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Eric Shanteau

Eurosport
DaEurosport

Pubblicato 28/08/2008 alle 12:23 GMT+2

Il nuotatore Eric Shanteau nonostante un cancro ha gareggiato alle Olimpiadi

Vi siete svegliati in un giorno qualunque della vostra vita, vi siete recati per un normale controllo in un centro ospedaliero e vi viene diagnosticato un cancro ai testicoli. Si, proprio così è un idea fastidiosa, cruda e lontana dalla nostra immaginazione. Ma questa è la storia di Eric Shanteau, nuotatore statunitense che nonostante la malattia si è dato degli obiettivi e li ha raggiunti. A giugno l'americano doveva affrontare i Trials a Omaha per provare a raggiungere le Olimpiadi. Quattro anni di preparazione, un sogno che monta e può diventare realtà minacciato da un disegno malefico del destino. Forse la maggior parte di noi sarebbe tornata a casa a curarsi, lui no. Ha deciso di scendere in acqua per realizzare il suo desiderio, andare a Pechino. Eric non solo ci è riuscito ma in quella gara ha anche vinto battendo l'ex-primatista mondiale dei 200 rana Brendan Hansen.
Arrivato nella capitale cinese ha raccontato tutto alla sua squadra. Dara Torres, "mamma" della nazionale stelle strisce ha rivelato le sensazioni provate in quei momenti: "Tutti sono rimasti stupiti, annichiliti. Quando ce l'ha detto, nella stanza è piombato un silenzio pesantissimo. Potevi sentire volare una mosca. I primi giorni stavamo male per lui. Poi ci siamo accorti che era il solito Eric, che non si comportava come se avesse il cancro. Non posso pensare a quello che dovrà ancora passare. Ma adesso è qui e cercherà di fare il suo meglio in gara. Seguirlo, assistere a quello che fa, è stupefacente è una lezione".
Nella sua gara, i 200 rana, Shanteau si è comportato bene, è arrivato fino alle semifinali ma poi ha dovuto cedere il passo ad altri atleti più forti di lui. La sua gara però l'ha vinta abbondantemente fuori dalla piscina. Dopo la gara si è concesso qualche giorno di vacanza in Cina ed è poi partito alla volta di Atlanta dove si è poi sottoposto all'intervento chirurgico ed ha iniziato la terapia. Shanteu non è un pazzo e bisogna sottolineare che il nuotatore ed i medici avevano comunque tenuto sotto strettissimo controllo l'evolversi della malattia, con l'impegno di lasciare comunque la squadra e le Olimpiadi se la situazione fosse stata ritenuta troppo pericolosa.
Abbiamo deciso di chiudere questo racconto con le parole del protagonista di questa vicenda. Una di quelle storie che bisogna ricercare ma dalle quali impariamo molto, la forza dell'uomo, la voglia di vivere, suoperiore ad ogni altra cosa, il desiderio che va oltre l'impedimento, la volontà che si oppone a un disegno avverso: "Ho imparato molto da mia madre che ha avuto questo problema due volte, da mia nonna e da mio padre colpiti dal cancro entrambi. Non bisogna trattare le persone che ti stanno intorno come se non potessero fare nulla per te. E' una di quelle cose che non ti devono sconvolgere la quotidianità. Puoi scegliere se perdere il controllo oppure cercare di vivere per come si vuole ed è questo che voglio fare. Spesso in situazioni come i Giochi, senti addosso troppa pressione, hai bisogno di qualcosa per uscire dal pensiero fisso della gara. Si potrebbe dire che, da quel lato, sono messo bene. Insomma, non ho problemi a pensare ad altro". Che dire, giù il cappello.
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