, confermando che i problemi legati alle giurie in questa disciplina sono tutt’altro che superati.

Parallele: oro a Verniaiev, ma Leyva...

Alle parallele l’oro è finito al collo dell’ucraino Oleg Vernieiev, nonostante diverse imprecisioni sulla tenuta delle verticali (una delle quali nettissima). Il punteggio di 16.041 ha regalato a Verniaiev un oro molto discutibile davanti all’americano Leyva, soprattutto considerando la differenza minima nello score di esecuzione tra i due (8.941 per l’ucraino contro il 9.000 dello statunitense). L’aspetto peggiore della vicenda è che – ripensando all’epilogo della gara All-Around – questa pare quasi una compensazione per Verniaiev, beffato nella finale del concorso generale a favore di Uchimura, anche se riguardo a quel verdetto è più difficile sbilanciarsi.

Finalmente Hambüchen alla sbarra! Larduet meritava una medaglia?

Come se non bastasse, anche la finale alla sbarra ha scatenato ulteriori polemiche. In questo caso l’assegnazione della medaglia d’oro sembra corretta: il tedesco Fabian Hambüchen, infatti, realizza un grande esercizio meritandosi un 15.766 che gli vale un trionfo sospirato dopo il bronzo di Pechino e l’argento di Londra. Alle sue spalle ancora Leyva (15.500) e il britannico Wilson (15.466), ma il punteggio che non convince è quello del cubano Manrique Larduet, penalizzato eccessivamente dalla giuria e solo 6° in classifica con 15.033 e un inspiegabile 8.033 di esecuzione (il peggiore della finale escludendo i ginnasti caduti) al termine di un esercizio bellissimo, con un solo saltello nell’uscita.
Un finale agrodolce, quindi, per una rassegna dai valori tecnici fantastici per la ginnastica artistica. Simone Biles e Kohei Uchimura hanno fatto la storia, ora sta alla Federazione internazionale preservare il valore di queste imprese andando alla ricerca di una soluzione definitiva a questi problemi che sono più politici che sportivi. La ginnastica ricopre un ruolo fondamentale nello scacchiere olimpico e proprio per questo ha bisogno di totale credibilità.
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