Sport popolari
Tutti gli sport
Mostra tutto

Magnini si rimette in gioco: "Tokyo 2021 è il mio sogno nel cassetto"

Eurosport
DaEurosport

Pubblicato 24/05/2020 alle 14:32 GMT+2

L'azzurro, scagionato dalle accuse di doping, vuole tornare alle competizioni dopo oltre 3 anni di stop: "Dopo 27 anni di carriera quella macchia non la volevo assolutamente e ora ho una bella spinta emotiva per sognare l'Olimpiade".

Filippo Magnini, Getty Images

Credit Foto Getty Images

Dall'assoluzione per doping al sogno olimpico. Filippo Magnini, oro mondiale nei 100 sl a Montreal nel 2005 e a Melbourne nel 2007, a 38 anni vuole tornare in acqua e prendersi la qualificazione alle Olimpiadi di Tokyo 2021.
L’ex nuotatore azzurro sogna e si è così espresso ai microfoni di Radio 1:
"Per molti atleti un anno in più può essere uno svantaggio, ma per un atleta come me, che ha smesso da tre anni e che dovrebbe rimettersi in piazza, avere un anno in più è un vantaggio. Il destino potrebbe aver giocato a mio favore. Al momento mi alleno per divertimento e non certo per preparare un’Olimpiade, ma andare a Tokyo è il mio il sogno nel cassetto".
Uno stimolo che Magnini ha improvvisamente ritrovato dopo l’assoluzione sull’accusa di doping:
"L'entusiasmo è tanto perché, dopo 27 anni di carriera, quella macchia non la volevo assolutamente. Ho sacrificato molto tempo della mia vita, energie mentali, fisiche, economiche per andare fino in fondo perché ero sicuro che la verità sarebbe venuta fuori, ed è stato così. E quindi adesso ho una bella spinta emotiva, per tutte le cose della vita e anche per sognare l'Olimpiade. Tengo il sogno nel cassetto e poi, da settembre, vedremo se si materializzerà".
Negli ultimi tre anni Magnini ha usato ogni mezzo per dimostrare la propria innocenza nonostante dalla giustizia sportiva fosse stato subito assolto:
"Nella giustizia ordinaria servono le prove, mentre in quella sportiva si può fare il processo alle intenzioni. E noi abbiamo dimostrato che non c'erano né prove e né intenzioni e sono stato scagionato. Ci sono voluti tre anni e per fortuna avevo smesso di nuotare già da un anno e mezzo e quindi non ha rovinato la mia carriera, ma questo tempo perso per difendermi e far venir fuori la verità ha rovinato la mia vita personale. In Italia ci piace costruire eroi, ma ci piace anche vederli cadere. La differenza è che quando mi facevano i titoli da campione del mondo la medaglia l'avevo già vinta. Invece in questo caso mi hanno fatto titoli accusatori quando il processo era ancora in atto e bisognava aspettare almeno la fine: e invece io per tre anni sono stato giudicato colpevole".
Più di 3 milioni di utenti stanno già utilizzando l'app
Resta sempre aggiornato con le ultime notizie, risultati ed eventi live
Scaricala
Contenuti correlati
Condividi questo articolo
Pubblicità
Pubblicità