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Italvolley, 12 Leoni pronti per la Guerra d’Oro: da Zaytsev a Juantorena, i ritratti degli azzurri

DaOAsport

Aggiornato 21/08/2016 alle 10:07 GMT+2

Dal nostro partner OAsport.it

Ivan Zaytsev, Nazionale Italiana volley, LaPresse

Credit Foto LaPresse

Oggi (ore 18.15 italiane) l’Italia giocherà la Finale per l’oro del torneo di volley maschile alle Olimpiadi di Rio 2016. Al Maracanazinho gli azzurri affronteranno il Brasile nella partita delle partite, quella che consacra all’immortalità e che porta a un titolo a cinque cerchi che ci è sempre sfuggito. Un tabù che Zaytsev e compagni possono sfatare. Servirà l’impresa contro i padroni di casa, alla quarta finale consecutiva. Brasile che superò proprio la nostra Nazionale ad Atene 2004, per poi perdere le due successive (a Pechino 2008 contro gli USA, a Londra 2012 contro la Russia).
Avremo contro 12000 spettatori infuocati che sosterranno gli uomini di Bernardinho, a caccia della medaglia d’oro più ambita - per loro - di tutti i Giochi Olimpici. La squadra di Chicco Blengini però ha le armi per espugnare il tempio del volley e salire sull’Olimpo, come non riuscì a fare nemmeno la Generazione dei Fenomeni. Andiamo però a conoscere più nel dettaglio i 12 Leoni che domani incolleranno l’intera nazione allo schermo come non accadeva da 12 anni.
IVAN ZAYTSEV – L’uomo simbolo di questa squadra, l’opposto trascinatore, il leader carismatico, la grinta in persona. Lo Zar è alla sua seconda Olimpiade ma, dopo il bronzo di Londra 2012, ha sempre dichiarato di voler tornare ai Giochi e lottare per l’oro. Dopo quattro anni ci è riuscito e ora dovrà guidare l’Italia nella scalata finale. Saprà esaltarsi con tutto il tifo contro? Dovrà rendere come in semifinale, con quell’atteggiamento combattivo che lo contraddistingue e con il quale ha fin qui condotto i compagni. Di momenti grigi ne ha passati nell'ultimo quadriennio, ma contro gli USA ha dato dimostrazione di aver lasciato tutto alle spalle e quei tre aces mirabolanti che ci hanno permesso di giocare il tie-break sono la cartina di tornasole di un giocatore in stato di grazia.
OSMANY JUANTORENA – La nostra Pantera dal braccio armato. Il suo sogno era giocare un’Olimpiade, con Cuba non ne aveva mai avuto la possibilità, poi due anni fa la decisione di vestire l’azzurro dopo un lungo corteggiamento. L’Italia è subito cambiata con l’inserimento dello schiacciatore, che ha garantito un giusto equilibrio tra attacco e difesa. Sa mettersi in luce nei momenti decisivi e soprattutto colpisce facendo male agli avversari, tecnicamente e moralmente. Non mancherà all’appuntamento con la storia: il primo set vinto contro gli USA e lo show contro la Polonia in Coppa del Mondo portano il suo marchio di fabbrica, due momenti determinanti per arrivare a giocarsi questa medaglia d’oro.
SIMONE GIANNELLI – Predestinato, baby fenomeno, ma soprattutto un palleggiatore spettacolare che nel giro di pochi anni può davvero diventare il più forte al mondo. Tre anni fa vinceva lo scudetto tra gli under 17, ad Atene 2004 non sapeva nemmeno cosa fosse il volley e tra poche ore si giocherà l'oro olimpico da titolare. La sua avventura in azzurro, da uomo di riferimento stabile in cabina di regia, è iniziata proprio a Rio de Janeiro lo scorso anno dopo la “Cacciata di Rio”, che sostanzialmente ha messo fine all’era Berruto. Dopo tredici mesi è cambiato tutto: sarà lui a dover armare il braccio di Zaytsev, esibendosi in caso di necessità in invenzioni personali, come più volte mostrato. Possiede un talento innato e legge la partita come pochi altri proponendo un’ampia varietà di colpi che lo rendono decisivo. Dalle sue mani passano molte delle speranze azzurre.
EMANUELE BIRARELLI – Il capitano. Alla terza Olimpiade della carriera è riuscito finalmente ad agguantare la finale per l’oro dopo il quarto posto di Pechino 2008 e il bronzo di Londra 2012. Il Bira, che domani potrebbe giocare la sua ultima partita in azzurro, vuole chiudere al meglio una carriera ad altissimo livello. A Rio 2016 ha stretto i denti come non mai: la distorsione patita contro gli USA l'ha ferito ma non atterrato. Da guerriero vero ha continuato a giocare, anche sul dolore, mantenendo un livello di prestazioni altissimo, facendosi sentire a muro e con i primi tempi, ma soprattutto si è dimostrato vero metronomo della squadra. La sua battuta flottante poi... .
FILIPPO LANZA – L’equilibratore. Se metteste una telecamera personalizzata sul nostro super Pippo vi rendereste conto del lavoro che svolge. Sporco per chi si fa prendere dai colpi sensazionalisti ma fondamentale per il bene della squadra. Difende un’infinità di palloni, è sempre propositivo, recupera e quando ne ha l’occasione va a marcare punto, spesso con ottime percentuali di realizzazione. Se Zaytsev e Juantorena possono sganciare bombe molto del merito è proprio del nostro secondo schiacciatore.
SIMONE BUTI – Era partito come riserva di Matteo Piano, poi l’infortunio di quest’ultimo lo ha promesso a titolare. Ora è insostituibile. Suo il muro che ha chiuso la partita contro gli USA e ora dovrà aiutarci a compiere l’ultimo passo verso la gloria.
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Italy's Filippo Lanza, Simone Buti and Ivan Zaytsev

Credit Foto AFP

MASSIMO COLACI – Ministro della difesa. In formato monstre, sta giocando a livelli spaziali. Recupera palloni su palloni e aiuta la squadra a ricostruire più agevolmente, mettendo in crisi gli avversari che con lui in campo non mettono facilmente palla a terra.
LUCA VETTORI – Un mese fa doveva essere il nostro opposto titolare nello schema del Tridente Offensivo che prevedeva Juantorena e Zaytsev di banda. Poi è cambiato tutto, in meglio vedendo i risultati. Il nostro opposto di riserva sarà comunque pronto per ogni evenienza, al termine di un’Olimpiade in cui ha giocato molto poco.
OLEG ANTONOV – Schiacciatore di riserva che viene chiamato in causa al servizio durante i finali dei set. Spesso e volentieri ha messo in crisi gli avversari: l’Iran è crollato sotto i suoi colpi durante il secondo parziale.
DANIELE SOTTILE – L’uomo spogliatoio, il veterano a livello anagrafico. Uomo di fiducia di Blengini, non ha giocato praticamente mai (anche se ci ha salvato nel tie-break contro l’Argentina in Coppa del Mondo…) ma la sua presenza è stata importante all’interno della squadra.
MATTEO PIANO – La storia poteva essere diversa ma un problema a un polpaccio lo ha praticamente tolto dal torneo già dal primo set contro il Brasile. Ora sembra aver recuperato ma difficilmente tornerà in campo da titolare. Un centrale ricco di talento, abilissimo a muro e che ben si comporta accanto a Birarelli.
SALVATORE ROSSINI – Libero, ma gioca da schiacciatore in seconda linea. Quando chiamato a mettere il suo mattoncino si è sempre fatto trovare pronto con calce e cazzuola, per dare il proprio contributo difensivo alla squadra.
stefano.villa@oasport.it
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