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Dovizioso 'il castiga Marquez': la faccia vincente dell’Italia che crede nella rincorsa al titolo

Stefano Dolci

Aggiornato 14/08/2017 alle 13:41 GMT+2

Per la prima volta dal 2000 ad oggi un pilota italiano che non risponde al nome di Valentino Rossi sta lottando per il titolo della classe regina ed ha anche ottenuto un maggior numero di vittorie rispetto al Dottore (3 a 1 il bilancio): Andrea Dovizioso è la faccia vincente dell’Italia nella MotoGP e dopo il successo in Austria è anche l'antagonista più credibile di Marquez per il titolo.

Andrea Dovizioso, Marc Marquez, Austria GP MotoGP 2017, ducatipress

Credit Foto Ducati Motor Holding S.p.A

Se un anno fa circa ci avessero detto che Andrea Dovizioso avrebbe vinto la gara al Red Bull Ring di Spielberg dopo un corpo a corpo all’ultimo sangue con Marc Marquez, nemmeno il più fervido tifoso della Ducati e del Dovi ci avrebbe creduto. In fondo proprio il GP d’Austria 2016 ha rappresentato uno dei punti più bassi, in termini di popolarità e considerazione, per il 31enne pilota forlivese che chiuse la gara al secondo posto alle spalle del compagno di squadra Andrea Iannone, primo pilota a riportare la Ducati alla vittoria dopo sei anni di delusioni e amarezze. Quella domenica Dovizioso agli occhi di tutti pareva l’eterno secondo, un bravo ragazzo, per carità, ma non certo un pilota con la stoffa per poter ambire a chissà quali risultati nella classe regina.
Dodici mesi dopo invece la storia è cambiata diametralmente, le pernacchie e gli insulti si sono tramutati in applausi scroscianti e cori di ammirazione. L’appassionato di motociclismo medio, a ridosso del Ferragosto, si è scoperto innamorato pazzo di DesmoDovi: il pilota che vince non solo con la testa e la strategia ma anche quando la bagarre si incendia e c’è da scornarsi con quell’odioso mastino di Marc Marquez, finito per una volta nella trappola tesagli da uno più astuto e pronto di lui.
La gara di ieri, una delle più emozionanti ed entusiasmanti degli ultimi anni, non solo ha regalato a Dovizioso e alla Ducati la terza vittoria stagionale ma ha fatto davvero capire a tutti che il vento è probabilmente cambiato e che un altro centauro italiano, che non risponde al nome di Valentino Rossi, ha la stoffa per giocarsi il titolo e rompere l’egemonia spagnola in MotoGP che dura ormai da cinque anni.

La rivincita del bravo ragazzo con gli attributi

Quest’anno ho scoperto che sono vincente in MotoGP. Ora, rispetto al passato, sono molto più consapevole del mio potenziale, perciò, credo di più in me stesso. Chi ti sta vicino te lo dice spesso, ma se non arrivano i risultati lo mandi a quel paese. Una motivazione in più arriva anche dalla presenza nel garage di un campione come Lorenzo, che mi stimola a fare sempre meglio. Sono rimasto un bravo ragazzo ma ho dimostrato anche di possedere i maroni. Li avevo anche prima, ma li usavo in maniera differente.
1 vittoria in 185 gare, 4 nelle ultime 13 (3 nelle ultime 6). Bastano questi numeri per capire la metamorfosi di Andrea Dovizioso che dopo essersi visto affiancato un pluricampione del mondo – con un ingaggio circa 8 volte più pesante rispetto al suo (circa 1.5 milioni contro 12, la differenza, ndr) - come Jorge Lorenzo ha decisamente svoltato la propria carriera, trovando quella fiducia nei propri mezzi che non aveva mai avuto e soprattutto quel feeling col mezzo che non aveva mai avuto nelle sue precedenti annate in Ducati. Finalmente la Desmosedici è equilibrata e veloce su tutti i tipi di piste e in ogni condizione e il Dovi, che della GP17 è il padre putativo e il massimo conoscitore, ha finalmente capito di poter avere una moto con cui potersela giocare ad armi pari con Honda e Yamaha ogni fine settimana.
Questa solida certezza ha finito per galvanizzarlo e spronarlo ad alzare il livello di preparazione, guida, strategia, analisi, attenzione e coraggio. E proprio grazie a questa condizione di fattori Dovizioso, in pochi mesi, ha svestito i panni dell’outsider e indossato quelli del protagonista ed antagonista numero uno di Marc Marquez per il titolo mondiale. Chi appena 9 mesi fa aveva criticato aspramente Ducati per la sua idea di rinnovargli la fiducia a discapito di Iannone ora si toglie il capello davanti alla caparbietà e alla faccia tosta di questo celebrale talento e straordinario lavoratore, uno che a sette gare dalla fine sembra avere decisamente più chance di vincere il titolo rispetto a Valentino Rossi, solo settimo in Austria, che per la prima volta dal suo sbarco nella classe regina (2000, si correva ancora con le 500 a due tempi, ndr) rischia di non essere il pilota italiano con più vittorie ottenute al termine della stagione. Con 7 gare ancora da disputare il bilancio provvisorio è 3 a 1 a favore di Dovizioso e la sensazione è che, se Yamaha non farà step importanti per risolvere i problemi di grip della M1, il gap si possa addirittura acuire.

Rossi, addio sogni di gloria?

Non è intelligente pensare di vincere il mondiale quando arrivi settimo al traguardo, prima bisogna concentrarsi per essere competitivi
Per la settima volta nelle ultime otto gare Valentino Rossi ha fallito l’assalto con il podio. Se sette giorni fa a Brno era stato il flag to flag a tenerlo lontano dalle posizioni che contano in Austria ad azzopparlo è stato il degrado dello pneumatico posteriore dopo 12 giri, che lo ha costretto a guidare sulle uova e lo ha costretto a chiudere settimo, dietro al compagno di squadra Viñales e alla Yamaha 2016 guidata dal rookie Zarco. Yamaha, che fino a Le Mans sembrava la moto più performante e completa del mondiale, in questa fase del campionato sembra essere quella più in difficoltà e soprattutto meno capace di rispondere agli sviluppi portati da Ducati e Honda e che hanno nettamente innalzato il rendimento di queste due moto. Yamaha ha lavorato tanto sulla carena e sul telaio, ma questi aggiornamenti non hanno finora garantito quel sensibile salto di qualità prestazionale che sia Rossi e Viñales si attendevano. Se Marquez è sempre salito sul podio negli ultimi 5 gran premi e Dovizioso ha inanellato tre successi nelle ultime sei gare, i due piloti ufficiali Yamaha dal Mugello all'Austria insieme hanno raccolto una sola vittoria (Rossi ad Assen) e due podi.
I punti ottenuti nelle ultime 6 gare dai big della MotoGP
CognomePunti negli ultimi 6 GPPunti Totali
Marquez116174
Dovizioso104158
Viñales65150
Rossi78141
Pedrosa71139
Un bilancio insufficiente se si vuole lottare per il mondiale. Con 175 punti, potenziali, ancora a disposizione la situazione è ancora recuperabile a patto che ci sia una netta inversione di tendenza… Che non sembra però dietro l’angolo.
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