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Nuoto, Europei 2021. IL PAGELLONE: Pilato e Quadarella da 10! Quanto ci mancherà Federica Pellegrini

DaOAsport

Aggiornato 24/05/2021 alle 11:21 GMT+2

NUOTO - L'Italia del nuoto chiude la rassegna iridata alla Duna Arena della capitale ungherese al primo posto nel medagliere con ben 27 podi: 5 ori (Simona Quadarella 400, 800 e 1500 stile libero, Benedetta Pilato (50 rana), Margherita Panziera (200 dorso, 9 argenti e 13 bronzi.

Benedetta Pilato agli Europei di Budapest

Credit Foto Getty Images

COSTANZA COCCONCELLI 5.5: In calo rispetto a Riccione, oppure in crescita in vista del Sette Colli. Non lascia il segno come avrebbe voluto in un Europeo che l’ha vista tante volte in vasca, ma siamo solo all’inizio del suo percorso.
FEDERICA PELLEGRINI 8.5: Era uscita da Glasgow senza medaglie nel 2018, esce dalla “sua” Duna Arena con il bottino di podi, in termini numerici, più alto della sua carriera in un Europeo: ben cinque. La marcia di avvicinamento a Tokyo procede spedita e non ingannino i tempi apparentemente alti sui 200. Il puzzle sarà composto al momento giusto, poi se le altre andranno più forte pazienza. Negli occhi, comunque vada a Tokyo, resterà la rimonta della 4×100 mista: lì c’è tutta Federica Pellegrini: quanto ci mancherà quando smetterà!
Europei di nuoto in corsia, il medagliere
CHIARA TARANTINO 6: Qualcosa di buono lo mostra, soprattutto nelle qualificazioni delle staffette. Anche lei non è quella spumeggiante di Riccione ma i segnali positivi non mancano.
STEFANIA PIROZZI 7: Trova la continuità su tempi non straordinari, ma neppure malvagi, sui 200 stile libero. Migliora con il passare delle gare e in finale nella 4×200 stile dà il meglio di sé. Risale su un podio continentale e può festeggiare a due mesi di distanza dai Giochi.
SARA GAILLI 7: L’atteggiamento è quello giusto. Non inizia bene, paga lo scotto dell’emozione, poi inizia a mulinare braccia e gambe e si fa trovare pronta quando viene chiamata in causa. Lotta, anche contro la fatica, nei 400 stile senza riuscire a centrare la finale ma c’è una buona base su cui lavorare.
SIMONA QUADARELLA 10: Regala il doppio tris d’oro a se stessa e agli appassionati italiani che si stropicciano gli occhi e sognano con lei. Cresce gara dopo gara: soffre un po’ negli 800, regala spettacolo nei 1500 e anche nei 400, che non saranno la sua gara, ma è quella dove riesce ad infiammarsi. Ormai è una star assoluta: le manca solo “quel” podio.
MARTINA RITA CARAMIGNOLI 6.5: Torna sul podio europeo sette anni dopo il bronzo di Berlino e merita gli applausi per l’impegno e la dedizione con cui affronta ogni giorno questa “second life” natatoria. Non riesce ad essere competitiva negli 800 dopo una batteria incoraggiante e nei 400 a causa di un problema fisico ma l’obiettivo finale olimpica non è impossibile.
SILVIA SCALIA 5.5: Non è la migliore versione della dorsista quella che si vede a Budapest. Fatica tanto anche a causa di un problema fisico antipatico che la condiziona. Supera un turno nei 50, resta al di sotto delle sue possibilità nei 100 nuotati, compresi quelli della staffetta
MARGHERITA PANZIERA 9: Instancabile e vincente come poche altre in questo Europeo. L’oro dei 200 la fa entrare nel club delle grandissime del nuoto azzurro. Solo Quadarella, Pellegrini e Filippi hanno saputo vincere due Europei consecutivi ma lei, non contenta, ci piazza altre tre medaglie, l’argento rocambolesco nei 100 dorso, i bronzi della mista mista e della mista femminile. Si migliora nei 50 dorso, “regala” un 200 e un 100 alle varie staffette. Una donna per tutte le stagioni.
CARLOTTA ZOFKOVA 5: Tre anni fa saliva sul podio continentale, oggi è lontana dalla sua migliore condizione, anche a causa di un problema alla spalla risolto in extremis. Al Sette Colli dovrà dimostrare di essere la numero 2 azzurra nei 100 dorso per strappare il pass olimpico.
BENEDETTA PILATO 10: Un record del mondo vale il massimo dei voti anche se l’eliminazione in batteria nei 100 brucia. Compie l’impresa in semifinale dei 50 rana, cancellando King, e si conferma in finale nuotando 5 centesimi in più. Spettacolare.
