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Ginnastica ritmica, ex atlete denunciano abusi: "Umiliazioni per il peso, mi hanno chiamato 'maialino'". Aperta indagine

Stefano Dolci

Aggiornato 03/11/2022 alle 01:00 GMT+1

GINNASTICA RITMICA - Proviamo a fare chiarezza sul caso che da giorni ha scosso il mondo della Ritmica Italiana a seguito della denuncia di alcune ex atlete (Nina Corradini, Anna Basta a cui nella giornata di oggi ha fatto seguito anche la testimonianza di Giulia Galtarossa) sugli abusi e le violenze psicologiche che le allenatrici avrebbero fatto per restare nei parametri del peso richiesti.

SPORT EXPLAINER: Ginnastica ritmica

Nella mattinata di mercoledì 2 novembre a Roma il ministro dello Sport e dei Giovani, Andrea Abodi, il presidente del Coni Giovanni Malagò e il numero uno della Federginnastica Gherardo Tecchi si sono incontrati per affrontare in un vertice il tema delle denunce presentate nei giorni scorsi da alcune ex atlete della Nazionale di Ginnastica Ritmica, che stanno scuotendo il panorama della disciplina e hanno convinto la procura di Brescia ad aprire un un’inchiesta sulle violenze psicologiche che queste ex Farfalle della ritmica tricolore avrebbero subito in questi anni. Ma che cosa è emerso fino ad ora e perché è stata aperta un’indagine? Proviamo a riassumere cosa è successo e cosa è emerso fino ad adesso.

Chi sono state le prime atlete ad uscire allo scoperto e cosa hanno raccontato?

Ad accendere le luci e rompere il muro del silenzio è stata Nina Corradini, 19 anni compiuti l’8 agosto, romana – ginnasta della Nazionale azzurra dal 2019 al 2021 - che domenica 30 ottobre in un’intervista al quotidiano 'La Repubblica” ha raccontato le pressioni mentali, gli abusi e gli insulti che, non ancora maggiorenne, ha subito dalle allenatrici della Federginnastica per restare nei parametri del peso richiesti. "Mangiavo sempre meno ma ogni mattina salivo sulla bilancia e non andavo bene: per due anni ho continuato a subire offese quotidiane – ha raccontato Corradini - Mi pesavo 15 volte al giorno. Il lassativo mi disidratava e, non mangiando, non avevo più forze. Mi ammalavo, avevo poco ferro nel mio corpo. Una volta sono svenuta a colazione, ma le allenatrici mi hanno fatto andare lo stesso in palestra, pensavano fosse una scusa”.
Corradini nel suo racconto spiega che le istruttrici presenti alla pesa erano tre (più la maestra di danza) ma soltanto una si lasciava andare a commenti negativi ed estremamente severi:
"L’allenatrice mi ripeteva ogni giorno: ‘Vergognati’, ‘mangia di meno’, ‘come fai a vederti allo specchio? Ma davvero riesci a guardarti?’. Una sofferenza. Soltanto una era quella che si esprimeva con commenti negativi. era sempre la stessa, le altre si limitavano a leggere i dati sul quaderno. Non so se la Federazione sia a conoscenza di questo metodo: magari dei controlli sì, ma del trattamento e delle umiliazioni no”.
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Nina Corradini, Getty Images

