Squalifica Settebello, il CT Campagna al Corriere della Sera: "L'aggressione non c'è stata, se accuse fossero vere..."

PALLANUOTO - Sandro Campagna in un'intervista al Corriere della Sera, torna sulla squalifica comminata al Settebello e fa chiarezza riguardo alla concitata serata post eliminazione con l'Ungheria: " La ricostruzione è imprecisa, ci sono cose attribuite a me che non ho detto e non ho fatto. Se fossero vere tutte le accuse sei mesi non sarebbero nulla e l'aggressione non c'è stata".

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La squalifica è giusta ma se fossero vere tutte le accuse sei mesi non sarebbero nulla”. A due giorni dal duro verdetto emesso da World Acquatics ai danni del Settebello, squalificato per 6 mesi da tutte le competizioni internazionali, il ct azzurro Sandro Campagna in un’intervista al Corriere della Sera, dice la sua sulla vicenda e soprattutto spiega cosa è successo nelle ore immediatamente successive all’eliminazione contro l’Ungheria, ko maturato a seguito di un clamoroso errore arbitrale ai danni degli azzurri.
Quello che è successo a Parigi non è stato un errore arbitrale, è stata una decisione irrazionale, presa a freddo, alla Var. Io non voglio pensare alla malafede perché sennò devo smettere di fare sport. Ma è stato un fatto così clamoroso che il giorno dopo mi ha chiamato un responsabile di World Aquatics per dirmi ‘state pronti, ci sono gli estremi per l’errore tecnico, al 99% la partita si ripete’. I ragazzi erano riusciti ad addormentarsi alle 7, alle 9 li ho svegliati dicendo che avremmo rigiocato. Abbiamo aspettato cinque ore il giury d’appello che poi se ne è uscito con quella decisione piena di paradossi: non abbiamo gli strumenti normativi per ripetere la partita, la qualità delle immagini non era buona, però riconosciamo che non c’era brutalità. In quel clima è nata la protesta con le spalle alla giuria...”.
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Ma alla base della sospensione e della severa squalifica c’è soprattutto un’aggressione verbale e fisica, un verdetto di cui la Federazione era a conoscenza dalla fine di agosto ma a cui ha deciso di non appellarsi, nonostante accuse eccessive...
La ricostruzione è imprecisa, ci sono cose attribuite a me che non ho detto e non ho fatto. Dopo le interviste sono andato nel parcheggio e salito sul pullman. Ero solo, i ragazzi erano ancora dentro, i dirigenti stavano preparando il ricorso. Un membro del comitato tecnico di World Aquatics mi manda un messaggio in cui mi dice che l’arbitro romeno ha forzato la decisione di quello montenegrino. E mi gira la registrazione di quanto si sono detti alla Var che si è sentito anche in tv. Conosco l’arbitro romeno da una vita, gli giro il vocale. Lui mi risponde subito e mi dice che non è vero, l’altro, che era davanti al monitor Var aveva già preso la decisione, lui l’ha solo accelerata perché si stava perdendo tempo. Mentre mi sta rispondendo, compare nel parcheggio. Scendo dal pullman, sentiamo l’audio assieme. Gli dico, pacato: 'ok, ma perché non sei andato anche tu alla Var?' E lui: ‘hai ragione, ho sbagliato, ma non c’erano due monitor, avrei dovuto fare il giro della piscina’. Gli rispondo: ‘ti credo, ma la decisione che avete preso è scandalosa’. Tutto con toni tranquilli. Poi arriva anche l’arbitro montenegrino, bianco cadaverico, gli dico: ‘Ti rendi conto dell’errore che hai fatto, può rovinare la tua carriera?’ C’erano alcuni delegati che assistevano: se fossi stato aggressivo mi avrebbero fermato. L’aggressione? Non c’è stata. Quella delegata greca la conosco da anni. Mi disse ‘non ci parlare Sandro, abbiamo visto tutti quello che è successo, prenderemo provvedimenti’. Mi calmò e risalgo sul pullman, fino a quando arrivano i giocatori...”.
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E qui Campagna spiega che gli animi si sono accesi anche se c’è stato un unico momento di colluttazione...
L’unico contatto fisico è avvenuto quando un giocatore ha visto che c’era un tizio che filmava con il telefonino e glielo prende. Io me ne accorgo, scendo dal pullman, faccio un cazziatone al ragazzo, mi scuso con l’uomo e glielo restituisco, il tutto sarò durato 35 secondi. Detto ciò questa sentenza la conosciamo dal 24 agosto: avremmo potuto impugnarla, ma che sarebbe cambiato? Le nostre proteste sono state inopportune, oggetto di squalifica giusta – la chiosa di Campagna -  Ma all’Olimpiade non può essere accettabile che le immagini non siano buone. E se non lo sono non puoi prendere una decisione in base a queste. I colpi nella pallanuoto ci saranno sempre, per dire che uno è un cazzotto devi essere sicuro”.
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