MARTINA CARRARO 6.5: Da una parte il bronzo che le permette di chiudere il cerchio di almeno una medaglia conquistata in ogni competizione internazionale (tranne i Giochi), esattamente come il compagno Fabio Scozzoli. Dall’altra una condizione non certo ottimale che non le permette di essere protagonista come avrebbe voluto, ma l’obiettivo sono i Giochi dove andrà per giocarsi qualcosa di importante.
FRANCESCA FANGIO 7.5: Era a Budapest con un duplice obiettivo, conquistare la finale dei 200 rana e scendere sotto il 2’24”. Primo obiettivo centrato, secondo no ma di pochissimo e con il personale eguagliato. Senza proclami, un passo per volta, cresce la livornese per completare il mosaico della rana azzurra.
ARIANNA CASTIGLIONI 7.5: Argento con record personale nei 100, si migliora in batteria nei 50, fallendo però il secondo podio e si prende anche il bronzo della 4×100 mista, con una parentesi da dimenticare sui 200 dove, al momento, non è competitiva. Doveva essere il suo Europeo e per certi versi lo è stato. E’ ai massimi livelli della rana mondiale ed è un peccato che non possa esserci a Tokyo.
LISA ANGIOLINI 7: La quarta incomoda della rana azzurra, si prende la più bella soddisfazione dell’Europeo in… stile libero. Inserita in extremis nella 4×200 stile donne, che deve qualificarsi, disputa una frazione impeccabile e il suo apporto è fondamentale per la conquista del bronzo. Fa molto bene anche a rana, sconfitta inevitabilmente nella terribile concorrenza interna ma più di una volta tra le prime 16 d’Europa con il personale sui 100. Niente male!
SILVIA DI PIETRO 7: Inizia male, poi pian piano, a forza di batterie, semifinali, frazioni di staffetta, raggiunge uno standard più che accettabile. La stakanovista del nuoto azzurro non è ancora del tutto fuori dal tunnel in cui era entrata per via dei troppi infortuni, ma a Budapest fa un pieno di fiducia, risale sul podio e inverte la tendenza.
ELENA DI LIDDO 7: Si infortuna all’arrivo a Budapest, complice un marciapiede sconnesso. Rischia di non scendere in vasca ma riesce ad entrare in gara e si prende un quinto posto nei 100, la semifinale nei 50 e il podio in staffetta. La strada per il ritorno ai vertici mondiali è lunga, anche perché la specialità ha subito un’impennata, ma mai dire mai.
ILARIA BIANCHI 6: Il Covid ha lasciato strascichi pesanti sul suo fisico ma qualche buon segnale lo lancia, anche se non centra l’obiettivo dichiarato di scendere sotto i 58”. Resta a galla, disputa la quarta finale europea consecutiva nei 100 e appare in crescita di condizione. Vuole la quarta Olimpiade consecutiva ed è sulla buona strada per conquistarla.
ANTONELLA CRISPINO 5.5: Da rivedere. Paga dazio all’emozione e non disputa gare da ricordare, ma siamo solamente all’inizio del suo percorso.
ILARIA CUSINATO 7: L’Europeo della svolta e della rinascita. Dopo due anni da dimenticare, la veneta ritrova vecchie sensazioni e si riaffaccia ai massimi livelli dei misti e anche dei 200 farfalla con ritrovato smalto e tanta voglia di combattere. La strada è quella giusta, speriamo non ci siano altre deviazioni.
SARA FRANCESCHI 6.5: L’inizio non era stato incoraggiante, una batteria abulica dei 400 misti e una finale al di sotto di quanto nuotato a Riccione per ottenere la qualificazione olimpica. La condizione, però, c’è perché nei 200 misti chiude quinta con il record personale e con una gara gagliarda.
LORENZO ZAZZERI 7: Ritocca il personale due volte, nei 100 e nei 50 stile, sale sul podio europeo per la prima volta in staffetta. Esce da Budapest in una dimensione diversa rispetto ad una settimana fa. Ha preso consapevolezza dei suoi mezzi e il prossimo step è la finale olimpica con la 4×100 stile.
ALESSANDRO MIRESSI 9: Mezzo secondo di personale eroso sui 100 stile libero. Un 47”45 che lo pone tra i giganti (un ruolo che gli si addice) della specialità. La sua battaglia con Kolesnikov per l’oro nei 100 resterà tra i momenti da ricordare di questo Europeo. Mette sul piatto altre tre medaglie di bronzo nelle tre staffette e ancora una volta esce dall’Europeo con il sorriso sulle labbra. E’ mancato l’oro ma tutto il resto c’è.
LEONARDO DEPLANO 6: Partecipa attivamente alla staffetta 4×100 da medaglia ma sia nella gara individuale, sia nei 50 che sono la sua gara resta al di sotto delle sue potenzialità e soprattutto nei 50 un po’ di rammarico c’è per non essere riuscito a scendere sotto i 22”.