Credit Foto Getty Images

A dare manforte alla testimonianza di Corradini – a stretto giro di posta - ci ha pensato anche Anna Basta, ex Farfalla rimasta nei ranghi della squadra per tre anni prima di abbandonare la ginnastica e l’attività sportiva, che con un post su Instagram ha spiegato il motivo di questa denuncia e delle loro parole. “Chiedo a tutti di comprendere e pensare prima di giudicare. Non colpevolizziamo i genitori. Andiamo alla base del problema. I miei mi hanno sempre detto ‘Anna se stai male torna a casa, non ci interessa niente delle medaglie o dei mondiali’. Io ho sempre risposto di voler rimanere e sono andata avanti così per tre anni. Dopo tre anni ho deciso io di andarmene. Io e Nina Corradini abbiamo sofferto. Io e Nina siamo arrivate a odiare la vita. Io e Nina volevamo scomparire. Io e Nina adesso vogliamo fare la differenza”.
Nella giornata di martedì anche un’altra ex bicampionessa mondiale della ritmica italiana Giulia Galtarossa sempre con un’intervista a ‘La Repubblica’ si è aggiunta tra le voci di protesta e denuncia contro i metodi utilizzati dallo staff della Nazionale italiana di Ginnastica Ritmica:
"Appena ho lasciato la ginnastica ho iniziato un percorso in un centro per i disturbi dell’alimentazione: mi hanno diagnosticato una sindrome da alimentazione incontrollata. Una malattia che ha condizionato la mia vita sociale, per tanto tempo non sono uscita di casa. Una volta un’assistente dello staff mi ha urlato in un ristorante, un posto convenzionato con la federazione. Stavo sbucciando una pera. Entra e mi guarda con occhi sgranati, per poi dirmi: 'Giulia, tu ti stai mangiando una pera'”. Non potevo. Uno o due etti cambiavano la giornata in palestra. Una volta mi hanno dato una dieta e alla fine c’era scritto un messaggio per me: 'Abbiamo un maialino in squadra'”.

Qual è stata la reazione della Federginnastica?

Nella stessa giornata in cui è arrivata l’intervista-denuncia di Nina Corradini, la Federginnastica con un comunicato sul proprio sito ufficiale ha dichiarato di aver subito informato la Procura Federale per gli accertamenti e far luce sulle pressioni e i presunti abusi.
"La FGI non tollera alcuna forma di abuso ed è sempre al fianco di tutti i propri tesserati. Lo sport, con la ginnastica in primis, è rispetto della persona, celebrazione del talento e del benessere. Sono state date disposizioni perché siano immediatamente informati la Procura Federale e il Safeguarding Officer per gli accertamenti e le azioni di rispettiva competenza. [...] Per questo motivo si invitano tutte le ginnaste e i ginnasti, i tecnici e i dirigenti a farsi avanti e chiunque abbia informazioni contatti la FGI, la quale garantirà riservatezza e ascolto. Solo tutti insieme si possono affrontare questi intollerabili comportamenti e sradicarli dal mondo della Ginnastica che è forte, sano e non ha spazio per chi non condivide i valori dello sport”.

Perché si è mossa la Procura di Brescia?

A seguito delle denunce di Corradini e Basta, anche la Procura di Brescia ha deciso di aprire un’inchiesta per fare luce sulle violenze psicologiche subite dalle ex Farfalle della ginnastica ritmica. Il procuratore capo Francesco Prete e il pubblico ministero Alessio Bernardi stanno valutando possibili accertamenti, a seguito dell’esposto di due atlete bresciane di ginnastica ritmica, presentato in Procura per presunti maltrattamenti psicologici.

Cosa hanno detto Malagò e il presidente Abodi a seguito del vertice di Roma?

A seguito del vertice odierno nella Capitale, il ministro dello Sport Abodi ha dichiarato...
"La dimensione del fenomeno sportivo è importante, ma deve essere chiaro che basta un caso per avere la stessa attenzione di centomila. Le medaglie sono un fattore di orgoglio nazionale, ma non ci sarà mai una medaglia che coprirà comportamenti non adeguati. C'è un tribunale ordinario a Brescia e uno federale prontamente sollecitati. C'è una segnalazione e c'è un calendario certo. Quello che emerge andrà valutato, di sicuro il confine tra il rigore e lo sconfinamento è una linea sottile. L'allenamento della ginnastica presuppone una preparazione fisica di un certo tipo. Ma le cose bisogna dirle agli atleti nel modo giusto, altrimenti si va oltre”.
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Il ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili Andrea Abodi, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Malagò al termine della riunione durata un’ora ha evitato di dare giudizi, tenendo a precisare che il movimento Ginnastica Ritmica italiano sia sano:
"Giusto fare chiarezza, giusto subito verificare tutto ma il movimento è sano, serio, il movimento è rispettoso delle regole poi se ci sono stati episodi su singole atlete che devono essere verificati non mi permetto di dare dei giudizi”.
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