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Lorenzo vola, Dovizioso arranca: equilibri capovolti in Ducati. Ed ora chi lotterà per il mondiale?

Stefano Dolci

Pubblicato 18/06/2018 alle 11:16 GMT+2

L’11 giugno 2017 al Montmelò, Andrea Dovizioso vinceva la seconda gara consecutiva in sella alla Ducati e si avviava a diventare il rivale più credibile di Marc Marquez, un anno dopo a godersi il back to back di vittorie è il compagno di squadra Jorge Lorenzo mentre Dovizioso, ha collezionato il 3° ritiro in 7 gare. Che cosa sta succedendo al forlivese? Analisi di una crisi preoccupante...

Jorge Lorenzo, Andrea Dovizioso, Gigi Dall'Igna, Getty Images

Credit Foto Getty Images

371 giorni dopo, il mondo si è completamente capovolto. L’11 giugno 2017 sulla pista del Montmelò, Andrea Dovizioso - per la prima volta nella sua decennale carriera in MotoGP – vinceva la seconda gara consecutiva in sella alla Ducati e si preparava a diventare il rivale più agguerrito e credibile di Marquez per il titolo mondiale. Il 17 giugno 2018, a regalare il back to back di successi alla casa di Borgo Panigale è toccato a Jorge Lorenzo, lo scomodo compagno di box del Dovi, quello che fino a un mese fa era incapace di sfruttare il potenziale della Desmosedici e, soprattutto, sembrava aver smarrito tutto quel talento e quella determinazione che gli avevano permesso di conquistare cinque titoli mondiali, vincere 65 GP e inanellare 148 podi in 273 gare di motomondiale.
"Se tutto questo fosse accaduto due mesi fa, la situazione con Lorenzo sarebbe diversa. Per decidere il futuro è mancata un po' di pazienza di entrambi, però prometto a Jorge che fino a Valencia lavoreremo al massimo per fargli vincere il mondiale" (Claudio Domenicali, ad Ducati alla Gazzetta dello Sport 17/06/2018)

Che succede al Dovi?

Fino a tre settimane fa in casa Ducati, Dovizioso era la certezza, l’unico pilota che portava a casa i risultati e riusciva a sfruttare il potenziale di una moto miglioratissima ma dotata di un DNA scorbutico, oggi invece il forlivese appare un pilota che ha smarrito il tocco magico e soprattutto che commette un numero inusuale di errori. La sbavatura alla curva 5 al Montmelò che è costata al rider forlivese il terzo pesantissimo ritiro è il tipico errore che non ti aspetti da un pilota freddo e calcolatore come Dovizioso. Invece, proprio come successo a Le Mans, Dovizioso si è fatto tradire dalla foga e dalla voglia di non far scappare via Lorenzo e Marquez ed è finito per le terre gettando al vento un altro podio pressoché sicuro, un doppio risultato che avrebbe dato tutto un altro senso ad una classifica assai deludente alla luce del potenziale della Ducati e dei risultati portati a casa solamente dodici mesi fa.
Dovi-Lower: tre ritiri nelle prime 7 gare come nel 2016 e un saldo negativo di -38 punti rispetto al 2017
2018 (punti, vittorie, podi)2017 (punti, vittorie, podi)Differenza
MARQUEZ115 (3 v, 5 p)88 (1 v, 3 p)+27
ROSSI88 (0 v, 4 p)83 (0 v, 1 p)+5
VINALES77 (0 v, 1 p)111 (3 v, 4 p) -34
DOVIZIOSO66 (1 v, 2 p)104 (2 v, 3 p)-38
LORENZO66 (2 v, 2 p)59 (0 v, 1 p)+7

Il rinnovo di contratto gli ha tolto certezze...

Dopo 7 gran premi dal via della stagione, Dovizioso e Lorenzo hanno lo stesso identico numeri di punti (66) in classifica piloti e pagano un divario pesante di ben 49 punti sul leader Marc Marquez. Dovizioso negli ultimi 3 GP è sempre costantemente stato più lento del compagno di squadra e soprattutto ha totalizzato 40 punti in meno rispetto a Por Fuera. Un differenziale importante e per certi versi sconcertante, soprattutto perché questo rendimento così deficitario del Dovi è arrivato proprio in coincidenza dell’ufficializzazione del prolungamento di contratto fino al 2020 del forlivese, a scapito proprio di Lorenzo che è stato scaricato dall’ad di Ducati Claudio Domenicali e dalla prossima stagione correrà nel team Honda ufficiale al fianco del connazionale ed arcirivale Marquez.
La certezza di essere la prima guida del presente e del futuro della casa bolognese invece che regalare tranquillità e serenità a Dovizioso nella rincorsa al titolo iridato sembra averlo indebolito. Per quanto paradossale possa sembrare questo discorso, il rider romagnolo sembra avere perso le proprie solide certezze ed ora appare nettamente più debole mentalmente del proprio compagno di squadra che, accontentato dal punto di vista tecnico (da quando la Ducati ha garantito a Lorenzo il nuovo serbatoio e la nuova seduta, Jorge ha vinto due gare, ndr) ed ultramotivato dalla voglia di farsi rimpiangere dalla casa che lo ha scaricato dopo neanche un anno e mezzo di collaborazione, ha iniziato a guidare ed annientare i rivali come gli accadeva ai tempi gloriosi della Yamaha.
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Jorge Lorenzo y el martillo en Montmeló

Credit Foto Getty Images

Abbiamo due piloti fortissimi, due campioni: Dovizioso e Lorenzo e sono convinto che nelle prossime 12 gare ci divertiremo un sacco… (Claudio Domenicali, ad Ducati a Sky Sport 17/06/2018)

Come si riparte?

Al netto delle considerazioni dell’amministratore delegato di Ducati Corse, che ha assicurato eguale trattamento fino a Valencia ai due piloti ufficiali e massimo sostegno ad Jorge nella rincorsa al titolo iridato, ora a Dovizioso non resta che rimboccarsi le maniche e pensare unicamente a reagire e a tornare a fare quello che gli è riuscito alla grande nel 2017. Lavorare duramente insieme alla propria squadra e tornare a guidare la Desmosedici con quel coraggio, quel raziocinio e quel pelo sullo stomaco che nella passata stagione gli ha permesso di conquistare l'amore e il rispetto del popolo ducatista e di una larga parte dei tifosi mondiali. Se c’è una cosa a cui non manca a Dovizioso è la perseveranza e la tenacia. D’altronde un pilota che ha dovuto aspettare ben 7 anni e mezzo prima di tornare a festeggiare una vittoria nella classe regina, non può spaventarsi davanti a qualche errore di troppo… Il compito che attende Andrea Dovizioso nei prossimi 12 GP non è certo agevole. Ma ora più che mai bisogna credere di poter risalire la china.
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