MANUEL FRIGO 7: Porta a casa la sua prima medaglia europea nella giornata di apertura con una buona frazione di chiusura della 4×100 stile libero. Un decimo lo divide dalla semifinale dei 100. Si fa sempre trovare presente, uno degli uomini squadra della Nazionale azzurra
STEFANO BALLO 7: A proposito di uomini squadra. E’ il “prezzemolino” della formazione azzurra. Due medaglie pesanti in staffetta nelle due 4×200 e un grosso rammarico per la mancata finale della gara individuale. Un ottimo banco di prova in vista dei Giochi, ora il lavoro grosso.
STEFANO DI COLA 6.5: Bene in staffetta dove contribuisce attivamente soprattutto alla medaglia della 4×200 mista, meno bene nella gara individuale dove forse arriva un po’ stanco e non supera lo scoglio delle batterie.
FILIPPO MEGLI 6.5: Combatte con le armi a disposizione che non sono ancora dirompenti come ai tempi di Gwangju. Va a sprazzi come è normale che sia dopo un anno da incubo e una preparazione ancora incompleta. Non prende le medaglie della staffetta ma contribuisce a qualificarla in finale, stacca il pass della semifinale nella gara individuale ma poi gli mancano le energie.
MATTEO CIAMPI 7: Un guerriero che si fa sempre trovare pronto quando viene chiamato in causa. Bene in staffetta, discreto nelle gare individuali dove non riesce a superare il primo turno ma quello che gli veniva chiesto lo ha fatto con grande energia.
MARCO DE TULLIO 6: Inizia malissimo la sua avventura europea con un quinto posto che non può certo soddisfarlo, poi contribuisce a far salire sul podio la 4×200, disputando la miglior gara della competizione e conquistando la sua prima medaglia internazionale in vasca lunga, negli 800 alza bandiera bianca dopo un paio di centinaia di metri ma poco avrebbe potuto fare.
GABRIELE DETTI 6: Se non puoi vincere almeno pareggia e la medaglia di bronzo negli 800 metri per il Gabriele Detti di Budapest è un pareggio, seppure non si possa certo disprezzare un bronzo continentale. Inizia malissimo con un quarto posto inspiegabile, soprattutto per la tattica di gara, nei 400 stile. Negli 800 è arrembante ma anche tatticamente perfetto quando capisce che per l’oro non può combattere. Doveva essere una tappa, Budapest, in vista di Tokyo:
GREGORIO PALTRINIERI 8: le braccia e le gambe dopo 16 km e 250 metri fatti a tutta velocità e con la muta nelle acque libere, hanno il diritto di non girare a dovere. Ce lo aveva fatto capire Wellbrock a Gwangju con quell’800 abulico. Rischia di rimanere fuori dalla finale dei 1500 ma, passato il pericolo, sfodera due gare gagliarde, da campione vero e porta a casa due argenti che, sommati ai tre ori del fondo, valgono tantissimo. Immenso.
DOMENICO ACERENZA 7.5: Lo voleva a tutti i costi il podio europeo in piscina a suggellare una grande carriera che può regalare ancora grandi soddisfazioni. Se lo va a prendere con caparbietà e con pazienza, con tenacia e determinazione il bronzo tanto agognato e lo mette a fare il paio con l’oro della staffetta in acque libere.
THOMAS CECCON 7: Disputa due finali individuali, con qualche rammarico nei 100 dorso dove un podio poteva arrivare, va a prendersi le prime tre medaglie europee della carriera nelle tre staffette a cui partecipa. Il percorso di maturazione e crescita è a buon punto. Dove potrà arrivare lo sa solo lui. Da jolly a campione il passo può essere breve o lunghissimo: starà a lui fare le scelte giuste: il vantaggio è poterle fare le scelte.
LORENZO MORA 6.5: Tocca il momento massimo del suo primo Europeo in lunga quando ai 150 metri della semifinale dei 200 dorso si trova ad un passo dai primi. Non riesce ad entrare in finale ma anche per lui questa è una grande esperienza. Meno bene nei 100 e nei 50 ma sta crescendo e potrebbe diventare un buon outsider.
MATTEO RESTIVO 5: Lui, che è un mago a trovare la condizione al momento giusto, quest’anno non ha ancora raggiunto l’obiettivo,. Sa che deve fare bene al Sette Colli e arriva a Budapest con una forma approssimativa che non gli permette di primeggiare nei suoi 200 dorso, dove doveva difendere il fantastico bronzo di Glasgow.
