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Magnini: "Assoluzione? Una vittoria: atleti italiani casualmente quelli più controllati"

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Pubblicato 13/05/2020 alle 15:24 GMT+2

Filippo Magnini non le ha certo mandate a dire sulla questione squalifica/doping nell'ambito della presentazione del suo libro.

Filippo Magnini, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Intervistato dalla trasmissione radiofonica "Tutti Convocati" Filippo Magnini non le ha certo mandate a dire sulla questione squalifica/doping. Questi gli stralci principali:
L'assoluzione per me è stata una delle vittorie più belle della mia vita. Un conto è vincere un Mondiale che prepari, ma quando lotti contro un'ingiustizia è una cosa importante, anche se ci sono voluti più di 3 anni.
La vicenda doping mi ha cambiato e io sono uno ottimista, ma non nascondo che anche un omaccione come me ha pianto quasi tutti i giorni per il dolore che provavo io e non volevo provocare ai miei cari
Non ho mai pensato di percorrere la strada di mollare - non ce la faccio e ho perso - bisogna sempre lottare per la verità e questo avevo in mente di dire quando ho scritto il mio libro
Io son sempre stato controllato, in questi 3 anni in cui ero fermo vedevo gente positiva due volte, i russi continuare a gareggiare e vincere medaglie...questo fa male. Gli italiani, diciamo casualmente, sono più controllati
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