SIMONE SABBIONI 6: Il record personale nei 50 dorso lascia ben sperare, il tempo di un secondo più alto del personale nei 100 un po’ preoccupa. Non riesce a scendere sotto i 54”, limite che va raggiunto per andare a Tokyo con un minimo di ambizioni. Sempre utile quando viene chiamato in causa in staffetta. E’ sicuramente un uomo squadra.
NICOLÒ MARTINENGHI 8: Il percorso per entrare nell’elite mondiale della rana subisce accelerazioni e anche una brusca frenata per il ranista varesino che inizia a spron battuto, strabilia nei primi turni dei 100 e poi si inceppa in finale con una controprestazione che un po’ preoccupa. Fortunatamente arrivano i 50 dove va a prendersi un bel bronzo e le due staffette miste che lo vedono protagonista di ottimi crono. Può servire anche questo a scaricare tensioni quando arrivano le gare importanti. La notizia buona è che è molto vicino ai giganti della specialità e non è poco.
ALESSANDRO PINZUTI 7.5: Due finali individuali ad un Europeo con personali migliorati in semifinale. Due mesi fa neanche nei sogni più belli, oggi è realtà. Piace questo ragazzo per la qualità della rana e per la sfrontatezza con cui scende in acqua. Si peggiora radicalmente nelle due finali che disputa, forse per un pizzico di appagamento, forse per colpa della tensione. E’ un altro prospetto della rana che fa molto ben sperare.
FEDERICO POGGIO 7: Esordisce ad un Europeo, si migliora nei 50 e va ad un soffio dal personale nei 100. Entra con stabilità nell’elite della rana italiana e ha ancora una piccola chance di puntare a Tokyo.
ANDREA CASTELLO 6: Anche lui al debutto. Disputa un buon 100 ma nei suoi 200 resta al di sotto delle aspettative. Da rivedere.
EDOARDO GIORGETTI 6.5: L’obiettivo era quello di superare almeno un turno e divertirsi. Obiettivi centrati anche se la finale non era un traguardo impossibile. La “second life” lo ha riportato a disputare un Europeo ma l’impressione è che non sia finita qui.
PIERO CODIA 5.5: Pensi a Glasgow e non basta una finale, peraltro un po’ al di sotto delle aspettative, dei 50 farfalla a rendere positivo il bilancio dell’Europeo del friulano che ci mette sempre l’anima ma nei 100 non riesce a trovare la nuotata migliore e si perde in semifinale.
MATTEO RIVOLTA 5.5: Sfortunato nella batteria dei 100 dove resta fuori per un centesimo. Quello di Barcellona forse non tornerà più ma la vasca corta lo ha rivitalizzato e lo rivedremo ancora determinato a dimostrare quanto vale.
FEDERICO BURDISSO 8.5: Argento con record italiano nei 200 farfalla con una condotta di gara spericolata e sfrontata in faccia al dominatore mondiale Milak. Si migliora anche nei 100 farfalla e risulta decisivo per la conquista del bronzo nella 4×100 mista. Cresce ogni volta che scende in acqua e se riesce a bilanciare al meglio le forze nei 200 può diventare un osso duro per tutti.
GIACOMO CARINI 7: Debutta all’Europeo cinque anni dopo la sua stagione migliore e dopo un oblio lunghissimo e si prende una fantastica finale nei “suoi” 200 farfalla che rischiavano di non essere più suoi. Ritrovato
ALBERTO RAZZETTI 9: E’ la grande sorpresa dell’Europeo. Un bronzo nei 200 misti che gli regala fiducia e gloria. Nuota una rana fantastica, la mette accanto ad un dorso rivedibile e si va a prendere la medaglia numero uno. Alzi la mano chi, anche dopo il bronzo nei 200, si sarebbe aspettato una medaglia anche sui 400 misti dove era iscritto senza tempo. Già in mattinata tira giù sei secondi al personale e poi al pomeriggio con una gara straordinaria si prende l’argento alle spalle del ragazzino russo Borodin, con altri 3 secondi in meno al personale e il quinto crono stagionale al mondo. Va a colmare la lacuna italica sui misti e non è solo.
PIER ANDREA MATTEAZZI 7: Anche lui, come Razzetti, sbriciola il personale sui 400 misti con una gara di altissimo livello. Già al mattino strabilia centrando la finale, dove dà il meglio con due ottime frazioni centrali. Per essere competitivo ai massimi livelli deve sistemare lo stile libero ma è sulla strada giusta.
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Paltrinieri: l'Oro nei 1500 sl alle Olimpiadi 2016 in 90 secondi

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